L’estate sta finendo: come sono andate le vacanze?
Abbiamo da poco passato lo scoglio del Ferragosto che segna nel nostro immaginario un po’ l’ultimo baluardo dell’estate. La maggior parte dei vacanzieri è già andata e tornata dalle mete turistiche, mentre altri si apprestano a godersi le ferie in queste ultime settimane, tra fine agosto e inizio settembre. Con il passare lento degli ultimi giorni estivi, arriva il tempo di provare a tracciare i primi bilanci di questa stagione vacanziera che si avvia a conclusione.
Per descrivere un quadro generale dell’estate 2021, ci siamo rivolti ai rappresentanti di tre delle maggiori agenzie turistiche in Ticino. Diverse le domande sull’argomento: le partenze registrate quest’anno, le mete scelte dai turisti svizzeri, i possibili disagi legati alle documentazioni COVID necessarie per muoversi, arrivando alle previsioni e alle aspettative per il futuro. Hanno risposto alle nostre domande Giancarlo Leonardi, responsabile vendite in Ticino per Kuoni, Davide Nettuno, portavoce di Hotelplan Ticino e Sandro Fabretto, manager di Gateway Tours.
Cominciamo a vedere come ha risposto alle aspettative la stagione estiva 2021, trattandosi ancora di un anno di pandemia. In generale, tenuto conto delle particolari situazioni sanitarie, c’è un senso di moderata soddisfazione da parte delle agenzie, anche se naturalmente i dati di quest’anno non possono, purtroppo, essere paragonati ai risultati che si ottenevano prima della pandemia. Sono tuttavia leggermente migliori rispetto a quelli del 2020, come ci spiega Giancarlo Leonardi: «Possiamo reputarci ancora soddisfatti, data la situazione che tutti noi viviamo. È comunque un’estate abbastanza buona rispetto alla scorsa. Chiaramente siamo lungi dal ripetere i risultati degli anni pre-pandemia». Dello stesso avviso Davide Nettuno: «Diciamo che, se la paragoniamo all’estate scorsa, è stata senz’altro migliore. Se facciamo dei paragoni con gli anni precedenti al discorso della pandemia, evidentemente siamo ancora, non dico proprio ai piedi della scala, ma ai primi gradini». E Nettuno aggiunge come in effetti abbia pesato ancora l’assenza delle grandi destinazioni più lontane, di solito molto attrattive, riducendo di fatto il mercato. Anche Sandro Fabretto concorda, specificando che, nonostante dei risultati abbastanza buoni sulle partenze a corto raggio, la cifra d’affari di quest’anno è in calo rispetto al 2019. Pesano, anche in questo caso, le grosse mete come Stati Uniti, Canada, l’Oriente e le zone caraibiche, tutte molto difficili da raggiungere.
Le mete
Parlando di mete, tutti sono concordi su un punto: le vacanze all’estero hanno visto come protagonista assoluto il mar Mediterraneo e le località che vi si affacciano. Le agenzie riportano che la quasi totalità dei viaggi all’estero era concentrata tra Italia, Spagna, Grecia e Portogallo. Scelte abbastanza classiche che confermano un trend già delineatosi l’anno scorso. Pochissimi quelli che si sono azzardati a imbarcarsi in una vacanza sulle lunghe tratte, come conferma Fabretto: «Qualche eccezione l’abbiamo avuta, chi ha osato un po’ di più è andato all’estero in destinazioni a lungo raggio, ma rappresentano veramente una percentuale piccolissima». Le persone cercano il mare senza doversi imbarcare in viaggi troppo lunghi e complicati. In due parole: mare ed Europa.
E la Svizzera? Anche quest’anno diversi turisti confederati hanno scelto destinazioni locali per le loro vacanze estive, preferendole a un viaggio oltre i confini. Come ci illustra Davide Nettuno: «C’è stata tanta gente che non è partita all’estero, ma che ha comunque fatto vacanza, magari l’ha fatta qui optando per soluzioni diverse». Molto richiesto il Ticino. Secondo Nettuno, in particolare, è stato registrato un buonissimo risultato per quel che concerne appartamenti e case di vacanza, un risultato persino migliore di quello dell’anno precedente. E questo, in effetti, è un trend che ha accompagnato le vacanze in clima di pandemia, come ci spiega bene il portavoce di Hotelplan: le persone si sono sentite molto più rassicurate all’idea di alloggiare presso delle case di vacanza isolate o piccoli alberghi, lontani dalle grandi città e dagli assembramenti di persone. Questo è stato sicuramente un effetto provocato dalla pandemia. In quest’ottica di piccoli alloggi vacanzieri, molti turisti hanno scelto montagne e valli ticinesi, prenotando sin da febbraio-marzo rustici e casette di vacanze e facendo registrare in breve tempo il tutto esaurito.
