Politica

L’ombra delle ruspe anche su rustici e chalet

Il Tribunale federale ha stabilito che un edificio costruito fuori dalla zona edificabile è da abbattere – La discussione approda oggi in Consiglio nazionale: sul tavolo c’è una proposta della maggioranza della Commissione dell’ambiente che propone un periodo di «tolleranza» di 30 anni – La proposta non fa l'unanimità
© CdT/Archivio
Nico Nonella
17.03.2022 06:00

Sugli edifici costruiti abusivamente fuori dalle zone edificabili incombono le ruspe. Senza se e senza ma. A deciderlo, lo scorso anno, era stato il Tribunale federale e ora centinaia di migliaia di edifici “illegali” sono a rischio demolizione. Inclusi anche diverse icone del turismo elvetico, ossia i rustici ticinesi, gli chalet vallesani e le Maiensässe grigionesi. Ma il Parlamento potrebbe salvarli. Il tema approda oggi in Consiglio nazionale, chiamato ad esprimersi su una proposta della maggioranza della Commissione dell’ambiente, della pianificazione del territorio e dell’energia di introdurre una “sanatoria”.

La decisione
Ma andiamo con ordine. Il 28 aprile 2021 il Tribunale federale aveva accolto il ricorso dei confinanti di un’impresa di costruzione che da tempo gestiva su un fondo nella zona agricola di un Comune lucernese il proprio deposito con numerosi edifici e impianti, che in gran parte non erano mai stati autorizzati. Le autorità lucernesi avevano ordinato la demolizione di alcune parti, rinunciando però a tale misura per edifici e impianti realizzati precedentemente il 1983. Questa decisione era stata motivata in base alla giurisprudenza del Tribunale federale valida per le zone edificabili, secondo cui l’obbligo di ripristino della situazione conforme al diritto in caso di abuso edilizio si estingue dopo 30 anni. Secondo le autorità, intervenute per la prima volta il 22 gennaio 2013, tale circostanza varrebbe anche nelle zone non edificabili. Di diverso avviso, però, è stata l’Alta corte, la quale ha stabilito che le costruzioni illegali situate in zone edificabili e quelle situate fuori da esse non sottostanno alle medesime regole: nel primo caso, l’obbligo di ripristinare la situazione conforme alla legge si estingue dopo 30 anni, nel secondo – ha stabilito il TF –, no. La sentenza del Tribunale federale, che di fatto mette paletti più stretti, interessa oltre mezzo milione di edifici: il Consiglio federale ha stimato che almeno 595 mila edifici sono interessati dalla sentenza. Rustici inclusi.

Posizioni contrapposte
Come detto, il tema verrà discusso oggi dalla Camera del popolo. Sul tappeto c’è una mozione presentata da Christine Bulliard-Marbach (Centro) e Mike Egger (UDC) che chiede al Consiglio federale di sottoporre al Parlamento basi legali affinché, nel caso di edifici costruiti illecitamente fuori dalle zone edificabili, l’obbligo di ripristinare la situazione conforme alla legge si estingua dopo 30 anni. A detta dei mozionanti, l’applicazione della decisione del Tribunale federale comporterebbe oneri amministrativi sproporzionati e ingestibili per le autorità cantonali e comunali. «Non si tratta di tutelare chi ha agito illegalmente», ha spiegato Egger al Tages Anzeiger. «Tuttavia, se un Comune non si è accorto in 30 anni che un edificio è stato costruito illegalmente, allora deve subentrare la prescrizione». La proposta verrà sostenuta da UDC, Centro e dalla maggioranza del PLR. Una minoranza della Commissione vuole però bocciare la proposta. «Non esiste che chi ha agito illegalmente venga addirittura premiato», ha dichiarato il consigliere nazionale Jon Pult (PS) al Corriere del Ticino. A differenza della maggioranza dei liberali radicali, anche Anna Giacometti, consigliera nazionale ed ex sindaca di Bregaglia, si è schierata con la minoranza: «A Bregaglia sono stata confrontata con casi di abusi edilizi, principalmente stalle ristrutturate in abitazioni secondarie e rivendute», spiega al CdT. «Non si possono parificare le zone edificabili con quelle non edificabili: chi fa il furbo non deve essere premiato. Inoltre, mi chiedo come sarà possibile determinare se un abuso edilizio ha più di 30 anni se non è mai stata concessa una licenza?». Dal canto suo, il Consiglio federale ha già preso posizione lo scorso 21 novembre e invita a respingere la proposta. Per il Governo, l’introduzione di un termine di prescrizione per le costruzioni illegali al di fuori delle zone edificabili avrebbe innanzitutto come conseguenza «che chi rispetta la legge si troverebbe in una situazione peggiore di chi costruisce illegalmente». Pertanto, «un intervento sistematico da parte delle autorità contro l’abusivismo è la soluzione più efficace per tutelare la certezza del diritto. In questo modo, è chiaro fin dall’inizio a coloro che vogliono costruire che dovranno aspettarsi la demolizione se costruiscono illegalmente».