Dumping salariale in seno a Swiss? Il tema torna d'attualità
Wet lease. Quando le compagnie aeree non dispongono di un numero sufficiente di personale e aeromobili, ricorrono a questo stratagemma. Noleggiano sia l'apparecchio sia le prestazioni accessorie quali assicurazione, equipaggio e manutenzione (definite spesso con l'acronimo ACMI, aircraft, complete crew, maintenance, and insurance) da un'altra compagnia. È una pratica molto diffusa, e utilizzata anche da Swiss. Il vettore di bandiera elvetico – ne avevamo parlato qui – da tempo vi fa ricorso rivolgendosi ad Air Baltic, compagnia lettone. E fin qui tutto bene. Il problema? Già nel 2022, Swiss si era ritrovata ad affrontare il sindacato degli assistenti di volo Kapers, il quale – come inizialmente riportato dal Blick – aveva criticato il contratto stipulato con Air Baltic, il cui personale guadagna meno, molto meno, rispetto agli standard svizzeri. Di qui l'accusa, nemmeno troppo velata, rivolta al vettore rossocrociato: dumping salariale. La vicenda, l'anno scorso, aveva attirato l'attenzione anche della SECO, la Segreteria di Stato dell'economia, la quale aveva deciso che ai dipendenti dovessero essere riconosciuti salari svizzeri. Ora, il tema è tornato d'attualità grazie a un articolo del Tages Anzeiger. Che cosa è cambiato, in questo anno? Sostanzialmente, niente.
Il caso
Facciamo un passo indietro. Su che cosa si basa la disputa? Tutto è dovuto alla definizione di «distacco di lavoratori». Secondo la pagina della SECO, si parla di «distacco di lavoratori» quando un datore di lavoro «invia, a scopi di lavoro e per un periodo limitato, una parte dei suoi lavoratori in uno stato diverso da quello in cui risiede e dove tali lavoratori svolgono abitualmente il loro lavoro». Per evitare il dumping salariale, la legge svizzera prevede che «le norme valevoli per i lavoratori residenti in Svizzera siano applicate anche ai lavoratori distaccati». Non solo periodi di lavoro e riposo, durata minima delle vacanze o sicurezza e protezione sul lavoro, ma anche retribuzione. Insomma, se un'impresa straniera ha un contratto in Svizzera, deve garantire che i suoi lavoratori ricevano lo stesso salario che riceverebbero se fossero impiegati in Svizzera. E qui arriva il problema nel contratto fra Swiss e Air Baltic. Il wet lease della compagnia di bandiera svizzera è, sostanzialmente, distacco di lavoratori?
Il sindacato, nel 2022, si era rivolto all'Ufficio cantonale del lavoro, a Zurigo, chiedendo una valutazione. Questo, spiega il Tages Anzeiger, in un primo momento, aveva addirittura giudicato il processo come uno staff leasing illegale: qualcosa da interrompere immediatamente, insomma. Una misura sulla quale in Cantone di Zurigo aveva autorità, considerato che la sede di Swiss è a Kloten. Ma la SECO, nel 2023, aveva corretto la decisione zurighese: la pratica utilizzata da Swiss era definibile come «distacco di lavoratori». Legale, insomma, se applicata nel modo corretto. Nell'autunno del 2023, quindi, la SECO aveva incaricato il Cantone di Zurigo di attuare la sua valutazione, in particolare per quanto riguarda l'applicazione della parità di salario.
Gli sviluppi
A un anno di distanza, contattati dal quotidiano zurighese, gli attori implicati hanno sostanzialmente fatto intendere che nulla è cambiato. In risposta alle ripetute richieste di informazioni degli ultimi mesi, il Dipartimento dell'Economia di Zurigo ha dichiarato di non essere «in grado di fornire alcuna informazione a causa del procedimento di appello in corso». Chiarimenti in un contesto internazionale, ha spiegato l'autorità cantonale zurighese al giornale, «richiedono tempo». Considerate le poche informazioni disponibili, l'ipotesi sollevata dal sito d'informazione zurighese è che il Cantone sia impegnato in un procedimento con Air Baltic per l'applicazione della legge sul distacco di lavoratori, al termine del quale la compagnia potrebbe essere obbligata a rispettare i requisiti salariali svizzeri. Una misura applicabile anche retroattivamente, il che vedrebbe Air Baltic dover sborsare cifre milionarie, oltre che costretto a pagare una multa salata per la violazione della legge sui lavoratori distaccati. «La lunghezza del procedimento e le dichiarazioni indicano che Air Baltic si sta difendendo dalla sentenza presso la corte d'appello cantonale. Sarebbe poi possibile portare il caso davanti al Tribunale amministrativo di Zurigo o addirittura al Tribunale federale», si legge sul giornale. Swiss, da parte sua, ha sottolineato di non essere parte del procedimento. Non ha «alcun punto di contatto con i dipendenti di Air Baltic ai sensi del diritto del lavoro. Questa è una questione che riguarda Air Baltic». Tuttavia, riporta il TA, Swiss starebbe fornendo un sostegno attivo al partner lettone, con il quale ha organizzato una tavola rotonda l'anno scorso per difendersi dalle decisione della SECO. Insomma, la pratica potrebbe essere ancora lunga. E nel frattempo le condizioni di wet lease rimangono quelle applicate sin qui, anche perché meno di due mesi fa la partnership fra Lufthansa (casa madre di Swiss) e Air Baltic è stata prolungata fino al 2028.