Proteste

Gli attivisti per il clima che bloccano le strade: tra indignazione e tensioni

Dopo il caso tedesco, in cui i soccorsi sono arrivati in ritardo, l'UDC chiede pene più severe - A Roma momenti ad alta tensione sul Grande Raccordo Anulare - VIDEO
Red. Online
02.11.2022 16:30

È guerra agli attivisti per il clima che protestano su strade e autostrade. In Svizzera è già successo, più volte: da Berna a Ginevra, da Losanna a Zurigo. I manifestanti di Renovate Switzerland hanno bloccato il traffico, in alcuni casi incollando le proprie mani all'asfalto. E non sono i soli, anche gli attivisti di Extinction Rebellion hanno già colpito in passato. Il metodo di protesta ha però suscitato fortissime polemiche, dopo che a Berlino gli ecologisti di Letzte Generation hanno bloccato l'autostrada, facendo arrivare in ritardo i mezzi dei pompieri e un'ambulanza partita per soccorrere una ciclista vittima di un incidente. I vigili del fuoco della capitale tedesca, che dovevano intervenire con attrezzature speciali per il sollevamento di carichi pesanti, visto che la donna era rimasta intrappolata sotto un camion, hanno denunciato quanto accaduto e la vicenda ha suscitato l'indignazione generale. Lo stesso cancelliere Olaf Scholz si è rivolto agli attivisti, chiedendo di «non mettere in pericolo le persone» con le loro azioni.

Insomma, se i cibi lanciati contro le opere d'arte nei musei sono discutibili, questa è tutta un'altra faccenda. Dopo il recente caso tedesco, l'UDC quest'oggi ha dichiarato battaglia agli attivisti, chiedendo pene più severe nei confronti di quelli che bloccano il traffico stradale. L'UDC ha aspramente criticato l'attuale sistema giudiziario: secondo i democentristi sono necessarie pene pecuniarie e alla polizia dovrebbe venir concessa la facoltà di tenere in detenzione i manifestanti recidivi che bloccano le strade. Secondo l'UDC, gli attivisti, oltre a dover pagare delle multe, dovrebbero risarcire eventuali danni provocati agli automobilisti coinvolti, in quanto spesso, al volante delle vetture bloccate non si trovano solo persone sulla via del lavoro, ma anche fornitori che devono raggiungere in orario i loro clienti. L'UDC, si legge infine in un comunicato, esige la sospensione delle autorità giudiziarie che si astengono dal punire i manifestanti. Secondo il codice penale svizzero, gli attivisti che bloccano il traffico, rischiano il reato di coazione, punibile con una pena detentiva sino a tre anni o con una multa. 

In Italia tensioni sul GRA

Questa mattina, ultimo caso in ordine di tempo, è successo a Roma, sul Grande Raccordo Anulare: gli attivisti di Ultima Generazione si sono seduti sulla careggiata all'altezza di Selva Candida, in un tratto in cui i veicoli sfrecciano a grande velocità. Ragazze e ragazzi hanno protestato per «chiedere lo stop della riapertura delle centrali a carbone e dell'estrazione di gas su tutto il territorio e mare italiano». La situazione è però degenerata, con gli automobilisti che hanno iniziato a sollevare di peso i manifestanti, con tanto di insulti e momenti di forte tensione. Qualcuno ha persino chiesto ai manifestanti di spostarsi, perché si stava sentendo male. Ma loro non ne hanno voluto sapere fino all'arrivo della Polizia di Stato: le autorità sono riuscite ad evitare che un manifestante venisse linciato dagli automobilisti inferociti, e dopo circa mezzora la circolazione è stata ripristinata.