La Svizzera genera più rifiuti di plastica rispetto ai Paesi limitrofi
Ogni anno, la popolazione svizzera produce in media 95 chili di detriti di plastica pro capite. Stando ad un rapporto pubblicato oggi da Oceancare, organizzazione internazionale che si batte da anni per la tutela della biodiversità marina, il nostro Paese genera decisamente più rifiuti di plastica monouso rispetto alle nazioni limitrofe.
L'ONG con sede nella Confederazione, per rilevare la recente statistica, si è basata sulle stime emesse dall'Ufficio federale dell'ambiente (UFAM), risalenti al 2010 ma considerate ancora realistiche. Stando ad Oceancare, in Svizzera buona parte dei detriti sparsi nell'ambiente vengono raccolti nei campi, nei boschi, nei fiumi o nei laghi, generando così un costo di smaltimento annuo pari a 200 milioni di franchi. Tuttavia, alcuni rifiuti quantificati nel sondaggio non possono più essere recuperati, in quanto si tratta di cosiddette microplastiche, ovvero particelle di materiale plastico generalmente più piccole di un millimetro, oppure addirittura microscopiche.
Secondo il rapporto dell'ONG, nel nostro Paese l'inquinamento di macroplastica e microplastica ha raggiunto le 14'000 tonnellate annue. Gran parte è rappresentato dall'abrasione dei pneumatici (8'900 tonnellate) e dal littering - l'atto volontario di gettare o abbandonare piccole quantità di rifiuti urbani senza utilizzare gli appositi contenitori (2'700 tonnellate). Ogni anno, circa 55 tonnellate, perlopiù di microplastica, finiscono nel Lemano, il quale ha accumulato fino ad oggi praticamente già 580 tonnellate di immondizia.
Oceancare mette in guardia sull'elevato consumo di plastica in Svizzera. Stando alle cifre pubblicate, il livello pro capite ha raggiunto oggi i 127 chilogrammi annui. Addirittura l'85-95% dei detriti vine incenerito senza essere riciclato o riadoperato.
Secondo l'ONG, il problema è da attribuire in parte alla politica del nostro Paese. «La Svizzera si trova agli ultimi posti a livello europeo per quanto riguarda le misure adottate per far fronte a questo problema. Anche la popolazione elvetica si aspetta chiaramente una presa di posizione, come è stato mostrato in un nostro recente sondaggio (pubblicato a fine ottobre, ndr). Ora tocca alla confederazione risolvere la questione», ha dichiarato Fabienne McLellan, direttrice di Ocenacare.