La nuova franchigia e il turismo della spesa: cambierà, davvero, qualcosa?
Le coordinate sono chiare, anzi chiarissime: dal 1. gennaio, chi effettua acquisti all'estero deve pagare l'IVA svizzera per beni il cui valore complessivo supera 150 franchi. La cosiddetta franchigia, prima, ammontava a 300 franchi per persona. Il tema, evidentemente, è molto sentito nelle zone di confine. In Ticino, ma non solo. Mario Irminger, l'amministratore delegato del Gruppo Migros, in un'intervista alle testate di CH Media si è addirittura spinto oltre, affermando che un abbassamento della citata franchigia a 50 franchi sarebbe stato, citiamo, «ideale». Anche perché, a mo' di contromisura, Paesi come l'Italia e la Germania hanno abbassato le rispettive soglie per richiedere il rimborso dell'IVA: 70 euro per quella italiana, mentre il limite di 50 per quella tedesca verrà addirittura abolito al più tardi nel 2026.
Il tema scalda, dicevamo, nonostante il freddo di questi giorni. Il Tages-Anzeiger, al riguardo, ha pubblicato un reportage da Weil am Rhein, in Germania appunto, a pochi, pochissimi passi dal confine. Vi si può arrivare comodamente in tram, dal centro di Basilea, perfino in bicicletta. Il turismo della spesa (o dello shopping) a queste latitudini è un discorso piuttosto dibattuto. Per il commercio al dettaglio svizzero, a Basilea e dintorni, quei 50 euro di limite, oltre ai prezzi bassi e all'euro debole, rappresentano un pesante svantaggio competitivo. Oltreconfine, i clienti interessati a fare acquisti (risparmiando) possono trovare di tutto e di più. Tant'è che, ogni anno, nelle zone di confine tedesche affluiscono circa 8,5 miliardi di franchi svizzeri.
I clienti svizzeri sono attratti dai prezzi, in molti casi più bassi, e come detto dalla possibilità di recuperare l'IVA tedesca, al 19%. Il tutto senza pagare, franchigia permettendo, quella elvetica. «Molte cose in Svizzera sono molto più costose» ripetono in coro, quasi fosse un mantra, i clienti interrogati al confine dal Tages-Anzeiger. L'abbassamento della franchigia da parte della Confederazione non spaventa. Anche perché, spesso, a recarsi oltreconfine sono famiglie intere. Detto in altri termini: il limite può essere spalmato su tre, quattro, anche cinque persone. Il quotidiano zurighese, in zona Weil am Rhein, ha notato che le targhe non sono soltanto quelle più scontate, nel senso di comuni: oltre a Basilea Città e Campagna, insomma, per fare spesa e acquisti arrivano anche da Argovia, Soletta e perfino dalla Svizzera centrale. Altro mantra: «Il nuovo regime doganale non cambierà affatto il comportamento degli acquisti». Ovvero, gli svizzeri arrivavano prima dell'abbassamento della franchigia e continueranno ad arrivare. Magari in gruppi più numerosi, oppure decidendo di fare la spesa sull'arco di più giorni.
Ultimo aspetto: il limite dei 50 euro per il rimborso dell'IVA tedesca, che presto cadrà. La Germania inizierà i test alla sua app specifica a partire dalla prossima estate. Ed è proprio qui che si inseriscono alcune rimostranze politiche. Walter Schönholzer, a capo del governo turgoviese, a dicembre aveva spiegato al Blick che l'abbassamento della franchigia è indubbiamente un passo nella giusta direzione, anche se bisognerà vedere come si tradurrà «nella realtà». E ancora: «Vedremo se rilanciare le nostre iniziative in un secondo momento». La consigliera agli Stati turgoviese Brigitte Häberli-Koller (Centro) aveva fatto eco a Schönholzer: «Abbiamo lottato per anni per ottenere questa riduzione. È un passo avanti importante, ma dobbiamo tenere d'occhio l'evoluzione della situazione». Il problema, agli occhi di Schönholzer, è che chi acquista all'estero dovrebbe «pagare l'IVA in almeno un Paese e non essere premiato con l'esenzione fiscale». La questione, va da sé, è delicata. In futuro, infatti, se un residente in Svizzera farà acquisti fino a 150 franchi in Germania sarà esentato dall'IVA sia nella Confederazione sia oltreconfine. Al momento, la doppia esenzione dall'IVA fra Svizzera e Germania è garantita nella fascia fra i 50 euro e i 150 franchi. «Penso che la Confederazione potrebbe fare un ottimo uso del gettito IVA aggiuntivo» aveva spiegato Schönholzer. Un riferimento, nemmeno troppo velato, al finanziamento della tredicesima AVS.