Limitare la spesa all'estero? Sì, dimezzando la franchigia
Fare la spesa all’estero dovrebbe diventare meno vantaggioso. Stando ai giornali del gruppo Tamedia, l’attuale franchigia sull’IVA è a rischio. Il Consiglio federale, infatti, intende ridurre il limite di esenzione dall’imposta sul valore aggiunto per le merci acquistate oltre confine. Oggi, ad esempio, chi fa la spesa in Italia per un importo massimo di 300 franchi non deve pagare nessuna imposta sull’importazione (oggi del 7,7%, dal 1. gennaio dell’8,1%) e quando torna in Svizzera può anche farsi rimborsare l’IVA italiana. Un domani, il tetto potrebbe essere abbassato a 150 franchi, rendendo così meno attrattivo lo shopping transfrontaliero. Una proposta in questo senso dovrebbe essere messa in consultazione prossimamente.
Il giro di vite era stato chiesto due anni fa dal Parlamento che aveva approvato una mozione presentata dalla Commissione delle finanze del Nazionale, allo scopo di migliorare l’uguaglianza fiscale negli acquisti. Le Camere avevano accolto anche due iniziative cantonali – una di San Gallo, l’altra di Turgovia – che chiedevano l’eliminazione totale della franchigia, allo scopo di favorire il commercio al dettaglio indigeno, già penalizzato dal franco forte.
Superate le resistenze
Il Consiglio federale, in passato, si era sempre detto contrario a un intervento sulla franchigia di 300 franchi. Innanzitutto perché questa misura, alla prova dei fatti, potrebbe rivelarsi controproducente. Il consumatore, infatti, potrebbe dirsi: «Dal momento che devo in ogni caso sdoganare la merce acquistata tanto vale fare tutti gli acquisti all’estero, e non solo una parte». In secondo luogo, si temeva che un abbassamento della franchigia potesse comportare un aumento notevole del lavoro amministrativo per le dogane, per di più per acquisti di modesta entità. Infine, una diminuzione della franchigia o una sua soppressione avrebbero potuto incitare i consumatori a non dichiarare gli acquisti al passaggio della frontiera. Per applicare le norme più restrittive, le Dogane avrebbero dovuto aumentare i controlli e prevedere multe anche per infrazioni minime, venendo meno al principio dell’utilizzo razionale delle risorse. Queste resistenze, comunque, sarebbero superate, sia perché il Parlamento ha dato un mandato chiaro al Governo sia perché, stando a Tamedia, la consigliera federale e «ministra» delle Finanze Karin Keller-Sutter, in quanto sangallese, ben conosce le conseguenze del turismo degli acquisti.
C’è QuickZoll
Secondo il Parlamento, le possibilità tecniche attuali, come l’applicazione per smartphone QuickZoll, facilitano il pagamento dell’IVA e rendono meno problematico un abbassamento del valore della franchigia, adattandolo alla soglia di esenzione del Paese di provenienza. Con quest’applicazione è possibile dichiarare le merci da importare prima del passaggio della frontiera e pagare gli eventuali tributi. In questo caso, l’importo dovuto può essere pagato direttamente tramite la carte di credito preregistrata. I beni sdoganati con QuickZoll possono essere importati in Svizzera da ogni posto di confine. Inoltre, chi attraversa un valico non occupato può dichiarare per iscritto le merci acquistate, utilizzando i moduli disponibili in loco nella cassetta delle dichiarazioni.
I consumatori possono farsi rimborsare l’IVA per quasi tutti i prodotti acquistati nei Paesi dell’Unione europea, facendo timbrare l’apposito modulo di esportazione alla dogana. In Italia la spesa minima per il rimborso dell’IVA è di 155 euro, in Francia di 175, in Austria di 75 e in Germania di 50. In quest’ultimo caso, gli svizzeri che oggi acquistano merci per un valore compreso fra i 50 euro e i 300 franchi possono evitare di pagare l’IVA al di qua e al di là del confine. In questo modo, il turismo degli acquisti fruisce di un evidente vantaggio concorrenziale.
Gli stratagemmi
Resta il fatto, come ricordano i giornali Tamedia, che ci sono stratagemmi per evitare di pagare l’IVA anche in presenza di una soglia più bassa. È possibile, ad esempio, recarsi più spesso all’estero e acquistare ogni volta minori quantità di merce. Si può anche fare la spesa con tutta la famiglia o con degli amici, visto che la franchigia si calcola per persona, bambini compresi. Oggi una famiglia di quattro persone può effettuare acquisti esenti da IVA per 1.200 franchi. Questo, ovviamente, non vale nel caso dell’acquisto di un unico prodotto.