«Gli scioperi per il clima non bastano più, ora facciamo resistenza civile»
Gli scioperi per il clima non bastano più. Ne sono convinti gli attivisti dei nuovi movimenti che spuntando come funghi in tutto il mondo. Da Ultima Generazione a Just Stop Oil, fino all'elvetica Renovate Switzerland. La stagione di Greta Thunberg ha smosso le coscienze di molte persone, ma ora servono mosse più eclatanti. Loro la chiamano «resistenza civile» (o «disobbedienza civile nonviolenta») e la mettono in atto per mandare un messaggio ai Governi dei propri Paesi: bisogna agire, perché è già troppo tardi. Se sulle strade di Roma abbiamo assistito a scene di grande tensione, su quelle delle città svizzere, da Ginevra a Zurigo, il blocco del traffico è avvenuto in maniera decisamente più composta. Ma il messaggio è sempre lo stesso e il modus operandi pure: gli attivisti si siedono in mezzo alla strada con degli striscioni, impediscono ai veicoli di circolare, e, in alcuni casi, incollano le loro mani all'asfalto. Nello specifico, cosa chiedono alla Confederazione? Ne parliamo con Cécile Bessire, addetta stampa di Renovate Switzerland.
Cécile, cos'è Renovate Switzerland? Cosa chiede al Consiglio
federale?
«Renovate
Switzerland è una campagna di resistenza civile lanciata nell'aprile del 2022
in Svizzera. I sostenitori della campagna chiedono al Consiglio federale di
sollecitare una mobilitazione generale per il risanamento termico degli
edifici, come ovvio primo passo per arrivare all’abbandono dei combustibili
fossili e avviare la transizione ecologica. Gli attivisti chiedono inoltre alla Confederazione di sbloccare al più presto 4 miliardi di franchi per la riconversione di 100 mila lavoratori nel settore del rinnovamento termico degli edifici».
Le
azioni di resistenza civile sono davvero efficaci? Per qualcuno gli attivisti stanno solamente creando fastidi alla gente: così non rischiano di attirare critiche piuttosto che consensi?
«Molti dei
diritti che oggi diamo per scontati, incluso il diritto di voto, sono stati
conquistati attraverso la resistenza civile. In ogni momento, i nostri predecessori,
che erano cittadini comuni, si sono rimboccati le maniche e hanno combattuto
per migliorare la società e la giustizia. In passato, le suffragette, Martin
Luther King e i suoi sostenitori, o gli obiettori di coscienza in Svizzera, non
godevano di molti consensi. Furono repressi e imprigionati. I sostenitori di
Renovate Switzerland non sono lì per piacere a qualcuno. Sono lì per fare ciò
che è giusto e necessario: fare in modo che il Consiglio federale faccia il suo
lavoro e protegga le generazioni future dal collasso climatico».
Quando
i manifestanti si siedono in mezzo alla strada rischiano la vita, ne siete consapevoli? Inoltre, potete mettere in pericolo gli altri: come la
mettiamo con i veicoli di emergenza?
«Sì, ne
siamo consapevoli. La realtà è che se i Governi non intraprendono azioni
immediate per ridurre le emissioni di CO2 e il consumo di combustibili fossili,
miliardi di vite sono a rischio. Stando alle proiezioni attuali, circa 3,5
miliardi di persone potrebbero non essere più in grado di vivere dove sono ora
perché farà troppo caldo. Per quanto riguarda i veicoli di emergenza, durante
le nostre azioni, hanno sempre la possibilità di passare, utilizzando la corsia
di emergenza. Oppure apriamo un varco per far passare i mezzi di soccorso
tra le auto incolonnate».
Poi,
solitamente, arriva la polizia…
«Le persone
sedute in strada vengono sempre arrestate dalle autorità. Vengono portate alla
stazione di polizia e prese in custodia. A volte trascorrono la notte in
caserma e poi vengono rilasciate. Ma questo fa parte della resistenza civile».
L'UDC ha
proposto pene più severe per le azioni degli attivisti climatici. Ve lo
aspettavate?
«Sì, è una
reazione che ci aspettavamo e che non fermerà i sostenitori di Renovate
Switzerland. Di fronte all'inerzia del Governo davanti alla crisi climatica, che
minaccia tutto ciò che ci sta a cuore, i cittadini non hanno altra scelta che
scendere in piazza per chiedere garanzie per il proprio futuro. La
riqualificazione termica degli edifici è un primo provvedimento che potrebbe
essere preso in tempi brevi e questo andrebbe a vantaggio di tutta la popolazione».
Eventi come le COP sono considerati importanti per trovare soluzioni all’emergenza
climatica, ma poi gli stessi politici che fanno promesse non sembrano impegnarsi troppo. Quest'anno, molti si sono recati a Sharm el-Sheikh con un jet privato. Un controsenso…
«Ovviamente
è una contraddizione. Le COP sono certamente importanti, ma se fossero davvero
efficaci, non staremmo andando verso un mondo a +5 gradi centigradi con 3,5
miliardi di persone a rischio migrazione. Un mondo in cui fame,
disperazione, violenza, sofferenza e morte sono intorno a noi. Anno dopo anno,
il susseguirsi delle COP e le decisioni sterili prese durante quegli eventi, dimostrano quanto ora
tocchi alla popolazione mobilitarsi e chiedere misure forti. Altrimenti nessuno
dei grandi leader prenderà l'iniziativa».
Gli
scioperi non sono più sufficienti ad attirare l'attenzione
sull'emergenza climatica?
«No,
altrimenti avremmo visto nel 2019 una reale disponibilità da parte dei Governi
ad agire per preservare il nostro clima. Sfortunatamente, non è stato così.
Giorno dopo giorno, le emissioni di C02 continuano ad aumentare, mentre la
finestra di azione si chiude sempre di più».
Cosa pensi
di Greta Thunberg?
«Il suo
nome entrerà nella storia. Verrà ricordata come una delle prime persone che ha
avuto il coraggio di affrontare la verità, dire la verità e agire come se questa verità fosse reale. Non lo ha fatto per piacere alla gente, ma perché era la
cosa giusta da fare».