Nemo dopo la vittoria: «Era importante, per me, raccontare qualcosa a cui tengo davvero»
L'Eurovision Song Contest torna a casa. Con la vittoria di Nemo, ieri, alla 68. edizione dell'annuale concorso canoro, la Svizzera tornerà a ospitare il festival nato proprio a Lugano il 24 maggio 1956. Il cantante di Bienne con «The Code» ha totalizzato 591 punti, precedendo il rappresentante della Croazia, al secondo posto con 547 punti, l'Ucraina al terzo, Francia al quarto e Israele al quinto.
Rompere
«Sono molto grato per questa esperienza», ha spiegato in conferenza stampa Nemo. «Sapere che una canzone in cui parlo della mia storia ha toccato così tante persone è qualcosa di pazzesco». Nei festeggiamenti, tuttavia, è stato registrato anche qualche imprevisto. «Non ho solo "rotto" il codice (break the code, testo della canzone, traducibile anche come "decifrato il codice") ma pure il trofeo», ha spiegato l'artista elvetico mostrando però una coppa integra: «Me ne hanno dato uno nuovo: tecnicamente, ora, ne ho due». Non solo. Sul palco, Nemo si è rotto anche un pollice. «Nulla di grave», ha tuttavia assicurato ai giornalisti, mostrando il dito fasciato.
«Rompere», insomma, è stato il tema ricorrente della serata. E interrogato da un giornalista sulla sua ricetta per rompere - decifrare - il codice di Eurovision, Nemo ha consigliato: «Raccontate, scrivete, cantate di qualcosa a cui tenete davvero. Create qualcosa che abbia un significato importante per voi, e condividetelo con il mondo. È l'unica cosa che voglio fare come artista».
E la carriera futura? «Oggi penso solo a quanto successo stasera. Domani sarà un altro giorno e ci sarà tanto a cui pensare».
La bandiera non binaria
A Malmö, Nemo ha effettivamente portato un tema a lui caro. Quello delle identità non-binarie. Primo artista non-binario a vincere l'Eurovision Song Contest, Nemo ha spiegato: «Questa vittoria mi rende estremamente orgoglioso, non per me ma per un'intera comunità. Per persone che hanno bisogno di essere ascoltate e capite. Abbiamo bisogno di più empatia e ascolto». Per un Paese come la Svizzera, «avere un titolo che incorpora la non-binarietà non è cosa da poco», ha dichiarato Nemo alla conferenza stampa, sottolineando che attualmente in Svizzera non esiste un terzo pronome ufficiale e chiedendo una migliore rappresentazione della comunità non-binaria in politica.
Sul palco, Nemo ha voluto portare una bandiera con i colori giallo, bianco, viola e nero, la bandiera non-binaria. E sulla questione non ha risparmiato qualche critica al festival: «La bandiera non-binaria? Gli organizzatori mi avevano vietato di portarla sul palco, ma l'ho fatto lo stesso». Una trasgressione sulla quale è stato chiuso un occhio. Non altrettanto, però, per i fan che hanno provato a portare in sala la stessa bandiera, scortati fuori dalla sicurezza. «Si tratta di un chiaro doppio standard. Ho rotto il trofeo, ma può essere riparato. Forse anche l'Eurovision Song Contest ha bisogno di qualche riparazione, di tanto in tanto».
I complimenti dalla Svizzera
Intanto, la Svizzera festeggia. E complimenti a Nemo sono stati espressi anche dalla politica. In particolare, la consigliera federale Elisabeth Baume-Schneider ha commentato su X: «Congratulazioni, Nemo, per questa vittoria pazzesca! È un premio per i vostri molteplici talenti e un riconoscimento per la vostra personalità, caratterizzata da esuberanza, sensibilità, intimità e audacia».
La proposta: l'ESC a Bienne?
Come di consueto, il Paese vincitore ospiterà l'anno seguente l'Eurovision Song Contest. Insomma, l'anno prossimo il festival tornerà in Svizzera. Ma dove? Le città di Zurigo, Berna, Ginevra e Basilea sono attualmente indicate come possibili sedi dell'evento. Ma Nemo, originario di Bienne, è stato interrogato sulla possibilità di portare proprio nella sua città natale il concorso canoro: «Vorrei davvero fosse possibile. So che ci vorrebbero almeno 10 mila camere d'albergo e penso che questo possa essere un problema. Ma chi lo sa? Forse riusciremo a trovare una soluzione creativa».