L’aeroporto migliore d’Europa? È sempre Zurigo
Zurigo-Kloten ha vinto. Ancora. Per il diciottesimo anno di fila, lo scalo elvetico si è aggiudicato il premio quale miglior aeroporto europeo nell’ambito dei World Travel Awards. Pazzesco, già. Immaginatevi una squadra fortissima, praticamente imbattibile. Capace, soprattutto, di sbaragliare una concorrenza agguerrita. Citiamo gli altri finalisti: Amsterdam, Barcellona, Berlino, Amburgo, Londra Heathrow, Istanbul, Lisbona, Monaco, Parigi Charles de Gaulle, Pristina, Roma Fiumicino, Mosca Sheremetyevo e Vienna. Hai detto poco. Come spiegare un dominio così netto e incontrastato? E ancora: qual è il segreto del successo alle spalle della struttura zurighese? Ne abbiamo parlato con Bettina Kunz, portavoce della Flughafen Zürich AG, la società che gestisce lo scalo.
Cosa significano questi premi per l’aeroporto? Quanti e quali sforzi deve sostenere lo scalo per primeggiare in queste classifiche?
«Innanzitutto, siamo molto orgogliosi di aver vinto nuovamente questo premio. In particolare, pensando agli ultimi mesi. Veniamo da un periodo molto impegnativo. Tuttavia, è ancora più gratificante vedere premiati gli sforzi dei nostri dipendenti: hanno dato il meglio anche durante la crisi. D’altronde, la nostra missione è quella di essere un aeroporto di qualità. Prima, durante e dopo la pandemia».
L’aeroporto di Zurigo è stato particolarmente lodato per i suoi protocolli anti COVID-19. Pensiamo ai plexiglas, ai gel igienizzanti distribuiti ovunque e alla possibilità di effettuare un tampone direttamente in aeroporto. Può raccontarci di più?
«Dallo scoppio della pandemia abbiamo rispettato i regolamenti federali nel contenimento e nel controllo del coronavirus. Oltre ai plexiglas ai banchi check-in e ai dispenser di gel disinfettante, beh, penso ai robot di pulizia, ai corrimano delle scale mobili autodisinfettanti e a varie misure di comunicazione circa l’obbligo di indossare una mascherina. Non solo, all’aeroporto di Zurigo continuiamo a impiegare i cosiddetti passenger flow manager, che sensibilizzano e istruiscono i passeggeri in merito alle regole in vigore».
L’aeroporto di Zurigo, per quanto grande, può considerarsi un city airport. Si trova vicino al centro ed è facilmente raggiungibile con i mezzi pubblici. Quanto è importante questo aspetto?
«La vicinanza alla città è fondamentale per noi. Ci vuole appena un quarto d’ora per raggiungere la città dal centro. E viceversa. Di fatto, nessuno è posizionato meglio di noi. Un aspetto che tanto gli svizzeri quanto i turisti stranieri apprezzano».
Grazie ad Alp Transit l’aeroporto di Kloten è diventato molto più appetibile anche per i ticinesi. Cosa può dirci in merito?
«Non disponiamo di una risposta precisa, anche perché non raccogliamo dati di questo tipo. Di sicuro non del cantone di provenienza».
Glasgow accoglierà la Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici e Zurigo, con il suo aeroporto, è in prima linea per ridurre (e un giorno azzerare) le emissioni di CO2. Quali strategie state portando avanti su questo fronte?
«Flughafen Zürich AG lavora sulla riduzione delle emissioni e sul risparmio energetico da oltre trent’anni. Dal 1991 siamo riusciti a ridurre le nostre emissioni di CO2 quasi del 50%. Nella protezione del clima, perseguiamo una duplice strategia. Da un lato, appunto, la continua riduzione delle emissioni derivanti dallo sviluppo e dal funzionamento dello scalo attraverso la ristrutturazione degli edifici, l’utilizzo di energia rinnovabile e l’elettrificazione del parco veicoli. Dall’altro, il sostegno ai partner dell’aeroporto nei loro progetti di riduzione delle emissioni. Il che include sistemi di approvvigionamento energetico per gli aerei, colonne di ricarica per i veicoli e introduzione di carburanti sostenibili per l’aviazione».
L’aviazione ha di fronte a sé diverse sfide, fra cui quella del volo a zero emissioni. Qualche vittoria l’avete già ottenuta, giusto?
«Sì, come aeroporto siamo fortemente impegnati a promuovere il volo a zero emissioni di CO2. Due anni fa, durante il Forum di Davos, a Zurigo è atterrato il primo jet privato alimentato con carburante sostenibile. Lo scorso luglio, invece, lo stesso carburante è stato usato per il primo volo di linea. Abbiamo recitato e continuiamo a recitare un ruolo chiave per l’implementazione di questo carburante in Svizzera».
Nonostante la pandemia, l’aeroporto di Zurigo non ha mai chiuso, dimostrando una resilienza notevole. Si può dire che il peggio è passato o è troppo presto?
«La pandemia non è ancora finita quindi no, è troppo complicato lanciarsi ora in previsioni o commenti definitivi. Tuttavia, la riapertura di Paesi come gli Stati Uniti o i segnali positivi che giungono dall’Asia fanno pensare che la tendenza, in termini di numero di voli e passeggeri, sarà al rialzo. Proseguiremo, insomma, con il trend positivo dell’estate».