La domanda interna tira la volata al Pil svizzero

BERNA - La crescita economica svizzera ha accelerato nel primo trimestre, con una progressione del prodotto interno lordo (Pil) pari allo 0,6% e superiore alle attese. Il dato - un parametro economico che non misura necessariamente il benessere di una nazione - è stato positivamente influenzato dalla domanda interna, ma impulsi sono arrivati anche dall’export.
Rispetto all’ultimo trimestre del 2018 il tasso di crescita reale è stato quindi dello 0,6%, informa oggi la Segreteria di Stato dell’economia (Seco). Si tratta del valore più alto dai primi tre mesi dell’anno scorso: allora l’incremento era stato dello 0,8%, erano seguiti poi +0,7% (secondo trimestre), -0,2% (terzo) e +0,3% (quarto).
Su base annua il Pil è salito dell’1,7%. A titolo di confronto, l’indicatore si è fissato al +2,6% nel 2018 e al +1,6% nel 2017. I valori resi noti dalla Seco sono sensibilmente superiori alle previsioni degli analisti interpellati dall’agenzia finanziaria Awp, che puntavano su dati compresi fra +0,2 e +0,4% per il confronto trimestrale e su progressioni tra +0,8% e +1,0% su base annua.
Anche i risultati relativi al quarto trimestre sono stati leggermente rivisti al rialzo. La Svizzera non rappresenta comunque un’eccezione: anche in altri paesi europei l’espansione economica è stata più marcata nei periodo gennaio-marzo che nei 90 giorni precedenti. La Germania per esempio ha mostrato un aumento del +0,4% che è seguito a una stagnazione.
Rimane inoltre da vedere se gli attuali tassi di crescita saranno confermati anche nei prossimi mesi. In un primo commento gli analisti di VP Bank sostengono che nel primo trimestre l’asticella è stata posta molto in alto e che difficilmente sarà superata. Le vertenze commerciali globali dovrebbero infatti frenare gli investimenti aziendali. Inoltre il motore congiunturale europeo dà segni di stanchezza.
In un’ottica più generale va rilevato come sul prodotto interno lordo il dibattito fra gli economisti rimanga sempre acceso. Il fatto che ad esempio un incidente stradale contribuisca notevolmente all’aumento del Pil mentre lo faccia pochissimo la coltivazione di un proprio orto o - per niente - il volontariato fa sorgere dei dubbi sull’effettiva capacità di questo parametro di descrivere benessere o progresso di una nazione. I vari indicatori alternativi proposti non hanno però mai attecchito.
Tornando ai dati resi noti dalla Seco e scendendo nei dettagli, per la prima volta dopo cinque trimestri nella Confederazione i consumi privati (+0,4%) sono tornati a crescere in misura leggermente superiore alla media, spinti in particolare dai comparti salute e mobilità. Gli investimenti nell’edilizia (+0,5%) sono visibilmente aumentati dopo il lieve calo accusato nel secondo semestre del 2018. Nel ramo edilizio (+1,9%) il valore aggiunto è tornato a crescere a ritmi mai visti dalla fine del 2017, sottolineano i funzionari bernesi. Sviluppo positivo anche per gli investimenti nei beni di equipaggiamento (1,5%): in questo ramo si è speso di più soprattutto nella ricerca e sviluppo, nei veicoli a motore e nei servizi informatici.
Sostenuti da un mercato interno che tira e dall’incremento dell’export di servizi (+1,7%) la maggior parte dei settori del ramo terziario si è sviluppata positivamente. Nei servizi alle imprese (+0,4 %) si è confermata la crescita leggermente superiore alla media già osservata nel trimestre precedente. Aumenta anche il segmento sanitario (+0,8%), seppur con un po’ meno di slancio. Pure nel commercio (+0,5%) il valore aggiunto è tornato a crescere per la prima volta dopo cinque trimestri negativi. In espansione è anche il settore finanziario (+0,7%).
Come già nel trimestre precedente, l’industria manifatturiera (+1,5%) ha mostrato dinamismo: la produzione è aumentata non solo nel ramo farmaceutico ma anche nel comparto dell’orologeria e degli strumenti di precisione. Questo è dovuto anche alla richiesta di prodotti svizzeri a livello internazionale: le esportazioni di merci (+2,2%) sono nuovamente cresciute . Nel contempo sono salite anche le importazioni di beni e servizi (+2,0%).