«Dal Ticino pronti a vivere la magia del campo scout "mova"»
(da Ulrichen, Valle di Goms) — Benvenuti nella quattordicesima città della Svizzera, 30.000 abitanti provenienti da ogni angolo di tutti i cantoni (e anche dall’estero), radunati fino al 6 agosto nella Valle di Goms, in Vallese. Il treno che porta alla stazione ferroviaria di Ulrichen, dove si trova l’accoglienza, passa proprio accanto alla gigantesca tendopoli, in tutto 120 ettari. Questo è «mova», il campo federale scout più grande mai organizzato nella Confederazione.
Un evento, quello dei raduni a livello nazionale, che ha luogo solo ogni 14 anni. L’ultimo risale infatti al 2008, nella Valle della Linth. I partecipanti che sono arrivati dal Ticino per questa «edizione 2022», fra l’altro rinviata di un anno a causa della pandemia, sono più di mille, ai quali se ne aggiungono altri cento che danno una mano all’organizzazione. Il titolo della manifestazione è «mova – on y va!» e trae nome dal pianeta immaginario i cui continenti si sono staccati. Ognuno di loro, nella realtà, è un settore del campo, rappresentato da un colore e un animale simbolico.
Le bandiere con i disegni dei settori, oltre alle grandi costruzioni in legno, aiutano i visitatori e i partecipanti stessi a orientarsi. Decine di gruppi sono appena scesi dalle carrozze e sono alla ricerca del proprio settore.
A spasso nei continenti
Ragazze e ragazzi. Tutti giovanissimi e con un foulard al collo, di colori diversi a seconda della sezione. E poi ancora: vessilli, divise, attrezzature, biciclette. Il sentiero che corre lungo la tendopoli è un viavai di colori.
Nel continente «Oscilla», rappresentato da un lemure, dopo un quarto d’ora buono di cammino, ecco una costruzione con la scritta «Scout Momò» e un disegno che ricorda il cartone animato «La Linea» con indosso un cappello da esploratore. Sotto la «sarasani», una sorta di grande tendone realizzato unendo teli militari di forma quadrata, c’è anche Griffith, nome scout di Francesco Stoppa (ingegnere forestale, 31 anni), da pochi mesi copresidente cantonale di Scoutismo Ticino, l’associazione mantello che raggruppa tutte le sezioni del cantone.
Di Novazzano, ha iniziato come Lupetto fino a diventare caposezione di Mendrisio, per poi entrare nella Direzione cantonale dell’associazione. Al campo federale, però, ha voluto dare una mano nelle cucine della «sua» sezione.
È l’ora dei pizzoccheri momò
Le casseruole al centro del tavolone del refettorio traboccano di pizzoccheri. Stéphane Grounauer «Grugno», un «veterano», sta per servire gli animatori. «Tra poco dovrebbe raggiungerci anche la mia collega, Thia», dice Stoppa.
Su un altro tavolo, poco oltre, alcuni animatori stanno discutendo di quel che succederà nelle prossime ore. Erica sta consultando un quadernetto chiamato affettuosamente «Bibbia mova 2022» che contiene tutti i dettagli organizzativi del campo. Uscendo dall’accampamento momò e camminando ancora qualche passo in direzione del Furka, ecco un’altra costruzione, una palafitta di una decina di metri, con una bandiera blu al palo più alto.
Una Brigata ultracentenaria
Questo «campo nel campo» è della Brigata Scout Locarno, che raggruppa le sottosezioni di Locarno, Ascona e Minusio. La Brigata, nel 2015, aveva festeggiato i cento anni di vita e per parecchi anni è stata l’unica nel suo genere in Ticino.
«Gli esploratori sono 25, due pattuglie di ragazze e due di ragazzi», racconta Nadia Matasci «Grey», vicecapocampo. «Noi animatori siamo una ventina e siamo divisi tra chi si occupa delle attività e chi si occupa della cucina», dice la ragazza (22 anni) che nella vita privata è studentessa di medicina all’Università di Berna.
