Le Monde attacca Roger Federer: «Voracità finanziaria fuori dal comune»
A Roger Federer, immaginiamo, staranno fischiando le orecchie. Martedì, l'ex tennista è stato attaccato frontalmente nientepopodimeno che dal quotidiano francese Le Monde. Il tema? Il fiuto per gli affari del basilese, accusato senza mezzi termini di «voracità finanziaria fuori dal comune». L'articolo, nello specifico, ha analizzato la questione On, il marchio di calzature di cui Federer è azionista e testimonial. Avevamo riassunto la vicenda qui e qui: in sostanza, i costi di produzione in Vietnam sarebbero irrisori se paragonati ai prezzi di vendita finali delle scarpe in Svizzera e in Europa. Le Monde, fra le altre cose, ha scritto che questa vicenda danneggia ulteriormente l'immagine del campione, un'immagine che, dopo l'addio del tennis, si sarebbe rovinata e non poco.
Quando giocava, ha sottolineato Le Monde, Federer ha evitato qualsivoglia polemica sfruttando i suoi risultati, eccezionali, ma anche il suo stile di gioco «inimitabile», la sua «disinvoltura poliglotta» e la sua «consueta cortesia». Un signore, insomma. Il quotidiano francese, al riguardo, ha ricordato che «in Svizzera era oggetto di un'ammirazione che rasentava la venerazione». La sua immagine, ad esempio, non veniva intaccata nemmeno quando rinunciava (con motivazioni non sempre convincenti) alle convocazioni in Coppa Davis. Da quando ha posato la racchetta, tuttavia, il rapporto di Federer con il denaro, ha ribadito Le Monde, «è stato messo sotto accusa». Fra le partnership discusse e criticate, detto di On, è stata citata quella con Credit Suisse.
Le Monde, come altri media, ha ripreso l'inchiesta della rivista K-Tipp. Puntando il dito su un aspetto tutto fuorché secondario: la discrepanza fra l'immagine dichiarata dell'azienda e la realtà dei fatti. «È il caso del modello Roger Advantage, che costa al produttore vietnamita 17,86 franchi svizzeri e si può trovare a 190 franchi nel negozio online per i clienti svizzeri» si legge nell'articolo. «Anche deducendo i costi di trasporto (1,70 franchi al paio) e i dazi doganali, nonché l'IVA (8,1% in Svizzera), il margine è ancora impressionante». E ancora: «Anche Adidas e Puma, che producono le loro scarpe in Vietnam, spesso nelle stesse fabbriche, lavorano con margini quattro volte inferiori» ha affermato il quotidiano francese.
Le Monde ha citato anche la Neue Zürcher Zeitung, secondo cui «il problema non è tanto quello di produrre a basso costo in un Paese dell'Estremo Oriente per poi vendere a un prezzo esorbitante in un Paese ricco che se lo può permettere». No, il problema risiede appunto «nella discrepanza tra la politica reale dell'azienda e l'esaltazione morale con cui mette in scena le sue azioni». Secondo la NZZ, On avrebbe peccato e starebbe peccando di ipocrisia. «Non ha senso enfatizzare i nobili valori, i diritti umani e l'impatto sociale se alla sarta vietnamita non arriva nulla di tutto ciò».
Sulla vicenda, finora, lo stesso Federer ha mantenuto il più assoluto riserbo. Non ne ha parlato, non ne sta parlando. Una prassi, ogniqualvolta le sue partnership vengono criticate. Della serie: la tempesta, prima o poi, passerà.