La franchigia a 150 franchi per frenare la spesa all'estero
Ora è ufficiale. Fare la spesa all’estero potrebbe davvero diventare meno vantaggioso. A partire dal 1. gennaio 2025 il Consiglio federale intende dimezzare il limite di esenzione dall’IVA per le merci acquistate oltre confine. Oggi chi fa la spesa in Italia per un importo massimo di 300 franchi non deve pagare alcuna imposta sull’importazione (attualmente del 7,7%, dal 1. gennaio dell’8,1%) e quando torna in Svizzera può anche farsi rimborsare l’IVA italiana, molto più alta. Un domani, il tetto potrebbe essere abbassato a 150 franchi, rendendo così meno attrattivo lo shopping transfrontaliero. La proposta (cfr. CdT. del 14 novembre) è stata messa in consultazione fino al 15 marzo 2024.
L’ordine partito dalle Camere
Il giro di vite era stato chiesto dal Parlamento. Nell’autunno del 2021 le Camere avevano accolto una mozione della Commissione delle finanze del Nazionale per migliorare l’equità fiscale nel flusso di merci sul confine e al tempo stesso avevano dato seguito a due iniziative dei Cantoni di frontiera di Turgovia e San Gallo, lo stesso della «ministra» delle Finanze Karin Keller-Sutter. Gli interventi avevano l’obiettivo comune di contrastare il turismo degli acquisti e migliorare l’equità fiscale. La mozione chiedeva di ridurre il limite della franchigia, le iniziative cantonali di abolirlo del tutto.
Il Governo era contrario
Il Consiglio federale - allora alle Finanze c’era Ueli Maurer - aveva proposto di respingere la mozione, sostenendo che un limite di franchigia più basso avrebbe comportato un aumento notevole degli sdoganamenti di poco conto. Un limite di franchigia ancora più basso avrebbe causato un onere sproporzionato sia per le Dogane sia per i viaggiatori, costretti a dichiarare anche merci di minima entità. Un intervento sulla franchigia di 300 franchi era considerato anche controproducente. Il consumatore, infatti, essendo obbligato a sdoganare la merce acquistata, avrebbe potuto dire che tanto valeva fare tutti gli acquisti all’estero e non solo una parte. Non solo. Una diminuzione della franchigia o una sua soppressione avrebbero potuto incitare a non dichiarare gli acquisti al passaggio della frontiera. Per applicare le norme più restrittive, le Dogane avrebbero dovuto aumentare i controlli e prevedere multe anche per infrazioni minime.
«Concorrenza sleale»
Dal canto loro, i fautori del giro di vite avevano parlato di concorrenza sleale, perché chi fa acquisti in Svizzera non può dedurre l’IVA. Gli svizzeri che fanno la spesa in Germania, ad esempio, possono farsi restituire l’IVA tedesca già sopra i 50 euro. Questo significa che oggi chi spende fra i 50 euro e i 300 franchi può evitare di pagare l’IVA, sia oltre confine sia nella Confederazione.
Obiettivo raggiunto a quota 150
Un limite di franchigia di 150 franchi, secondo il Governo, permette di attuare sia la mozione sia le iniziative cantonali. Molte merci non possono essere mai importate completamente esenti da imposta a causa della soglia minima per l’esenzione prevista dai Paesi limitrofi. In Italia, ad esempio, è possibile richiedere la restituzione dell’IVA a partire da 155 euro. In Austria il limite è di 75 euro e in Francia di 100.
Più lavoro per le Dogane
Il Governo prevede maggiori sdoganamenti allo sportello, anche se al momento non è possibile determinarne l’entità. Per ridurre al minimo l’onere amministrativo e limitare i disagi ai valichi il Dipartimento delle finanze prevede di accompagnare la riduzione del limite di franchigia con misure d’incentivazione, in particolare adeguando l’apposita app QuickZoll, che può essere utilizzata per pagare l’IVA prima del passaggio della frontiera, senza passare dagli sportelli. L’importo dovuto può essere saldato direttamente tramite la carta di credito pre-registrata. Presumibilmente, dal 2027 si potrà effettuare lo sdoganamento in forma digitale anche con aliquota ridotta per i generi alimentari.
Nuovi comportamenti
È possibile che l’abbassamento del limite di franchigia possa essere aggirato dai consumatori cambiando comportamento; ad esempio, recandosi più spesso all’estero e acquistando ogni volta minori quantità di merce. Si può anche fare la spesa con tutta la famiglia o con amici, visto che la franchigia si calcola per persona, bambini compresi. Oggi una famiglia di quattro persone può effettuare acquisti esenti da IVA per 1.200 franchi. Domani, se passerà la proposta in consultazione, potrà comunque farlo fino a un massimo di 600 franchi. Secondo il Governo, comunque, è improbabile che ci possa essere un impatto per le derrate alimentari, perché le differenze di prezzo nei Paesi limitrofi sono di gran lunga superiori all’IVA del 2,6%. Secondo il sito del «Tages-Anzeiger», Turgovia e San Gallo accolgono con favore il progetto, mentre la Federazione del commercio al dettaglio lo considera solo un primo passo. L’ideale sarebbe una franchigia di 50 franchi.