La Svizzera non è un paradiso fiscale

La Commissione Ue non ha inserito la Confederazione nell'elenco delle "giurisdizioni che non cooperano"
Red. Online
17.06.2015 16:08

BRUXELLES - La Commissione Ue vuole riformare la tassazione delle imprese in Europa, per renderla più trasparente ed equa e per combattere l'evasione. Per questo ha lanciato oggi un piano d'azione che, tra le altre cose, prevede di rilanciare la proposta di creare una base imponibile comune (ferma in Consiglio dal 2011), assicurare che i profitti vengano tassati laddove sono generati, trovare un approccio comune verso i paradisi fiscali, e per questo ha pubblicato la prima lista delle giurisdizioni che non cooperano. Tra queste non figura la Svizzera.

La direttiva sulla base imponibile comune (CCCTB o Common Consolidated Corporate Tax Base) è ferma in Consiglio, ostacolata da diversi Paesi, Irlanda in testa. Il commissario agli affari economici Pierre Moscovici ha annunciato che presenterà la sua proposta all'inizio del 2016, e sarà diversa dalla precedente. Conterrà un approccio 'passo dopo passo'. Due le fasi: nella prima si troverà una definizione comune di 'profitti tassabili', e nella seconda la Commissione proporrà di passare al consolidamento, cioè una condivisone dei profitti.

Secondo Bruxelles poi, c'è un forte consenso a favore dell'idea che le società debbano pagare laddove generano profitti. Perciò si riformerà anche il 'regime di trasferimento dei profitti' e quello dei 'patent boxes', che permette di avere una aliquota preferenziale per la proprietà intellettuale. Queste due 'trovate' fiscali, consentono alle multinazionali di spostare i profitti tra Paesi per eludere il fisco.

Infine, la Commissione ha pubblicato per la prima volta la lista dei paradisi fiscali. Trenta Paesi, tra cui Hong Kong e Brunei in Asia, Monaco, Andorra e Guernsey in Europa, una serie di Paesi caraibici inclusi le Isole Cayman e le British Virgin Islands. La Svizzera non è nell'elenco.