Intervista

«Ogni cosa in amore viene da Dio»

Per il Consiglio della Chiesa evangelica riformata in Svizzera il matrimonio è un diritto di tutti. L’organo raccomanda di adottare l’eventuale modifica della definizione di matrimonio civile (in votazione il 26) come prerequisito per il matrimonio religioso. A colloquio con Frank Lorenz, pastore all’Offene Kirche di S. Elisabetta, a Basilea, che vive in un’unione domestica registrata
«Non esiste un diritto ad avere figli, ma c’è il diritto dei bambini alla protezione». © Shutterstock

Perché coppie dello stesso sesso devono potersi sposare?

«Controdomanda: perché no? Non c’è motivo per cui le persone che adempiono ai loro doveri di cittadini o residenti non possano godere degli stessi diritti di tutti gli altri».

Molti contrari al matrimonio per tutti affermano di esserlo per ragioni bibliche. Lei è teologo. Come risponde?

«La Bibbia parla solo in 7, su un totale di 32.000 versetti totali, di rapporti sessuali tra uomini. Non parla invece affatto di rapporti di questo tipo tra donne. Questi 7 versetti sono contrari a rapporti sessuali tra uomini perché erano intesi come prostituzione del tempio o idolatria. La regolamentazione delle pratiche sessuali come permesse o proibite aveva anche lo scopo di assicurare la continuità del popolo d’Israele, e più tardi della Chiesa. Ecco perché anche la masturbazione era proibita. Possiamo quindi riassumere che la Bibbia non dice nulla sull’omosessualità come la conosciamo oggi, sulla relazione tra due persone che si amano e vogliono invecchiare insieme, facendo valere anche legalmente la loro relazione attraverso il matrimonio. Uno striscione arcobaleno è appeso sopra la nostra chiesa a Basilea da giugno e continuerà a esserlo fino al voto; sullo striscione - in un’estensione di un versetto centrale della Bibbia - si legge: «Dio è (ogni) amore».

Frank Lorenz, teologo riformato, è pastore all’Offene Kirche di S. Elisabetta, a Basilea. Nel 2020, prima di entrare in servizio militare attivo a causa della pandemia, ha contratto un’unione domestica registrata con il suo compagno.
Frank Lorenz, teologo riformato, è pastore all’Offene Kirche di S. Elisabetta, a Basilea. Nel 2020, prima di entrare in servizio militare attivo a causa della pandemia, ha contratto un’unione domestica registrata con il suo compagno.

I contrari al matrimonio per tutti parlano di nuove discriminazioni. Se si dà alle coppie lesbiche la possibilità di avere figli tramite la procreazione assistita, non si rischia di fare un torto alle coppie gay, che invece continuano a non potervi accedere?

«È ridicolo che coloro che sono contro il matrimonio per tutti siano preoccupati per i diritti di alcuni dei loro oppositori. Lo dico chiaramente: non sono affari vostri come le coppie dello stesso sesso vogliono organizzare la loro vita privata e familiare. E sul tema dei bambini nelle famiglie arcobaleno, vorrei aggiungere questo: molti studi dimostrano che questi bambini non hanno svantaggi nel loro sviluppo, ma crescono capaci di vivere e sicuri di sé. Il fattore decisivo per il benessere del bambino non sono il sesso o la costellazione dei genitori, ma se i bambini ricevono amore, stabilità e sono accuditi con cura. Conosco bene una famiglia in cui due uomini hanno cresciuto tre figli dal primo matrimonio di uno dei partner. Tutti e tre ora sono adulti sani e felici, e sono tutti eterosessuali. L’omosessualità è una variante biologica innata. Non la si può sviluppare e non la si può nemmeno proibire».

Lei è a favore della legalizzazione della maternità surrogata?

«Penso che dobbiamo distinguere tra gli accordi presi tra le persone del “primo mondo” e lo sfruttamento dei corpi delle donne dei Paesi del Sud del mondo per soddisfare i problemi di lusso delle coppie senza figli nei Paesi ricchi. Concretamente: se alle nostre latitudini una donna si accorda con una coppia maschile per portare in grembo un bambino per loro, cioè si mette al mondo un bambino attraverso un gesto di amicizia o di amore, non ci vedo niente di male. Come credente e teologo, dico: tutto quello che succede nell’amore viene da Dio. E per quanto riguarda la donazione di sperma, chiedo: perché le donne in una relazione omosessuale dovrebbero avere meno diritti delle donne in relazioni eterosessuali? Ci sono però anche situazioni molto problematiche. Nel mio team in chiesa lavora una donna ucraina. Mi ha detto che conosce più di una donna nel suo Paese d’origine che è rimasta incinta per coppie occidentali eterosessuali per motivi economici. Una di queste donne ha dato alla luce un bambino disabile. Di conseguenza, la coppia non voleva più adottare il bambino. Ciò dimostra che queste domande sono tutte molto complesse e hanno bisogno di una risposta nel contesto della società nel suo insieme, e non sulla base della questione del voto “matrimonio per tutti”».

I contrari temono che in caso di un sì seguirà presto la richiesta di donazione di ovuli e di maternità sostitutiva, più controversa della donazione di seme. Un timore che può capire?

«È disonesto parlare di “timori” in questo caso. Ciò che è in gioco è un fondamentale rifiuto di forme diverse dalla concezione tradizionale. Le numerose e complesse questioni etico-mediche che circondano la fertilità e la riproduzione riguardano tutti noi. Non dovremmo discuterle separatamente sulla base del matrimonio per tutti. Al centro di tutte queste questioni - insieme alla moralità e all’etica - c’è sempre il cosiddetto “miglior interesse del bambino”. È purtroppo una triste realtà che i giovani omosessuali sperimentano ancora molta discriminazione e rifiuto, e che di conseguenza il loro tasso di suicidio è sproporzionatamente alto. Agire contro questo fenomeno sarebbe anche un contributo al benessere dei bambini e dei giovani. Non esiste un “diritto ad avere figli”, come spesso e malignamente si sostiene contro le coppie omosessuali. Ma c’è il diritto dei bambini alla protezione, che il matrimonio per tutti porterebbe ai bambini delle famiglie arcobaleno».