E se in autostrada abbassassimo il limite a 100 chilometri orari?
«Andavo a cento all’ora per trovar la bimba mia» cantava Gianni Morandi. E se il limite di velocità, sulle autostrade svizzere, venisse abbassato dagli attuali 120 (autorizzati dal 1984) ai 100 tanto cari a Morandi? È quanto propone il consigliere nazionale vodese in quota Verdi Raphaël Mahaim. Poche settimane fa, ricordiamo, i cittadini svizzeri erano stati chiamati alle urne per votare sull’allargamento delle autostrade.
Mahaim, lo scorso dicembre, ha depositato una mozione con l’obiettivo di fluidificare il traffico. Alcuni giorni fa, in un’intervista concessa a 24 heures, l’esponente ecologista ha spiegato che «la velocità ideale per far transitare il maggior numero possibile di veicoli su un tratto autostradale è compresa fra 85 e 90 chilometri orari».
Quello di Mahaim non è l’unico tentativo di abbassare la velocità lungo le autostrade del Paese. Giova ricordare, al riguardo, che l'Ufficio federale delle strade (USTRA) a fine 2023 aveva testato e approvato il limite degli 80 chilometri orari nelle ore di punta. Misura che l’USTRA intende implementare prossimamente. Di più, stando ad alcuni studiosi, come Vincent Kaufmann del Politecnico federale di Losanna, «la capacità massima su un’autostrada viene garantita a 60 chilometri orari».
Un'idea «vecchia»
Anche a livello politico, spiega fra gli altri il Blick, la mozione di Mahaim non è un caso isolato. Piuttosto, è un’idea vecchia rispolverata per l’occasione. Lo stesso Mahaim, nel 2022 e in un altro contesto, quello dell’invasione russa su larga scala dell’Ucraina, aveva proposto un limite generalizzato di 100 chilometri orari. Il motivo? «Limitare la nostra dipendenza dalle energie fossili», in particolare dalle fonti energetiche russe. Un ragionamento, questo, che era stato fatto anche in Germania, dove i limiti di velocità sono (quasi) assenti. Riassumendo al massimo, andare meno forte in autostrada consentirebbe di risparmiare benzina e, quindi, di ridurre le importazioni di petrolio. Il Consiglio federale, all’epoca, aveva replicato a Mahaim che la Russia non era «un fornitore maggiore di prodotti petroliferi per la Svizzera». La mozione, infine, era stata rifiutata lo scorso aprile.
Il tentativo di Greta Gysin
«Rallentare per la salute, l'aria, il clima e la sicurezza». Così, nel 2020, recitava un postulato depositato al Consiglio nazionale dalla ticinese Greta Gysin, pure lei in quota Verdi. Postulato che incaricava il Consigio federale di «esaminare i benefici in termini di inquinamento atmosferico, emissioni di gas a effetto serra, per la salute delle popolazione e la sicurezza stradale, di una limitazione della velocità massima sulle autostrade svizzere a 100 km/h». Gysin si era fatta forza sfruttando l’esempio dei Paesi Bassi, che durante e dopo la pandemia, fra il 2020 e il 2024, hanno abbassato il limite autostradale da 130 a 100 chilometri orari fra le 6 e le 19. Il Consiglio federale, alcuni mesi più tardi, aveva risposto alla deputata ticinese che «le autorità preposte possono già oggi disporre riduzioni temporanee della velocità consentita per tutelare l'aria». E ancora: «In generale i benefici di un abbassamento dei limiti su clima, inquinamento atmosferico, sicurezza stradale e salute della popolazione sono incontestabili e dimostrati da studi scientifici. Non occorre pertanto ricorrere a ulteriori accertamenti. Altre misure che coinvolgano i trasporti nella salvaguardia del clima sono inoltre già al vaglio del Consiglio federale nell'ambito della risposta al postulato».
Abbassare il limite? «No, va alzato»
C’è anche chi, tuttavia, in passato ha cercato di alzare il limite autostradale. Nel 2015, il deputato ginevrino dell’MCG, il Mouvement citoyen genevois, Roger Golay aveva depositato un postulato in Consiglio nazionale con l’obiettivo di spingere la Svizzera a copiare i limiti di velocità in vigore in Francia. O, quantomeno, Golay chiedeva che il Consiglio federale valutasse benefici e conseguenze di una simile soluzione. I sette saggi gli avevano risposto che un aumento della velocità in autostrada avrebbe avuto effetti nefasti sull’ambiente. Non solo, in termini di sicurezza un limite a 120 chilometri orari aveva consentito alla Svizzera di abbassare il numero dei morti per incidente rispetto all’Austria, dove il limite è fissato a 130 chilometri orari. Non solo, la conformazione del territorio svizzero giustificherebbe un limite «ridotto» a 120. All’epoca, due iniziative che intendevano portare il limite rispettivamente a 130 e 140 chilometri orari si erano arenate già alla raccolta delle firme.
Altro giro, altra corsa. Nel 2006, un membro del Partito evangelico svizzero – il consigliere nazionale Heiner Studer – aveva interpellato il governo per approfondire l’idea di un’autostrada limitata a 100 o 80 chilometri orari. Studer parlava di economizzare il carburante e di ridurre le emissioni di CO2 nell’ottica di rispettare il Protocollo di Kyoto, un vecchio trattato ambientale. Il Consiglio federale aveva tuttavia calcolato che una riduzione del limite a 100 chilometri orari avrebbe ridotto il consumo di carburante del 2-3%, mentre una riduzione a 80 chilometri orari avrebbe consentito di risparmiare fra il 5 e il 7% del carburante. Il santo, insomma, non valeva la candela.
Il ruolo della crisi petrolifera
I meno giovani, indubbiamente, si ricorderanno l’iniziativa popolare del 1989. Cinque anni prima, nel 1984, la Svizzera aveva adottato il limite generale di 120 chilometri orari in autostrada per «ridurre l’inquinamento atmosferico». Gli iniziativisti, alla fine degli anni Ottanta, puntavano con forza a reintrodurre i vecchi limiti, in vigore dal 1976: 130 chilometri in autostrada e 100 nelle strade al di fuori dei centri abitati. Tutto inutile: il popolo, infatti, si era abituato ai 120 chilometri orari e aveva quindi deciso di rifiutare l’iniziativa. Con una percentuale oseremmo dire bulgara: 62%.
La proposta di Mahaim, concludendo, per certi versi risale al 1963, poco dopo l’apertura del primo tratto autostradale fra Lucerna e Hergiswil. Al Museo dei Trasporti, a Lucerna, si può leggere che era stato dato mandato all’Ufficio federale delle strade di limitare la velocità lungo la A2 a 100 chilometri orari. Una richiesta giunta in seguito a un grave incidente costato la vita a tre persone. Il Consiglio federale, per contro, in quegli anni non voleva saperne di limitare la velocità in autostrada. Ognuno, in sostanza, poteva andare al ritmo che preferiva. Un po’ come in Germania, appunto. La crisi petrolifera degli anni Settanta, tuttavia, aveva spinto le autorità a fissare un primo limite (130 chilometri orari) nel 1973 e, una decina di anni più tardi, a individuare negli attuali 120 chilometri orari la velocità giusta.