L'incontro

Mimmo Lucano in Svizzera: «Non è così difficile cambiare il mondo»

Mentre il Ministero dell’Interno apre la procedura di decadenza da sindaco di Riace, dall’Università di Neuchâtel l'europarlamentare ribadisce il suo impegno per un’Europa della solidarietà e dell’accoglienza
16.03.2025 18:00

Nell’auto che lo riporta a Ginevra, Mimmo Lucano è stanco ma commosso. L’aula universitaria venerdì sera era piena di studenti, docenti e cittadini venuti da Friburgo, da Losanna, da Berna. Un’accoglienza calorosa di cui l’europarlamentare aveva bisogno: la notizia che il Viminale ha avviato la procedura affinché decada da sindaco di Riace gli era giunta proprio mentre arrivava su suolo elvetico, giovedì 13 marzo. Per lui, dunque, la tregua giudiziaria sarà durata appena un mese, dal 12 febbraio scorso, cioè, quando la Corte di Cassazione italiana, dopo una vicenda durata 7 anni, l’aveva assolto definitivamente dalle accuse di illeciti per la gestione dell’accoglienza dei migranti in Calabria, confermando però la condanna a 18 mesi, con la sospensione, per il reato di falso in atto pubblico.

Ma andiamo con ordine.

Ogni anno, nel mese di marzo, moltissime città svizzere aderiscono alla Settimana di azione contro il razzismo, una manifestazione sostenuta dalla Confederazione per sensibilizzare contro la discriminazione razziale. Tra gli eventi proposti a Neuchâtel, per questa edizione, la tavola rotonda La migration en Méditerranée, voluta dalla sociologa Alessandra Polidori, ricercatrice nell’ateneo neocastellano e membro del Forum Suisse pour l’étude des migrations et de la population. La presenza di Lucano al dibattito è stata confermata solo pochi giorni prima dell’evento. Dal giugno 2024, infatti, Mimmo Lucano siede al Parlamento europeo (candidato da Alleanza Verdi e Sinistra) e perciò si divide tra Strasburgo e Riace, dove, sempre nel giugno 2024, è stato rieletto sindaco per la quarta volta (le due cariche sono compatibili in quanto il Comune amministrato è un centro di piccole dimensioni). Da quando Alessandra Polidori ha diffuso sui social la conferma della partecipazione di Mimmo Lucano all’evento, il suo telefono non ha smesso di squillare: il mondo dell’associazionismo romando, dei collettivi, ma anche singoli cittadini, giornalisti e ricercatori si sono attivati per allungare il tour dell’europarlamentare, invitandolo nelle loro rispettive città. Ginevra è stata la prima a ospitarlo, proprio nella sera della brutta notizia giuntagli da Roma.

