Manifestazione

La protesta pro-Gaza ha raggiunto anche l'Università di Losanna

Una quarantina di studenti ha occupato l'edificio dedicato alle scienze politiche, alle scienze sociali e alle geoscienze ambientali chiedendo all'istituto di interrompere ogni collaborazione con Israele
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Red. Online
02.05.2024 18:45

Gli Stati Uniti, dove le proteste pro-Gaza vanno avanti da settimane oramai. Ma anche la Francia, l'Italia e altri Paesi europei. Fra cui la Svizzera. Oggi, infatti, all'Università di Losanna poco dopo le 16.30 è stato annunciato l'inizio, citiamo, una «occupazione pacifica dell'Università di Losanna (UNIL) per il boicottaggio accademico delle istituzioni israeliane e il cessate il fuoco in Palestina».

Su Telegram, come riporta il Blick, circolano alcune foto scattate all'interno di Géopolis, l'edificio universitario dedicato alle scienze politiche, alle scienze sociali e alle geoscienze ambientali. Le immagini mostrano una quarantina di studenti, seduti, con alcune bandiere della Palestina stese sul pavimento. Gli studenti, secondo le prime testimonianze raccolte, hanno intonato slogan.

Fra le richieste formulate dai manifestanti, leggiamo, domina un tema in particolare. Gli studenti auspicano, infatti, che l'Università di Losanna «rediga un elenco delle attuali collaborazioni con le istituzioni israeliane» e «le sospenda immediatamente». Il Blick, a marzo, aveva in effetti elencato queste collaborazioni, fra cui figurano l'Ashkelon Academic College e l'Università ebraica di Gerusalemme. Una protesta analoga, ma tramite un articolo sul giornale studentesco, era stata avviata al Politecnico federale di Losanna (EPFL). Le Canard Huppé, il giornale studentesco appunto, aveva ripescato una collaborazione del 2003 fra l'EPFL e un'azienda israeliana produttrice di armi. L'istituto, prontamente, aveva ribadito: «Abbiamo sempre agito nel rispetto delle regole». 

Allargando il campo, i manifestanti seduti all'interno di Géopolis hanno chiesto «un cessate il fuoco immediato e permanente su tutto il territorio palestinese», una denuncia da parte dell'UNIL della «distruzione delle Università gazane e dell'uccisione di accademici e studenti gazani», il «ripristino immediato dei finanziamenti all'UNRWA» e «la fine della repressione del movimento di solidarietà con la Palestina».

La portavoce dell'UNIL, Géraldine Falbriard, ha spiegato al Blick che i manifestanti hanno parlato con la direzione di Géopolis, presente sul posto. Alcuni manifestanti si sono accomodati a un tavolo con il rettore e due vicerettori. «La nostra azione è spontanea e non ha leader»si può leggere nella dichiarazione appena diffusa. «Le persone che hanno occupato l'edificio universitario si rifiutano di essere complici del genocidio coloniale perpetrato dal regime di apartheid israeliano». Gli studenti che hanno aderito alla protesta hanno chiesto a «tutti» di unirsi a loro e lanciato un appello a mobilitarsi anche «ai membri di altre Università».

Secondo quanto comunicato, l’occupazione dovrebbe (o potrebbe) protrarsi fino a lunedì.