Ambiente

Il cambiamento climatico avrà «ampie ripercussioni» anche in Svizzera

Secondo un recente studio, senza misure di protezione del clima, il nostro Paese si dirige verso la scarsità d’acqua a livello regionale, e paradossalmente, anche verso più inondazioni - Le frane saranno più frequenti a causa delle maggiori precipitazioni e dello sciogliersi del permafrost
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Ats
16.03.2021 15:49

Senza misure di protezione del clima e provvedimenti mirati, la Svizzera si dirige verso scarsità di acqua a livello regionale, e solo paradossalmente, anche verso più inondazioni. Le acque superficiali inoltre si riscalderanno molto, con effetti sulla biodiversità. Tutti questi mutamenti imporranno una gestione diversa dell’oro blu, ad esempio nella produzione di corrente e nell’agricoltura.

Lo dice lo studio «Effetti dei cambiamenti climatici sulle acque della Svizzera: Idrologia, ecologia delle acque e gestione delle acque» pubblicato oggi dall’Ufficio federale dell’ambiente (UFAM). Il lavoro rende conto del progetto Hydro-CH2018 «Basi idrologiche connesse ai cambiamenti climatici», svolto da numerosi specialisti di istituti di ricerca e servizi federali sotto l’egida dell’UFAM.

Per i ricercatori, «le ripercussioni del cambiamento climatico sono ben più ampie di quanto ipotizzato finora», indica una nota diramata dall’UFAM.

Senza misure di protezione del clima, verso la fine del secolo in inverno le portate dei fiumi aumenteranno in media del 30%, mentre in estate scenderanno del 40% rispetto a quelle odierne. La temperatura di fiumi e ruscelli salirà in estate di circa 5,5 °C.

Cambiamenti incisivi per ecosistemi acquatici

Invece, adottando misure per contenere l’ampiezza dei mutamenti globali, come quelle previste nella revisione della Legge sul CO2 sottoposta al voto popolare il prossimo 13 giugno, i cambiamenti saranno più moderati, ma comunque «incisivi», sottolinea la nota. Stando agli scenari idrologici di Hydro-CH2018, le precipitazioni invernali aumenteranno. Le piogge saranno più frequenti delle nevicate, in seguito all’innalzarsi del loro limite. Le estati saranno invece più asciutte e calde, con relativo aumento della temperatura dell’acqua, e i ghiacciai continueranno a sciogliersi.

Conseguenze per il settore idroelettrico...

L’aumento delle risorse idriche in inverno, quando la domanda di energia elettrica è elevata, consente di incrementare la produzione idroelettrica. In estate ci sarà invece meno acqua e le centrali produrranno meno energia. Gli autori dello studio invitano dunque gli attori del settore ad anticipare la gestione di questi mutamenti. Ma anche altri rami devono prevedere adattamenti: i fornitori di acqua potabile, l’industria, il settore della navigazione e l’agricoltura.

... e l’agricoltura

Gli scenari idrologici mostrano che in estate l’acqua scarseggerà proprio soprattutto nel settore primario. Una soluzione potrebbe essere costituita da colture e specie vegetali che richiedono meno acqua e sopportano bene il calore e da un’irrigazione parsimoniosa e mirata. Le acque sotterranee sono meno sensibili alla siccità rispetto ai fiumi o ai laghi, ma potrebbero scarseggiare anch’esse a livello regionale, avvertono i ricercatori.

Aumento dei pericoli naturali

Dallo studio emerge anche un aumento di pericoli naturali quali le inondazioni e le frane poiché le precipitazioni saranno più intense. In alta montagna si scongelerà il permafrost rendendo meno stabili i versanti più ripidi delle montagne, come pure le costruzioni a quote elevate.

Rischi per la biodiversità

Gli scenari dei ricercatori non promettono nulla di buono neanche per la biodiversità. L’acqua sempre più calda come pure il prosciugamento più frequente dei corsi d’acqua di piccole dimensioni nuocciono a diversi organismi nelle e lungo le acque, come le trote e altri pesci amanti del freddo. Poiché un ambiente acquatico seminaturale reagisce meglio al cambiamento climatico e può fungere da spazio vitale, i ricercatori invitano ad adottare tutte le misure per ridurne gli inquinamenti e lo sfruttamento. Le acque di superficie andrebbero inoltre rivitalizzate.

Seguire la strategia del governo

Le varie misure suggerite dai ricercatori presentano una buona corrispondenza con la strategia di adattamento al cambiamento climatico adottata dalla Confederazione nel 2012, di cui lo scorso 20 agosto il Consiglio federale ha approvato il piano d’azione. Oltre all’adozione di misure di adattamento, per la Svizzera rimane cruciale promuovere misure supplementari volte a ridurre le emissioni di gas ad effetto serra, aggiungono però i ricercatori.