Berna

Il Consiglio federale punta a un trattato internazionale con l’Ucraina

Il Dipartimento federale dell'economia, della formazione e della ricerca (DEFR) è stato incaricato di elaborare entro febbraio 2025 un mandato di negoziazione
© KEYSTONE (EPA/MARIA SENOVILLA)
Ats
20.11.2024 15:57

Il Consiglio federale vuole un trattato internazionale con l'Ucraina sul coinvolgimento del settore privato nella ricostruzione del Paese. Il Dipartimento federale dell'economia, della formazione e della ricerca (DEFR) è stato pertanto incaricato di elaborare entro febbraio 2025 un mandato di negoziazione.

Lo scorso giugno, viene ricordato in una nota odierna, il governo aveva deciso di stanziare 500 milioni di franchi nei prossimi quattro anni per coinvolgere il settore privato svizzero nella ricostruzione dell'Ucraina. Si tratta in primo luogo di aiuti finanziari per l'acquisto di prodotti e servizi offerti da aziende elvetiche.

Ai fini di una cooperazione sistematica e a lungo termine è però necessaria una nuova base legale. Secondo il Consiglio federale, essa dovrà essere costituita da un trattato internazionale soggetto a referendum e limitato nel tempo. Il testo verrà negoziato con Kiev e fungerà da fondamenta per un partenariato sulle misure di sostegno della Svizzera conformemente ai principi di Lugano, adottati il 5 luglio 2022 in occasione della Ukraine Recovery Conference (URC).

L'Ucraina conosce già questo approccio, sottolinea l'esecutivo, avendo concluso quest'anno un accordo simile con la Francia. Un trattato consentirà di specificare in dettaglio tutte le modalità di cooperazione, chiarendone la durata e l'estensione geografica, in risposta alla particolare natura della ricostruzione del Paese, si aggiunge nel comunicato.

Le misure per una collaborazione sistematica con le aziende svizzere rientrano nel programma per l'Ucraina 2025-2028, che attingerà ai diversi strumenti di cooperazione internazionale di cui la Svizzera dispone. Il governo propone invece di respingere due mozioni presentate dalle Commissioni della politica estera, che chiedono di fondare gli aiuti a Kiev non su un trattato internazionale, bensì su un'apposita legge, da elaborare e sottoporre alle Camere.

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