E se arrivasse anche un vaccino contro l'asma?

Detto dei vaccini contro cancro e malattie cardiovascolari, di cui abbiamo parlato qui e qui, una nuova, possibile speranza si affaccia all’orizzonte: il mese scorso, i ricercatori francesi hanno infatti annunciato di essere arrivati a una svolta (forse) decisiva nello sviluppo di un vaccino contro l’asma allergica grave. La soluzione sviluppata, addirittura, potrebbe essere efficace anche contro altri tipi di allergie.
Al preparato stanno lavorando gli scienziati dell’INSERM, del CNRS, dell’Institut Pasteur e dell’Università di Tolosa, di concerto con un’azienda denominata Neovacs. Il vaccino ha prodotto anticorpi in grado di neutralizzare le proteine immunitarie che svolgono un ruolo chiave nell’asma di tipo allergico. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Allergy ed è stato condotto su topi «umanizzati», ovvero trasformati per produrre un certo tipo di geni umani.
Pregi e possibili rischi
Piccolo passo indietro. Come si può definire l’asma? Quali sono, soprattutto, le leve che provocano una certa reazione nel nostro organismo? Le persone affette da questa condizione reagiscono agli allergeni – dai pollini agli acari – producendo un’eccessiva quantità di anticorpi e altre proteine immunitarie per contrastarli. L’eccesso provoca a sua volta un’iperattività dei bronchi, con uno sviluppo notevole di muco.
L’asma di tipo allergico, spesso, viene controllata attraverso broncodilatatori e corticosteroidi inalatori. Ma i farmaci non sempre sono sufficienti, tant’è che il passo successivo è rappresentato dalla somministrazione di anticorpi monoclonali.
Ed è qui che entrano in gioco gli scienziati francesi. Somministrato ai malati, il vaccino contro l’asma dovrebbe indurre il corpo stesso a produrre gli anticorpi destinati a fermare le proteine troppo «zelanti». Detto dell’asma, secondo i ricercatori questa soluzione potrebbe aprire ad altre prospettive, dato che il vaccino prende di mira molecole coinvolte in altre allergie.
Yannick Muller, medico associato al dipartimento di immunologia e allergologia del CHUV, intervistato dalla Tribune de Genève ha detto che sarà interessante «seguire i risultati delle sperimentazioni cliniche». Allo stesso tempo, ha spiegato che gli effetti finora ottenuti sui roditori non garantiscono l’efficacia sugli esseri umani. E ancora: «Quando somministriamo anticorpi monoclonali, possiamo interrompere il trattamento in caso di effetti avversi. Ma qui, il corpo sarebbe spinto a produrli da solo. E la cosa non è banale: svilupperebbe una risposta immunitaria che non potremmo fermare».
Ergo, il vaccino sviluppato in Francia, se funzionasse, sarebbe rivolto soprattutto alle persone affette dalle forme di asma allergica più gravi. Muller, di suo, ritiene che sarebbe più ragionevole utilizzare un vaccino che attacchi gli allergeni piuttosto che le proteine. Ma, anche in questo caso, la strada è ancora lunga.
Chi soffre di asma?
Il Centro svizzero per le allergie aha! ha stimato che circa il 6% degli adulti e il 12% dei bambini, nel nostro Paese, soffrono di asma. Tra questi, la prevalenza dell’asma di tipo allergico è stimata al 30-79% nei bambini e al 30-60% negli adulti. Nell’asma allergica, i periodi di picchi di polline rappresentano periodi di rischio, ha specificato sempre alla Tribune de Genève Haïg Nigolian, capo-clinica presso il dipartimento di immunologia e allergologia dell’Ospedale universitario di Ginevra (HUG). «È difficile stimare se la sua prevalenza aumenti nel tempo. Tuttavia, la sensibilizzazione dell’opinione pubblica su questo problema di salute ha consentito una diagnosi precoce e quindi un numero maggiore di casi riscontrati per tempo».