L’effetto Green Pass
Quest’anno è impossibile pensare alla partenza senza pensare al Green Pass e agli altri documenti di certificazione. Abbiamo chiesto come si sono trovati i clienti delle agenzie di viaggi rispetto a queste disposizioni e se avessero riscontrato dei problemi alla partenza o al rientro. Le tre testimonianze ci spiegano bene come i rispettivi clienti si sono rapportati alle misure e concordano sul ruolo di aiuto effettivo che le agenzie hanno assunto in questo momento ancora abbastanza delicato per chi desidera mettersi in viaggio. Nettuno riporta che, fortunatamente, di problemi tra clienti e Green Pass non ce ne sono stati. Merito di un’attenta strategia che ha mirato a una scrupolosa informazione della clientela sulle esigenze richieste da ogni Paese, prima di una possibile prenotazione. Al momento in cui il cliente indica la meta che gli piacerebbe raggiungere, oltre a reperirgli la struttura adatta alle sue esigenze, l’agenzia s’informa subito sulle disposizioni in vigore nel Paese e le riporta al cliente. Così quest’ultimo può tranquillamente decidere se dedicarsi alla raccolta dei documenti e partire per il viaggio o rinunciare e cambiare meta. Quindi nessun problema, né in partenza, né una volta arrivati a destinazione. Tuttavia Nettuno precisa che il Green Pass potrebbe «avere pilotato un po’ la scelta del cliente sulla destinazione, dato che alcune di queste hanno implementato la regola del Green Pass, per esempio per la ristorazione, e altre invece no», influenzando quindi le persone a preferire una meta invece di un’altra. Sandro Fabretto spiega che il Green Pass ha causato un po’ di confusione tra la clientela, essendo anche stato introdotto da poco tempo. Inoltre, riscontra qualche controsenso: per mettersi in viaggio è obbligatorio impegnarsi a preparare molti documenti di certificazione, anche online, che poi di fatto vengono richiesti o controllati raramente. Anche Leonardi ci illustra come l’offerta delle agenzie abbia effettivamente aiutato moltissimo i vacanzieri a «districarsi nei meandri burocratici» di tutti i tipi di documentazioni richieste. Al contrario, coloro che hanno optato per il fai da te hanno incontrato qualche problema in più. In generale però, spiega Leonardi, «ognuno ha dovuto convivere con più controlli, con la compilazione di tutti questi moduli e ha dovuto ovviamente portare più pazienza recandosi con largo anticipo in aeroporto a causa di questi controlli».
Le partenze last minute
Siamo verso la fine di agosto, ma il periodo vacanziero non è ancora del tutto finito: restano infatti alcune settimane per chi è pronto a partire in coda al periodo estivo. Davide Nettuno ci traccia un quadro della situazione: «Tendenzialmente, negli anni considerati normali, questo è un periodo quasi di rilassamento, perché chiaramente il grosso delle prenotazioni veniva fatto con un anticipo abbastanza importante», quest’estate invece non è stato il caso, dato che la gente tende «a prenotare sotto data per essere sicura di non avere poi sorprese dal punto di vista di disposizioni, problemi, quarantene e quant’altro. Di conseguenza, è un po’ difficile prevedere come potrebbe essere questo periodo». Ma in ogni caso la voglia di partire anche durante queste ultime settimane estive sembra non mancare: «Da quello che vedo come flusso in ufficio, suppongo che la gente che vuol partire ci sia ancora, in numeri chiaramente minori rispetto a quello che poteva essere il mese di luglio». L’affluenza registrata, spiega Nettuno, potrebbe venire da quelle persone che sono state un po’ indecise o titubanti durante tutta l’estate. Che, magari non fidandosi troppo delle condizioni, hanno atteso fino adesso e ora si rendono conto, osservando le reazioni di chi è partito e ritorna, che in effetti è andato tutto bene. E quindi decidono di prendersi le ferie in coda all’estate «affacciandosi all’uscio dell’agenzia». Tuttavia anche la questione delle vacanze a fine estate (e future) si riallaccia inesorabilmente a quella delle restrizioni. Per Sandro Fabretto sul minor numero di prenotazioni per i mesi successivi incide, innanzitutto, il prossimo inizio delle scuole, che comporta automaticamente molto meno movimento, e soprattutto - spingendosi anche in là di qualche mese - la scarsa possibilità di pianificare con un minimo di anticipo: «Oggi è impensabile prenotare qualcosa per Natale, quando non si conosce niente di come saranno le condizioni del Paese a livello pandemico e a livello di requisiti necessari per entrare». La gente deve temporeggiare per via delle condizioni sanitarie del Paese prescelto. Questo rappresenta naturalmente un problema per le agenzie di viaggi. E aggiunge: «Oggi viaggiare rappresenta un rischio» e anche un problema. Non tanto per via degli innumerevoli controlli, ma quanto per la preoccupazione di risultare positivi una volta che ci si trova all’estero. Ne deriva infatti tutta una serie di spiacevoli conseguenze: impossibilità di lasciare il Paese estero o di atterrare in patria, obbligo di quarantena con diversi giorni persi, spese in più, problemi con le assicurazioni. E tutto questo si complica ancora di più se si tratta di famiglie o gruppi di amici in cui alcuni risultano positivi, mentre altri no. Fabretto conclude che tutta questa serie di problemi fa sì che le persone siano molto più dubbiose e che non si buttino subito sulle prenotazioni. Questo quello che osserva per il futuro: sono veramente in pochi quelli che si azzardano a prenotare per le prossime vacanze. Anche Leonardi conferma che in effetti le partenze tendono a calare quando si avvicina il rientro scolastico, c’è naturalmente meno richiesta, aggiungendo che «la maggior parte delle persone ha sicuramente già prenotato e usufruito delle vacanze, comunque c’è sempre qualcuno che intende partire per le ultime due settimane di agosto e settembre, che rimane un mese piacevole per raggiungere le mete elencate in precedenza».
