Nazioni Unite

La Svizzera entra nel Consiglio di sicurezza ONU

Con 187 voti a favore (a 127 la soglia minima) la Confederazione arriva ad occupare per la prima volta uno dei dieci seggi non permanenti – Cassis: «Crediamo di poter dare un contributo, fidatevi di noi»
© KEYSTONE / ALESSANDRO DELLA VALLE
Red. Online
09.06.2022 17:04

Oggi, a New York, l’Assemblea generale dell’ONU ha eletto la Svizzera al Consiglio di sicurezza con 187 voti su 190. Dall’adesione della Svizzera all’ONU nel 2002, nessuno Stato appartenente al gruppo «Paesi dell’Europa occidentale e altri Stati» è stato eletto con un risultato migliore. Si tratta di un segnale forte di sostegno e di fiducia da parte della comunità internazionale nei confronti del nostro Paese. «Siamo onorati di questa elezione. Adempieremo il mandato con rispetto e siamo pronti ad impegnarci in modo costruttivo e ad assumerci le nostre responsabilità all’interno del Consiglio di sicurezza», ha affermato il presidente della Confederazione Ignazio Cassis, che era presente all’elezione.

Il Consiglio di sicurezza dell’ONU e la Svizzera perseguono gli stessi obiettivi

Il mandato del Consiglio di sicurezza, ossia operare per mantenere la pace e la sicurezza internazionali, coincide con il principale obiettivo della politica estera svizzera. Secondo la Costituzione federale, la Svizzera contribuisce ad assicurare la convivenza pacifica dei popoli nonché a salvaguardare le basi naturali della vita. Con il suo primo seggio nel Consiglio di sicurezza, il nostro Paese può ora adempiere questa missione al meglio e nel contempo attuare un obiettivo prioritario della Strategia di politica estera 2020–2023 nel campo della pace e della sicurezza. «Vogliamo mettere a frutto il know-how svizzero per promuovere la pace nel mondo, far conoscere i nostri valori e, in veste di Paese neutrale, contribuire a soluzioni di compromesso», spiega il presidente della Confederazione a proposito del ruolo della Svizzera nel Consiglio di sicurezza.In relazione al suo seggio nel Consiglio di sicurezza, la Svizzera intende fissare quattro priorità: costruire una pace sostenibile, proteggere la popolazione civile, affrontare la questione della sicurezza climatica e rafforzare l’efficienza del Consiglio stesso. Nel corso dell’estate le Commissioni della politica estera (CPE) del Consiglio nazionale e del Consiglio degli Stati saranno consultate in merito alle priorità, che successivamente verranno adottate dal Consiglio federale in via definitiva.

Oltre dieci anni di preparativi all’elezione e al seggio

Sono trascorsi 20 anni dal referendum che ha deciso l’adesione della Svizzera all’ONU. Dopo ampie consultazioni con il Parlamento, nel 2011 il Consiglio federale ha presentato la candidatura della Svizzera al Consiglio di sicurezza. Nel 2015 un rapporto dell’Esecutivo ha confermato la compatibilità del seggio con la neutralità del Paese. La Svizzera ha pubblicizzato la sua candidatura e il suo profilo con lo slogan «Un più per la pace». Ora sono in corso i preparativi in vista del seggio. Nei mesi scorsi il Consiglio federale ha definito, tra le altre cose, i processi decisionali e di coordinamento interni e, d’intesa con le CPE, ha stabilito le modalità del coinvolgimento del Parlamento.

Membri permanenti e non permanenti del Consiglio di sicurezza

Il Consiglio di sicurezza è stato creato nel 1946 ed è un organo principale dell’ONU. Si compone di cinque membri permanenti (Cina, Francia, Regno Unito, Russia e Stati Uniti – noti anche come «permanent five» o P5) e dieci non permanenti («elected members» o E10). Questi ultimi vengono eletti dall’Assemblea generale dell’ONU per un periodo di due anni. Oggi insieme alla Svizzera sono stati eletti nel Consiglio di sicurezza anche l’Ecuador, il Giappone, Malta e il Mozambico, e nel 2023 vi saranno rappresentati anche l’Albania, il Brasile, gli Emirati arabi uniti, il Gabon e il Ghana. I membri permanenti dispongono del diritto di veto nell’adozione delle risoluzioni. Tuttavia, dipendono dai membri non permanenti, dal momento che le decisioni richiedono almeno nove voti favorevoli. Inoltre, i membri non permanenti forniscono regolarmente contributi importanti per il lavoro del Consiglio di sicurezza.

«Un impegno per la pace»

L'elezione della Svizzera nel Consiglio di sicurezza è stata accolta con favore dal Segretario generale dell'organizzazione, Antonio Guterres. La considera un'«ulteriore dimostrazione di impegno per la pace e la sicurezza globale». «La Svizzera è sempre stata un faro nella comunità internazionale per il suo approccio di principio alla pace e al multilateralismo», ha dichiarato oggi a Keystone-ATS il portavoce di Guterres Stéphane Dujarric.

Gioie e critiche

L'UDC, da sempre contraria all'entrata della Svizzera nel Consiglio di sicurezza dell'Onu, ritiene che l'elezione odierna trascinerà il paese in conflitti esteri. I Verdi liberali (PVL), invece, hanno espresso la propria soddisfazione. «Oggi la Svizzera ottiene un seggio nel Consiglio di sicurezza dell'ONU. Questo organismo di superpotenze decide chi va in guerra e chi in pace. Gli altri partiti ci stanno trascinando in conflitti esteri. Solo l'UDC è a favore di una Svizzera neutrale e sicura», scrive il partito su Twitter. Diametralmente opposta la reazione del PVL. «Con il suo nuovo compito, la Svizzera si assume una responsabilità e può lavorare attivamente per la pace», scrive, sempre su Twitter.

«Fidatevi di noi»

L'elezione nel Consiglio di sicurezza dell'Onu rappresenta «un giorno molto importante per la Svizzera», ha dichiarato oggi il presidente della Confederazione Ignazio Cassis. «A vent'anni dal nostro ingresso nelle Nazioni Unite, vogliamo essere parte della soluzione con la nostra tradizione umanitaria». «Crediamo di poter dare un contributo», ha aggiunto il ticinese, rallegrandosi di apprestarsi a fare «un buon lavoro». «Fidatevi di noi», ha aggiunto.

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