Pandemia

In Svizzera la campagna di richiamo è «troppo lenta»

È quello che ritiene l’infettivologo zurighese Huldrych Günthard, precisando che la terza dose è necessaria «altrimenti, ci ritroveremo ben preso nella stessa situazione dell’Austria»
© KEYSTONE/Ti-Press/Elia Bianchi
Ats
21.11.2021 09:00

La campagna delle dosi di richiamo contro il COVID-19 è troppo lenta in Svizzera. È quanto deplora l’infettivologo zurighese Huldrych Günthard. Le persone di oltre 65 anni dovrebbero già aver ricevuto la terza iniezione del vaccino, aggiunge.

«È incomprensibile che i cantoni non facciano di tutto per sommistrare ora e non entro la fine di dicembre la dose di richiamo alle persone anziane e vulnerabili», precisa Günthard in un’intervista pubblicata oggi al domenicale SonntagsZeitung.

Anche per i più giovani la terza dose è necessaria rapidamente. «Altrimenti, ci ritroveremo ben preso nella stessa situazione dell’Austria». Di fronte all’esplosione del numero di contagi, il governo austriaco ha decretato un lockdown generale, che entrerà in vigore domani. La misura finirà il 13 dicembre per le persone vaccinate e guarite dal coronavirus, ma si applicherà in maniera illimitata per i non vaccinati.

Stando all’infettivologo zurighese, la Svizzera ha aspettato troppo prima di autorizzare e raccomandare la dose di richiamo. Se i cantoni non dispongono del personale necessario per vaccinare rapidamente, l’esercito o la protezione civile devono essere chiamati in soccorso, sottolinea Günthard.

Quest’ultimo osserva pure come i vaccini a RNA messaggero utilizzati in Svizzera ritardino probabilmente la crescita delle vaccinazioni. Ma tali vaccini non possono impedire «una situazione problematica», «poiché troppo poche persone sono vaccinate e hanno ricevuto una dose di richiamo». Günthard chiede quindi al Consiglio federale di prendere rapidamente misure di protezione più efficaci.

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