«Il nostro programma di attività è costruito in modo tale da sviluppare la personalità dei ragazzi e i loro interessi. Dalle costruzioni ai giochi, e ce ne sono parecchi che sono “tipicamente scout”, come il gioco dei numeri», aggiunge.
«Qui vicino c’è un lago e sono previsti diversi momenti di attività sportiva nell’acqua. Ma oltre che nella tecnica, siamo forti nelle escursioni. Questa regione è bellissima e abbiamo pianificato un giro sulle montagne per vedere il campo dall’alto, affinché i “nostri” si possano rendere conto della vastità di questo campo federale». «Cerchiamo di trasmettere i valori dello scoutismo», le fa eco il capocampo, Luca Pacak «Pin», anche lui ventenne e studente di ingegneria elettronica a Bienne. «La convivenza, il rispetto dell’altro, il rispetto dell’ambiente».
I più piccoli
Nel momento di pausa dopo il pranzo, i ragazzi si organizzano nelle loro tende. «È bellissimo, ci facciamo tanti nuovi amici e nello scoutismo impari ad arrangiarti», dice Alyssa, capopattuglia (13 anni) di Minusio. «Nostalgia? Siamo molto legati e ci sosteniamo a vicenda». «Ci divertiamo un mondo», esclama il «collega» Luca, di Locarno, anche lui tredicenne. «E qui si parlano anche tutte le lingue», dice.
«È un sogno che si avvera. L’organizzazione? Meticolosa»
La responsabile / «Sei anni di preparazione fin nei minimi dettagli, ed eccoci qua. Il nostro movimento ha sempre più aderenti, diamo una formazione a 360 gradi»
Dall’accampamento Momò, Francesco Stoppa, copresidente cantonale di Scoutismo Ticino, parte alla ricerca della ‘collega’ Chiara Milani, «Thila», che dovrebbe raggiungere il «mova» in tempo per la grande cerimonia di apertura ufficiale (di domenica sera, ndr). «Sono ingegnere ambientale – racconta mentre imbocca la via trafficatissima via che attraversa il campo –. Un mestiere scelto grazie allo scoutismo, dove si imparano le tecniche e si realizzano cose con le proprie mani. Vedo tanta gente motivata, qui. E a buona ragione. Secondo la mia esperienza, le amicizie che si fanno negli scout durano tutta la vita».
Ecco spuntare, dalla folla, Chiara Milani, «Thila». Sorridente, maglietta verde e foulard al collo. «È fantastico», esclama. «Questo è il coronamento di sei anni di lavoro, un sogno che si avvera», dice la 31.enne specialista nelle risorse umane e scout da sempre, rimirando l’estro tecnico esibito dalle varie sezioni nelle costruzioni più disparate. «Ho iniziato come Lupetta nella sezione di Cureglia, che nel 2015 si è fusa con quella del Vedeggio nella Brigata ‘La Fenice’».
«Il nostro movimento è in crescita», dice. «I genitori capiscono che siamo una realtà diversa dalle classiche associazioni sportive, spesso focalizzate su una sola specialità. Noi diamo formazione a 360 gradi, non ci sono solo attività sportive. Qui si impara a collaborare con gli altri, ad assumersi delle responsabilità, a risolvere problemi pratici, a convivere e condividere... servono parecchio nella vita di tutti i giorni e, soprattutto, sul lavoro».
Milani sottolinea i grandi numeri di questa impresa «organizzata in maniera meticolosa»: oltre all’incredibile numero di partecipanti... 50 tonnellate di pane, 19 di pasta, la cella frigorifera più grande in Europa, costruita appositamente. «È impressionante».
Uno dei temi che sta più a cuore agli scout è la protezione dell’ambiente: «Per noi non è una novità, lo facciamo da sempre. Come diceva il nostro fondatore, Baden-Powell... ‘Noi scout ci impegniamo a lasciare il mondo migliore di come l’abbiamo trovato’».