Noto in tutto il mondo come ideatore di quello che è stato definito il «modello Riace», Lucano preferisce parlare dell’esperienza condivisa coi suoi concittadini come di un laboratorio spontaneo, che ha mostrato al mondo intero che un approccio diverso ai flussi migratori è possibile. Dal 1998 in questo Comune in provincia di Reggio Calabria i richiedenti asilo, i migranti, gli esseri umani in fuga da guerre e povertà vengono accolti dalla comunità locale. Da quella prima carretta del mare, che scaricò sulla spiaggia della marina di Riace circa duecento profughi dal Kurdistan, il paese della costa jonica – dissanguato dall’emigrazione, come tantissimi altri sulla dorsale appenninica – ha messo spontaneamente a disposizione dei nuovi arrivati le case abbandonate, dando inizio a un’integrazione diffusa che ha permesso una vera e propria rinascita socio-economica del territorio. Si sono riaperte le scuole, gli ambulatori, le attività artigianali, è stato creato un frantoio che ha dato lavoro e da vivere a diverse famiglie di nuovi cittadini. Lucano la chiama «la banalità del bene». I filosofi parlano di filoxenia, amicizia nei confronti dello straniero. Sono arrivati volontari e turisti solidali dalla Svizzera e dalla Francia, dalle comunità di Longo Mai. L’esperimento ha attirato l’attenzione del mondo intero, costringendo a un ripensamento radicale – proprio negli anni in cui crescevano le destre sovraniste – della gestione del fenomeno migratorio. Film (Il volo di Wim Venders), documentari (Un paese di Calabria di Shu Aiello e Catherine Catella su Playsuisse; Non rimarrò in silenzio di Tommaso D’Elia e Daniela Preziosi, in accesso libero online) e libri hanno raccontato e studiato l’esperienza di Riace per valutarne anche l’esportabilità. Lui, Mimmo Lucano, è stato proposto per il Nobel per la Pace e insignito di moltissimi riconoscimenti e premi internazionali, tra cui, nel 2015, quello per la Libertà e i Diritti umani a Berna e nel 2021 il premio Main Dans la Main a Lugano, conferitogli anche a titolo di contributo per le spese giudiziarie che ha dovuto affrontare. Nell’ottobre 2018, infatti, il Sindaco si è ritrovato agli arresti domiciliari accusato di reati legati a una presunta gestione illecita dell’accoglienza ai migranti, finalizzata a un guadagno personale. Tra le accuse, il favoreggiamento all’immigrazione clandestina. Riace fu invasa da manifestanti, sotto le finestre di casa sua sfilarono in cinquemila, venuti da varie parti d’Italia, per esprimergli solidarietà. In primo grado il Tribunale di Locri l’aveva condannato a 13 anni e due mesi di carcere: una pena esorbitante che fece parlare di «reato di solidarietà». La sentenza fu poi ribaltata dalla Corte d’appello nel 2023, che ritenne solo la condanna per falso, in relazione a una delibera del 2017, con una pena comminata di 18 mesi. Il terzo grado di giudizio, come si diceva, si è espresso proprio il 12 febbraio 2025, confermando che non è esistito alcun sistema illecito o corrotto, nessun guadagno personale. Che il processo poteva essere letto come processo politico, in sostanza. Resta, per la Cassazione italiana, il falso in atto pubblico e quei 18 mesi con sospensione. Proprio questo il punto a sostegno dell’azione del Ministero dell’Interno avviata il 13 marzo scorso, attraverso la Prefettura di Reggio Calabria. La questione è intricata, ma il caso rientrerebbe in una fattispecie della legge Severino che prevede l’incandidabilità per chi abbia subito «una condanna con sentenza definitiva alla pena della reclusione complessivamente superiore a sei mesi per uno o più delitti commessi con abuso dei poteri o con violazione dei doveri inerenti a una pubblica funzione o a un pubblico servizio diversi da quelli indicati nella lettera c)». Al sindaco non è stato addebitato alcun abuso o violazione, ma per il Viminale la procedura di sospensione è, evidentemente, una strada percorribile.

Quando atterra a Ginevra giovedì sera, Lucano ha già rilasciato una dichiarazione all’Ansa: «Non mollo, affronterò anche questo». Ma lo sguardo è cupo.

In Svizzera Mimmo Lucano era stato invitato per raccontare cosa resta del «modello Riace» oggi, in che modo questa esperienza potrebbe essere esportata nella Confederazione – da decenni chiamata ad affrontare un fenomeno migratorio crescente – e soprattutto, come difendere questo modello nelle sedi europee. Lucano – che versa il suo stipendio di europarlamentare al Comune di Riace, per continuare a finanziare un modello di accoglienza e integrazione unico al mondo – si ritrova a ribadire la necessità di contrapporre la solidarietà alla criminalizzazione. Si ritrova a ribadire che c’è un’alternativa ai lager degli hotspot, alla vergogna delle deportazioni verso l’Albania, ai muri e ai fili spinati a cui ci stiamo abituando. E soprattutto, si ritrova a ricordare che il Ministero che gli ha notificato l’avvio della procedura di decandenza, è quello stesso che ha provveduto a riaccompagnare a Tripoli, su un volo di stato, il carnefice libico Osama Almasri, accusato dalla Corte Penale Internazionale di crimini contro l’umanità e sul quale pendeva un mandato di arresto.

 «Fosse anche l’ultima cosa che faccio come Sindaco – dice ai tanti venuti a Neuchâtel per ascoltarlo e per dirgli grazie – darò la cittadinanza onoraria a Habashy Rashed Hassan, un uomo egiziano di 52 anni, arrestato nel momento stesso dello sbarco con l’accusa di essere uno scafista e al quale sono stati negati i più elementari diritti umani. Era ammalato, ma nel carcere di Aghillà, a Reggio Calabria, dove è rimasto per cinque anni, nessun mediatore a disposizione per consentirgli di spiegarsi, nessuna visita medica. Quando finalmente gli hanno fatto un’ecografia, poco tempo fa, gli hanno trovato un cancro al pancreas del quarto grado. Ha scelto di venire a morire a Riace».

E si commuove Lucano.