Il punto

L'Italia chiede, la Svizzera perquisisce: fedpol al lavoro a Zurigo per il «pezzotto»

Il Ministero pubblico della Confederazione, nell'ambito della maxi-operazione «Taken Down», conferma di aver ricevuto una domanda di assistenza giudiziaria internazionale dalle autorità italiane
© AlpakaVideo
Marcello Pelizzari
27.11.2024 17:15

Che il famoso (e famigerato) pezzotto fosse nel mirino delle autorità, in Italia ma non solo, si sapeva. Tempo fa, il CdT aveva riferito della stretta varata proprio oltreconfine. E delle possibili ripercussioni in Svizzera, Ticino compreso. Oggi, la Polizia di Stato italiana ha annunciato una maxi-operazione contro lo streaming illegale, denominata Taken Down, grazie alla quale è stata smantellata, citiamo, la più vasta organizzazione criminale transnazionale dedita alla pirateria audiovisiva, tra Italia e Europa. Nello specifico, 270 e oltre operatori della Polizia Postale hanno effettuato 89 perquisizioni in quindici regioni italiane e, grazie alla collaborazione delle forze di polizia straniere, 14 perquisizioni fra Regno Unito, Paesi Bassi, Svezia, Svizzera, Romania e Croazia. Sì, avete letto bene: Svizzera. Detto che, in tutto, sono coinvolte 102 persone, l’operazione ha preso di mira un’infrastruttura che, illegalmente, serviva oltre 22 milioni di utenti finali.

Le accuse, è stato detto in conferenza stampa, sono di streaming illegale di contenuti audiovisivi mediante IPTV, violazione del diritto d’autore, accesso abusivo a sistemi informatici, detenzione di codici di accesso e frode informatica. Così il procuratore della Repubblica Francesco Curcio: «Abbiamo oscurato 22 milioni di utenti. Se consideriamo che in Europa ci sono circa 500 milioni di abitanti, considerate che percentuale elevata di soggetti che si sono trovati oscurati, giustamente, i loro collegamenti illegali. Ora rischiano una sanzione amministrativa». Gli ha fatto eco Marcello La Bella, direttore del Centro operativo per la sicurezza cibernetica della Polizia Postale di Catania: «Sarà difficile, a differenza di quanto avvenuto in passato, rimettere in piedi l’attività illegale in poco tempo. Anche gli utenti finali saranno multati».

Dicevamo delle perquisizioni all’estero. Che hanno coinvolto, comunicati alla mano, anche la Svizzera. In che modo? E dove, di preciso? «Nel contesto di suo interesse – ha risposto, da noi sollecitato, il portavoce del Ministero pubblico della Confederazione (MPC) Matteo Cremaschi – il Ministero pubblico della Confederazione sta eseguendo una domanda di assistenza giudiziaria internazionale in materia penale ricevuta dalle preposte autorità italiane». Una domanda che si è tradotta, ieri, 26 novembre 2024, in «una perquisizione domiciliare nel Canton Zurigo» effettuata da fedpol su mandato dello stesso MPC.

Il Ministero, in ogni caso, ha rimandato alle autorità giudiziarie italiane ogni ulteriore informazione «sul contenuto della domanda di assistenza» e, di riflesso, «sui risultati della stessa». Questo, ha aggiunto il portavoce, poiché l’autorità richiedente «è l’unica competente a rispondere a queste domande».

Allo stato attuale, l’MPC non sta comunque conducendo un proprio procedimento penale nell’ambito della maxi-operazione.