Svizzera

L'Università di Friburgo potrebbe dover risparmiare diversi milioni all'anno

Secondo il quotidiano La Liberté, il rettorato pianifica tagli ai servizi centrali e nelle facoltà
© KEYSTONE/Martin Ruetschi
Ats
21.11.2024 10:53

L'Università di Friburgo (UniFR) potrebbe trovarsi a dover risparmiare diversi milioni di franchi all'anno. Il personale è preoccupato in quanto alcuni posti non saranno sostituiti una volta resisi vacanti.

Secondo il quotidiano La Liberté, il rettorato pianifica tagli ai servizi centrali e nelle facoltà. Ognuna di queste ultime dovrebbe risparmiare 750'000 franchi a partire dal 2027. «L'ammontare esatto non è ancora noto, poiché il processo è in corso», ha dichiarato oggi a Keystone-ATS il portavoce dell'UniFR Marius Widmer, che ha tuttavia indicato una cifra di diversi milioni di franchi all'anno per l'istituzione nel suo complesso.

L'università ha spiegato che il dialogo con il Cantone prosegue: quest'ultimo si è dimostrato aperto a possibili discussioni per il bilancio 2026 e successivi. L'ateneo spera vivamente che la situazione finanziaria federale e cantonale per allora si chiarisca, in quanto l'UniFR deve fare i conti con il programma di risparmio del Cantone e con la revisione dei compiti e delle sovvenzioni della Confederazione.

Widmer ha confermato che non tutti i posti saranno nuovamente occupati, quando si renderanno liberi. «Tuttavia, non c'è alcun congelamento del rinnovo degli impieghi, ma ogni facoltà dovrà istituire un comitato di pianificazione entro la fine dell'anno, che dovrà fissare priorità in termini di copertura di questa o quella funzione».

Il portavoce ha aggiunto che non c'è rischio di licenziamenti. L'UniFR impiega circa 2500 persone per un totale di circa 10.000 studenti.

Il personale dell'università è preoccupato. Il Sindacato svizzero dei servizi pubblici (VPOD/SSP) ha annunciato di essere stato contattato da diversi dipendenti dell'università. «Tutti sono stati colti di sorpresa. Il personale non si aspettava di ricevere una tale informazione», riferisce il sindacalista Gaétan Zurkinden a La Liberté.