La 13. AVS arriverà nel 2026, per il finanziamento si vedrà
Solo una cosa è certa e incontestata: la 13. AVS sarà versata in un’unica rata annuale nel mese di dicembre a ogni persona che ha diritto a una rendita. La prima volta sarà nel 2026. La Commissione della sicurezza sociale degli Stati ha dato il suo benestare al piano governativo per attuare la nuova mensilità. La Camera alta se ne occuperà in dicembre. La strada è quindi tutta in discesa. Ben più complicata, invece, è la questione del finanziamento, per coprire i 4,2 miliardi di franchi di spesa aggiuntiva. Il Consiglio federale ha fatto due richieste: un aumento dell’IVA di 0,7 punti (dall’attuale 8,1% all’8,8%), che dovrebbe consentire maggiori incassi per oltre 2 miliardi di franchi; accompagnato, per ragioni di risparmio, da una riduzione temporanea del contributo della Confederazione, dal 20,2% delle uscite al 19,5%. Questa manovra permetterebbe di mantenere comunque in equilibrio, fino al 2030, il rapporto fra le uscite per le rendite e il Fondo di compensazione (il patrimonio dell’AVS) . Per legge, il Fondo non dovrebbe essere inferiore alle uscite dell’AVS di un anno, che oggi si aggirano sui 50 miliardi di franchi. Senza controfinanziamenti, già dal 2027 ci saranno in cassa meno soldi delle uscite di un anno.
Esame posticipato
La commissione, però, ha rinviato la decisione sulle proposte governative, in attesa di approfondimenti. Anche senza una nuova fonte di finanziamento immediata, spiega, la situazione del Fondo inizierà a deteriorarsi seriamente soltanto a partire dal 2029. Nel frattempo, il Parlamento potrà «effettuare un’analisi seria e documentata» delle diverse forme di finanziamento possibili, considerando anche la prossima riforma estesa dell’AVS, attesa al più tardi nel 2026». Nel settore delle assicurazioni sociali si presenteranno numerose sfide, per le quali si renderà necessaria «una soluzione globale, equilibrata e duratura».
Le coppie sposate e il 150%
Per questo sono stati affidati all’Amministrazione diversi mandati d’esame. I risultati dovranno essere presentati entro il primo trimestre del 2025. In particolare, la commissione vuole esaminare una soluzione di finanziamento mista per la 13. AVS e «un approccio di finanziamento globale» sia per la nuova mensilità sia a proposito della soppressione del tetto delle rendite AVS per le coppie sposate. Su questo punto è pendente un’iniziativa popolare del Centro, alla quale il Consiglio federale ha già detto no, e che costerebbe 3,8 miliardi di franchi all’AVS e 760 alla Confederazione. Oggi le coppie sposate di pensionati ricevono una rendita massima pari a una volta e mezza quella singola, anche se entrambi i coniugi hanno sempre versato l’AVS per intero. Invece, le coppie non sposate con due rendite separate ricevono fino al 200% dell’importo massimo. Secondo il Centro, dopo quella fiscale si tratta di un’ulteriore discriminazione del matrimonio. Ebbene, prima di occuparsi anche di questo aspetto, la commissione vuole avere una visione complessiva, e capire quanto richiederebbe in termini di maggiori prelievi fiscali e salariali. La questione è rilevante politicamente, perché anche la sinistra potrebbe essere interessata a dare man forte al Centro, dopo che il presidente dell’USS Pierre-Yves Maillard (membro della commissione) aveva definito «un’ingiustizia» la situazione attuale dei coniugi nell’AVS.
Piani da rivedere
Il rinvio dell’esame del finanziamento incide giocoforza anche sui piani del Governo, che prevedono la votazione degli Stati sull’IVA in dicembre, del Nazionale in marzo e del popolo in settembre (il referendum è obbligatorio per cambiare l’aliquota). Con tutti gli approfondimenti richiesti, il finanziamento della 13. AVS non potrà essere attuato prima del 2027. Il Consiglio federale, invece, sostiene nel messaggio che servono «misure immediate». Il PS ritiene che il fatti di darsi tempo per trovare un finanziamento sia «un buon primo passo» e che serva una soluzione socialmente accettabile. Dal canto suo, il PLR, ribadisce di essere contrario a misure d’urgenza come l’aumento dell’IVA e dice che Baume-Schneider si deve assumere le sue responsabilità, anticipando di un anno (quindi alla fine del 2025) il progetto di stabilizzazione finanziaria dell’AVS. Il finanziamento della 13. deve essere chiarito nel quadro di questa riforma globale, che dovrà considerare «tutte le possibilità di finanziamento».