Il caso

Nevicate abbondanti e impianti sciistici in chiusura: ma perché?

I vari comprensori sparsi fra Vallese e Oberland bernese hanno confermato le date di chiusura «classiche»: c'è chi, però, si chiede se non sia il caso di adattarsi al meteo e mostrare un minimo di flessibilità
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Red. Online
18.04.2025 09:15

Mentre in Ticino, è notizia di ieri, l'aiuto alle stazioni sciistiche è stato confermato nel solco della continuità attraverso un credito governativo da 5,6 milioni per il quadriennio 2025/29, il maltempo che in queste ore ha sferzato il Vallese, l'Oberland bernese e alcune zone del Ticino ha prodotto un effetto a suo modo paradossale: le abbondanti nevicate non sempre hanno fatto la felicità dei gestori degli impianti, anzi. Andiamo con ordine.

Alex Singenberger della Toggenburg Bergbahnen, responsabile degli impianti al Chäserrugg, si è detto soddisfatto al Blick: «Finché ci sarà neve sul Chäserrugg, continueremo a offrire lo sci nei fine settimana qualora le condizioni fossero buone». Nel 2019, i visitatori hanno potuto sciare addirittura il 2 giugno. Flessibilità, in questo caso, è la parola d'ordine o chiave: «Resteremo flessibili, sì, e se le condizioni saranno quelle giuste rimarremo aperti il più a lungo possibile». Una flessibilità garantita dal personale: «Pianifichiamo sempre il lavoro in modo tale che ciò sia possibile». Per Singenberger, di fatto, si tratta di una scelta (quasi) obbligata. Il comprensorio sciistico del Chäserrugg, infatti, è fortemente influenzato dalle condizioni meteorologiche, per cui è fondamentale essere flessibili. «Come dicono i contadini: bisogna fare il fieno quando il tempo è buono».

Quello del Chäserrug, tuttavia, è un caso più unico che raro. Molte altre aree sciistiche della Svizzera, per intenderci, non possono permettersi simili ragionamenti e strategie. Di più, le nuove, abbondanti nevicate non hanno provocato alcun cambiamento nei piani di molti gestori. Diverse aree sciistiche, addirittura, hanno già concluso la stagione «bianca». Fra queste, Adelboden-Lenk nel canton Berna. Dove, ha spiegato un portavoce della stazione sciistica, è stata già programmata ed è cominciata la revisione degli impianti. Altre stazioni, invece, chiuderanno a Pasquetta, il 21 aprile, o al più tardi il 27 aprile, al termine delle vacanze pasquali. Fra queste, ribadisce il Blick, figurano il comprensorio vallesano «4 Vallées» con Nendaz, Veysonnaz e Thyon, mentre Verbier rimarrà aperta fino al 27 aprile. «Il 21 aprile è già tardi e non prevediamo una copertura nevosa duratura nelle zone più basse prima di Pasqua» ha dichiarato una portavoce del comprensorio di Verbier al Blick. Inoltre, i contratti con i lavoratori stagionali stanno scadendo e, qualora si volesse andare avanti, andrebbero rinnovati.

Nella rete Magic Pass, che comprende un centinaio di comprensori sciistici in tutta la Svizzera, non esiste attualmente alcuna azienda che prolunghi la stagione a breve termine. Una portavoce della stessa rete ha spiegato che «il Vallese sta attualmente vivendo una situazione particolare e diverse destinazioni sono impegnate con priorità più urgenti». Non finisce qui: i mesi primaverili, per le stazioni sciistiche, sono potenzialmente un problema, dal momento che le spese di gestione per gli impianti e il personale rischiano di superare le entrate. Di qui la necessità, per quasi tutti, di fissare una data fissa per chiudere l'annata sugli sci: è un modo, di fatto, per offrire sicurezza e pianificare con calma. Secondo le varie voci interpellate dal Blick, adattarsi al meteo e ai cambiamenti del clima sul breve periodo, ora come ora, è un problema sia logistico sia, soprattutto, finanziario.

D'accordo, ma se uno volesse assolutamente sciare in Svizzera dopo Pasqua? Dovrà puntare in alto, molto in alto, o meglio in quota, ad esempio a Engelberg-Titlis, Samnaun e Zermatt, che «tireranno» fino a maggio. Anche in Austria, volendo, ci sono alcuni comprensori aperti fino all'inizio di maggio, tra cui Kaprun/Zell am See, Sölden e il ghiacciaio Pitztal. Più a valle, invece, la chiusura è stata fissata al più tardi il 21 aprile.

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