Le reazioni al voto: pro e contro la modifica sull’omofobia

Ampia approvazione del popolo svizzero per la modifica di legge del Codice penale contro la discriminazione basata sull’orientamento sessuale. Con il 63% dei voti favorevoli, quasi la totalità dei cantoni – eccetto Uri, Svitto e Appenzello interno – ha seguito le intenzioni di Parlamento e Consiglio federale di rafforzare la legge antirazzismo così da impedire che una persona possa essere discriminata a causa del suo orientamento sessuale. La propaganda e l’incitamento all’odio per gli stessi motivi saranno ugualmente punibili e tutte queste azioni saranno condannate se avverranno in pubblico. Nel rispetto della libertà di espressione, sarà tuttavia sempre possibile esprimere opinioni critiche e tenere discussioni e dibattiti oggettivi in pubblico.
La socialista Laura Riget, da noi contattata, si è detta «molto soddisfatta del chiaro risultato ottenuto non solo a livello federale, ma anche in Ticino. Questo è un forte segnale contro l’omofobia e il popolo svizzero ha chiaramente detto di volere una società aperta, tollerante e priva di odio. Dobbiamo usare questo entusiasmo del voto odierno per affrontare le prossime sfide che ci attendono, come il matrimonio per tutti e l’adozione per coppie omosessuali. Siamo pronti ad andare avanti in questa direzione e avere una società che dà uguali diritti a tutti». Il Ticino è stato uno dei cantoni con la più alta percentuale di consensi con il 66,8% (55.998) contro il 33,2% di sfavorevoli (27.860).
Sul fronte opposto, invece, tira aria di delusione. Il presidente dell’Unione democratica federale (UDF) Ticino Edo Pellegrini rileva come «il risultato ottenuto è ragionevole, ma il popolo ha deciso e ci adegueremo. Adesso staremo attenti a quello che succede nella società civile, ma in questo campo penso che la questione sia chiusa. Vedremo se i fatti ci daranno ragione o torto e in un certo senso spero di avere torto, almeno significa che la cosa ha funzionato». Per Pellegrini, con maggiori mezzi e soprattutto finanziari, il comitato referendario avrebbe potuto ottenere un risultato migliore, anche se «vincerla sarebbe stata dura, perché già solo nella lettura del titolo, come si fa a votare no? Molti votano di pancia. Era difficile per noi far passare il messaggio della libertà di espressione».