Gli svizzeri preferiscono la città
Tre quarti della popolazione svizzera vive in un agglomerato. Nel 1950 la quota dei «cittadini» era ferma al 45%. È quanto rileva oggi l’Ufficio federale di statistica (UST), che pubblica una serie di dati in merito.
Il tasso di crescita della popolazione negli agglomerati (17,7%) è superiore a quello totale del Paese (17,2%). Anche la percentuale di stranieri è più elevata in queste aree: nel 2018 era del 27,7%, leggermente superiore alla media svizzera (25,1%).
Il legame con la disoccupazione
I centri urbani svolgono un ruolo fondamentale anche nel mercato del lavoro. Circa 4,1 milioni di impieghi su 5,2 milioni si trovano in aree cittadine. Questa situazione si riflette anche sulla disoccupazione, tanto che l’80% dei senza lavoro domiciliati in Svizzera risiede in uno dei 49 agglomerati del Paese. Di questi, il 43% vive a Zurigo, Ginevra o Basilea.
Gli agglomerati rappresentano inoltre circa il 70% del patrimonio edilizio svizzero. Tra il 2000 e il 2009, quelli con più di 500.000 abitanti hanno mostrato la più forte crescita netta del numero di abitazioni. A Zurigo si è assistito ad un aumento di 64’048 unità, mentre a Ginevra se ne sono costruite 20’603. Tra il 2000 e il 2017, nei cinque maggiori agglomerati del Paese è stato costruito lo stesso numero di abitazioni che nel resto della Svizzera.
Le preferenze politiche
A livello politico, nel 2019 il PLR è stato il partito con la quota maggiore di seggi negli esecutivi delle città (28,1%). Segue il PS con il 20,7%. I PPD ha perso lo 0,5% rispetto all’anno precedente e deteneva il 15,3% dei posti. L’UDC rimaneva al quarto posto con l’11,6%, i Verdi erano al 6,9%. Nei legislativi, il PLR deteneva il 23,6% dei seggi, seguito dal PS con il 21,7% e dall’UDC con il 15,7%. Al quarto posto si trovava il PPD con il 10,2%, davanti ai Verdi a quota 9,8%.