Lo studio

Due storici fanno luce sul fascismo nei Grigioni

Ieri sera circa 180 persone hanno preso parte a Coira alla presentazione del rapporto sul fascismo e il nazionalsocialismo nel cantone
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Ats
05.03.2025 15:49

Nel lavoro di ricerca sul fascismo e nazionalsocialismo, i due storici Christian Ruch e Andrea Tognina si sono fatti un'immagine di questi fenomeni nei Grigioni. Fra giornali che simpatizzano con Mussolini e il discorso antifascista del presidente del Gran Consiglio.

L'interesse è grande, quando si cerca di capire l'influsso della grande Storia su quella locale del proprio paese, del proprio comune. Ieri sera circa 180 persone hanno preso parte a Coira alla presentazione del rapporto sul fascismo e il nazionalsocialismo nei Grigioni. Gli storici Christian Ruch e Andrea Tognina per quattro mesi hanno analizzato studi già esistenti, riviste e pubblicazioni per farsi un quadro della situazione nei Grigioni.

L'impulso per il loro lavoro di ricerca è stato dato due anni fa, quando un servizio di SRF aveva riferito di un monumento fascista nel cimitero Daleu a Coira. Un blocco di granito, eretto nel 1938, che faceva parte del culto della morte guidato da Hitler. Dopo questa rivelazione, sconosciuta a molti, il granconsigliere Tino Schneider (Centro) e oltre una quarantina di parlamentari hanno chiesto al Governo di elaborare la storia del fascismo e del nazionalsocialismo nei Grigioni. «Attualmente questo periodo è oggetto di grande interesse nella società. Stiamo vivendo dei tempi, in cui la democrazia sembra messa in pericolo», ha detto ieri sera l'archivista di Stato, Reto Weiss.

I due storici si sono divisi i compiti. Ruch si è concentrato sulla politica dei rifugiati e le organizzazioni nazionalsocialiste. Tognina si è occupato invece delle conseguenze del fascismo italiano sui Grigioni, i movimenti fascisti e l'irredentismo, ovvero la dottrina nazionalista che mirava ad annettere all'Italia terre ritenute parte dello spazio etnico, culturale e geopolitico italiano. «Parte della società grigionese guardava con simpatia al fascismo come fenomeno italiano, ma raramente si riteneva che lo stesso modello dovesse venir applicato ai Grigioni», ha raccontato Andrea Tognina a Keystone-ATS. Nella Gasetta Romontscha si legge così che Mussolini ha salvato l'Italia da diverse minacce. Toni simili vengono usati anche ne Il Grigione Italiano, in cui Mussolini viene lodato per aver salvato l'Italia dal comunismo.

Ma c'è anche chi la vede in modo diverso. È il caso dell'insegnante socialista di Maloja, Gaudenzio Giovanoli. «Nei documenti si legge che è stato denunciato a Roma, perché affidava a dei contrabbandieri in viaggio verso Livigno del materiale di propaganda antifascista», continua Tognina.

Anche in Gran Consiglio nel novembre del 1940 non mancano le posizioni critiche. «Nel suo discorso di apertura della sessione il presidente del Parlamento, il socialista Gaudenz Canova, denuncia i crimini di guerra della Germania nazionalsocialista», ha raccontato Ruch. Lo stesso giorno, il discorso viene censurato. Nel protocollo della sessione viene semplicemente notato che nel discorso di apertura il politico si è occupato dell'attualità. Lo scritto originale viene ritrovato solo negli anni '80.

Nel rapporto redatto dai due storici si legge che non sono state fatte scoperte «sensazionali». Eppure Tognina è venuto a conoscenza di fatti a lui nuovi, riguardanti il doposcuola e le colonie marittime fasciste. «A Poschiavo i bambini hanno partecipato alle lezioni e ai campi estivi al mare. Erano così direttamente esposti alla propaganda fascista», ha spiegato lo storico valposchiavino. Stando a un sondaggio della procura federale pubblica del 1935 le scuole italiane offrivano in una dozzina di comuni grigionesi lezioni di civica, storia e geografia nel doposcuola. «Che io sappia, le autorità svizzere non sono intervenute per impedirlo.»

Le scuole erano state fondate dalle sezioni del partito fascista, chiamate fasci, presenti in Bregaglia, a Coira, Davos, Moesano, Valposchiavo, Samedan, Scuol e St. Moritz. Oltre all'istruzione i fasci avevano anche formato delle associazioni e organizzato degli eventi sportivi, ad esempio la Coppa Mussolini a Davos.

Con il loro lavoro, i due storici hanno offerto una panoramica sulla documentazione già esistente sul fascismo e il nazionalsocialismo nei Grigioni. Nel rapporto di oltre 200 pagine hanno annotato dove c'è ancora potenziale per scovare nuove informazioni. «Personalmente ritengo che la vicenda delle organizzazioni fasciste nei Grigioni meriterebbe una ricerca approfondita. Permetterebbe di colmare una lacuna non solo nella storia del fascismo nei Grigioni, ma anche della storia dell'emigrazione italiana in terra retica», ha osservato Tognina.

Per permettere di chiudere le lacune su questo periodo storico, il Canton Grigioni vuole promuovere attivamente la ricerca. «È prevista una analisi sistematica della stampa grigionese, per capire qual era la posizione della società e della politica nei confronti del fascismo», così Andrea Tognina. Inoltre verranno resi accessibili i documenti rari e non ancora catalogati dell'archivio della Hochgebirgsklinik di Davos. Nella località i sanatori erano in parte guidati da nazisti tedeschi, arrivati fra le montagne grigionesi per curarsi dalla tubercolosi.