Iniziativa per la responsabilità ambientale, avanti i «no»
Il voto del prossimo 9 di febbraio rischia di diventare uno scoglio difficilmente superabile per l'iniziativa per la responsabilità ambientale, testo presentato dai Giovani Verdi. Secondo un sondaggio di 20 Minuten/Tamedia, sarà respinta dal 63% degli aventi diritto.
Stando all'indagine, pubblicata oggi, a favore è il 34% degli intervistati, mentre il 3% si dice ancora indeciso. Il sostegno a un'iniziativa tradizionalmente tende a scendere con l'avanzare della campagna, che in questo caso durerà ancora quasi sei settimane.
Stavolta, tuttavia, gli esperti si attendono un calo inferiore al solito. La questione di fondo è già infatti stata oggetto di un intenso dibattito negli ultimi anni sulla base di iniziative simili e si tratta quindi di un tema che la popolazione già palleggia.
Le necessarie firme a corredo del testo sono state consegnate nel febbraio 2023. I promotori vogliono sancire nella Costituzione il fatto che l'economia sia vincolata a operare entro "i limiti del pianeta", preservando dunque le risorse. L'impatto ambientale dei consumi in Svizzera in un periodo di dieci anni non dovrà superare i limiti della Terra, tenendo conto del rapporto tra la popolazione elvetica e quella mondiale. Governo e Parlamento l'hanno respinto, temendo direttive troppo radicali.
Secondo i sostenitori, è però giunto il momento di agire contro la crisi climatica, dato che le misure adottate finora non sono sufficienti a prevenirla. Per gli oppositori invece, la trasformazione dell'economia richiesta comporterebbe costi immensi e svantaggi competitivi, mettendo così a rischio fra le altre cose posti di lavoro e benessere.
L'iniziativa verrebbe bocciata con maggior forza dagli elettori di Centro (79%), PLR (89%) e UDC (90%). D'altro canto, gode di notevole appoggio fra i simpatizzanti di Verdi (89%) e PS (70%). Più equilibrata la situazione in casa dei Verdi liberali, con i sì al 54%. Vi sono inoltre sensibili differenze di genere: fra le donne, i favorevoli sono al 43%, tasso che scende al 26% fra gli uomini.
Il sondaggio è stato condotto dall'istituto Leewas su 10'139 persone il 18 e 19 dicembre. Il margine di errore è di 1,7 punti percentuali.
Stando a un'indagine sullo stesso tema realizzata dall'istituto gfs.bern per conto della SSR e divulgata la scorsa settimana, il 49% sarebbe certo o propenso a votare no, contro il 45% sicuro o orientato verso un sì.