Diritti

Mobilitazione a Berna: «L'aborto deve sparire dal Codice penale»

A vent'anni dall'introduzione della normativa che autorizza l'aborto nelle prime 12 settimane, la capitale è oggi teatro di una mobilitazione: «L'interruzione di gravidanza sia considerata innanzitutto come una questione di salute»
© KEYSTONE/Alessandro della Valle
Ats
02.06.2022 12:01

A vent'anni dall'introduzione della normativa che autorizza l'aborto in Svizzera nelle prime 12 settimane, Berna è oggi teatro di una mobilitazione indetta per domandare di rimuovere l'interruzione di gravidanza dal Codice penale. All'origine dell'evento vi è Salute sessuale Svizzera, che ha anche lanciato una Carta.

Nello scrutinio del 2 giugno 2002, il popolo approvò con il 72,2% dei voti a favore la nuova normativa sull'aborto. Per celebrare il ventesimo anniversario di quella giornata, la consigliera nazionale Léonore Porchet (Verdi/VD), presidente di Salute sessuale Svizzera, depositerà un'iniziativa parlamentare per chiedere che l'aborto sia considerato innanzitutto come una questione di salute e non più come una questione penale, annuncia l'associazione.

La normativa votata vent'anni fa, nota come regime dei termini, ha dimostrato la sua efficacia, viene aggiunto. Essa permette alle donne incinte di interrompere legalmente la propria gravidanza e garantisce loro, nelle prime 12 settimane, di esercitare il diritto all'autodeterminazione.

«Malgrado questo successo, permangono ostacoli e discriminazioni a livello finanziario oppure concernenti l'accesso alle prestazioni e a informazioni sufficienti e chiare», scrivono le organizzazioni poste sotto l'egida di Salute sessuale Svizzera. Le strutture ospedaliere - è la critica avanzata - rispondono ancora troppo poco ai bisogni, con un approccio spesso paternalista e stigmatizzante.

Inoltre, il fatto che l'interruzione di gravidanza rimanga iscritta nel Codice penale contribuisce a far perdurare la condanna morale di questa pratica, lamenta l'associazione. Durante l'odierna azione simbolica a Berna verranno quindi sventolati dei cartellini rossi contro gli articoli incriminati.