Risultati ancora lontani dal 2019
I risultati riportati per l’estate 2021 non hanno veramente sorpreso i nostri intervistati: tutti se li attendevano, viste le restrizioni ancora in vigore in alcuni Paesi esteri, che tendono anche ad essere soggette a rapidi cambiamenti, così come la presenza di documenti da compilare e certificazioni da esibire. Ma si nota anche come ci sia in atto un’evoluzione nelle funzioni delle agenzie di viaggi, le quali si adattano rapidamente alle esigenze della clientela in tempo di pandemia. Nettuno ci ha spiegato che in effetti «quello che frena sono le insicurezze su quelle che sono le restrizioni, i cambiamenti continui delle disposizioni sanitarie da parte di alcuni Paesi. Non dimentichiamoci che in primavera, e anche durante l’inizio dell’estate, era ancora in vigore la famosa lista dei Paesi a rischio di Berna, che imponeva delle quarantene al rientro, adesso è stata praticamente eliminata o ridotta all’osso. Però sono tutti fattori che non stimolano a partire, sono dei paletti in più che si pongono tra chi decide di partire e chi poi effettivamente parte realmente». Un freno per chi era abituato, prima della pandemia, a organizzare e prenotare le vacanze estive già in primavera: «Esatto, passa quasi la voglia di pianificare...». Per fortuna però c’è stata gente che ha comunque voluto partire e grazie al lavoro dell’agenzia, si è riusciti a lavorare in modo anche tranquillo sulle destinazioni. «Chi voleva veramente partire ha potuto essere accontentato e, anche col nostro aiuto, è riuscito a pianificare un viaggio e a sapere esattamente cosa fosse necessario preparare a livello di documentazione e registrazioni online sui vari siti dei vari governi. Diciamo che il nostro lavoro da quel punto di vista è cambiato un po’: da consulenti di vacanza siamo diventati anche degli ottimi consulenti per quanto riguarda l’allestimento di tutto quello che poi è il pacchetto delle disposizioni». Un importante ruolo quello delle agenzie, che ha rassicurato parecchi viaggiatori e ha conquistato la fiducia anche di coloro che si affidavano ad altri canali, come per esempio le prenotazioni online. Conclude Nettuno: «Ci siamo impegnati affinché chi volesse partire potesse veramente farlo, ed è andata bene».
Le aspettative trovano tutti concordi. Fabretto conferma che era prevedibile che le cose andassero come di fatto sono andate e ribadisce: «Adesso il grosso problema è capire quando si ripartirà veramente, perché questo è un problema che tocca tutto il mondo turistico» aggiungendo che non è possibile per un’agenzia sopravvivere soltanto con le prenotazioni di vacanze nel bacino mediterraneo. «Questo è un dato di fatto». L’augurio di Leonardi è per un futuro più roseo: «Le aspettative chiaramente sono quelle di ritornare quanto prima ai risultati degli anni precedenti, pre-pandemia. Siamo, come detto, ancora lontani da ciò, però dato il contesto attuale possiamo ritenerci abbastanza soddisfatti. Sappiamo che non è sempre piacevole doversi adeguare a delle direttive sanitarie, ma sono state imposte proprio per la salvaguardia della salute di tutti. È un pegno che ognuno ha dovuto pagare se voleva partire e non restare a fare le vacanze sul balcone di casa propria. Chiaramente ci si augura che la cosa vada sempre meglio, però fino a quel momento dovremo adeguarci a tutte le direttive che ogni singolo Paese impone». Anche Nettuno conclude con la medesima riflessione: le misure ci sono, non fanno sempre piacere e non semplificano le procedure di viaggio, però al momento la situazione è questa e bisogna accettarla se si intende partire per l’estero: «Ormai è un dato di fatto e, volenti o nolenti, o ce la si fa piacere o si fa qualcos’altro».