Il caso

La fiduciaria di Marco Chiesa non era in regola?

È quanto si legge in un'inchiesta del Tages Anzeiger: l'impresa del presidente dell'UDC avrebbe infranto una Legge ticinese per quattordici mesi – Il diretto interessato e i soci, fra cui Piero Marchesi, respingono le accuse
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Red. Online
29.09.2023 11:03

Presidente dell'UDC a livello nazionale e consigliere agli Stati, Marco Chiesa potrebbe aver infranto una Legge ticinese che obbliga le fiduciarie a impiegare almeno un professionista iscritto all'albo cantonale. È quanto emerge, in estrema sintesi, da un'indagine del Tages Anzeiger, secondo cui questa condizione – per un periodo di quattordici mesi – non è stata rispettata dalla Ticiconsult. L'azienda, appunto, gestita dallo stesso Chiesa con il collega democentrista Piero Marchesi e l'ex procuratore federale, ora avvocato, Pierluigi Pasi. 

Gli interessati hanno contestato quanto pubblicato dal quotidiano zurighese, mentre l'irregolarità sarebbe sostenuta anche dalla Federazione mantello dei fiduciari ticinesi. Il problema è sorto nel giugno del 2022, quando la figura professionale iscritta regolarmente all'albo cantonale aveva lasciato l'impiego. Di riflesso, per un anno e oltre l'azienda avrebbe esercitato in maniera non conforme alla legge. La situazione, nel frattempo, è stata regolarizzata poche settimane fa, il 29 agosto, quando Ticiconsult ha nuovamente iscritto nel registro di commercio un fiduciario iscritto all'albo. E questo dopo che l'autorità di vigilanza sull'esercizio delle professioni di fiduciario, dopo alcune segnalazioni, si era chinata sulla vicenda.

Chiesa, al Tages Anzeiger, ha ribadito di aver già regolarizzato la questione con le autorità ticinesi. Piero Marchesi, a nome dei tre soci, ha invece dichiarato che Ticiconsult non ha infranto alcunché, in quanto per una fiduciaria sarebbe sufficiente avere al suo interno un avvocato iscritto al registro di commercio. Tesi, questa, appunto sconfessata dalla Federazione mantello. Secondo i legali di Ticiconsult, il lavoro giornalistico svolto dal quotidiano zurighese avrebbe quale unico scopo screditare politicamente sia Chiesa sia Marchesi, alle prese con la campagna elettorale per le imminenti federali di ottobre. Secondo entrambi, ancora, sarebbero diverse le fiduciarie iscritte al registro di commercio con soli avvocati iscritti all'albo.

Contattati dal CdT, Chiesa e Marchesi in una dichiarazione congiunta affidata al loro avvocato hanno fatto sapere che «l'articolo non riprende né considera minimante le puntuali argomentazioni giuridiche che il legale della società ha fornito per iscritto». Nella presa di posizione, viene citato l'articolo 7 dell'articolo della Legge sull'esercizio della professione di fiduciario (consultabile qui). Che prevede determinate eccezioni. «Trattandosi di questioni squisitamente giuridiche – si legge ancora nella nota – abbiamo conferito l’incarico all’avvocato Adriano Sala di fornire le informazioni necessarie alla comprensione del tema che, purtroppo, i giornalisti non hanno voluto presentare ai lettori. Per altro, le modalità utilizzate per descrivere la questione al pubblico, attraverso le opinioni di professori schierati, tradisce l’intenzione di attaccarci e manifesta la volontà di denigrarci in un momento cruciale delle elezioni federali. L’indipendenza della Svizzera, la gestione dell’immigrazione, la preferenza ai lavoratori residenti, un approvvigionamento energetico sicuro e finanziariamente sostenibile, una politica dell’asilo rigorosa, l’espulsione dei criminali stranieri rimarranno i temi centrali del nostro impegno politico».

Per contro, la presidente della Federazione dei fiduciari, Cristina Maderni, ha chiarito una volta di più che «un avvocato all’interno del proprio studio è autorizzato a svolgere anche le attività previste specificatamente per quello che è il rispetto della legge dei fiduciari». Ma anche che «per una società di terzi occorre richiedere una deroga o la patente».