Telefonia

«Per essere ancora competitiva la Svizzera ha bisogno del 5G»

Swisscom, Sunrise e Salt fanno il punto sullo sviluppo della rete - In Ticino al momento ci sono 80 antenne bloccate da ricorsi - Stefano Santinelli: «La vera sfida? Spiegare che la tecnologia non presenta rischi per la salute»
In Ticino al momento ci sono 300 antenne 5G attive. © Keystone/Peter Klaunzer
Francesco Pellegrinelli
15.06.2022 06:00

«Oggi il 5G è presente sul 90% del territorio nazionale, ma la copertura risulta del tutto insufficiente per guardare con fiducia allo sviluppo economico del Paese nei prossimi anni».

È uno sguardo a tuttotondo quello offerto ieri dai principali partner della telefonia mobile sugli sviluppi del 5G in Svizzera e in Ticino. «L’implementazione di una rete 5G efficiente è un fattore indispensabile per mantenere in Svizzera la capacità di innovare», ha esordito il delegato CEO di Swisscom per la Svizzera italiana, Stefano Santinelli. «Tutti i grandi mercati emergenti hanno bisogno di una rete 5G per crescere: dall’internet delle cose, al metaverso. Dalle applicazioni industriali, alla sanità; passando dai veicoli autonomi e dai droni».

Secondo uno studio del 2019, citato da Santinelli, la nuova tecnologia creerà 137 mila nuovi impieghi da qui al 2030. Il rischio di perdere il treno, tuttavia, è concreto, ha aggiunto Santinelli. Nel 2019, Swisscom figurava tra i primi tre operatori europei ad aver introdotto il 5G. «Oggi siamo sotto la media europea. Per chi vive di export e di innovazione come la Svizzera, questo rallentamento costituisce un campanello d’allarme da prendere sul serio». Rispetto alla concorrenza internazionale le Università svizzere hanno perso terreno, ha detto Santinelli: «Anche il Politecnico di Zurigo è sceso di un posto nella classifica, pur rimanendo la migliore università dell’Europa continentale». Dinamiche simili si riflettono anche sull’andamento delle start-up. «I talenti e le idee seguono l’innovazione. Abbiamo visto negli anni nascere importanti progetti, che poi non hanno trovato terreno fertile - e quindi economia di scala - per crescere».

E in Ticino? «La prima antenna 5G è stata accesa nel 2019 a Locarno», ha ricordato Santinelli. «Al momento ci sono 300 antenne 5G attive sul territorio, mentre altre 80 sono bloccate da ricorsi», ha spiegato Ivana Sambo, responsabile della comunicazione di Swisscom. «In Ticino, per ogni modifica di antenna o nuova installazione, si deve passare da una domanda di costruzione», ha osservato Daniela Dorici, di Salt Mobile. «E il più delle volte la popolazione risponde con un ricorso». Una resistenza, particolarmente attiva in Ticino, resa possibile dallo stesso iter pianificatorio: «Altri cantoni prevedono unicamente la procedura accelerata», ha spiegato Santinelli. «È una scelta democratica ed è giusto rispettarla». Il problema comunque rimane. Swisscom, Sunrise e Salt ne sono coscienti. «Una delle sfide future maggiori è il dialogo con la popolazione», ha chiosato a questo proposito Ivana Sambo ricordando le preoccupazioni che una parte ancora della popolazione ancora nutre verso la tecnologia 5G. Un timore che negli anni ha assunto la forma di un’intensa attività politica, fuori e dentro il Parlamento, per contrastare l’implementazione della tecnologia 5G. Lo scorso anno, ricordiamo, il Gran Consiglio ticinese ha detto «no» a una moratoria per la costruzione di nuove antenne 5G sul territorio cantonale e ha pure bocciato la proposta di inoltrare alle Camere federali un’iniziativa cantonale per uno stop a livello nazionale. «È una paura che abbiamo già conosciuto in passato e che viviamo ad ogni passaggio di tecnologia. Basti pensare ai vaccini COVID e alla tecnologia RNA», ha commentato Santinelli.

«Spiegare e spiegare»

Di qui, il lavoro che gli operatori del settore intendono svolgere verso l’esterno: «Innanzitutto bisogna spiegare che questa tecnologia non presenta rischi per la salute. È una tecnologia abbinata a frequenze che usiamo da 30 anni. Bisogna rassicurare la popolazione con dati e discorsi scientifici», ha ripetuto Santinelli. Un compito affidato anche alla piattaforma Change5G, coordinata da Angelo Geninazzi: «Vogliamo prendere sul serio le preoccupazioni della popolazione, spiegando tuttavia che non sussistono rischi particolari per la salute». Al momento la ricerca, ha detto Geninazzi, non è ancora stata in grado di constatare danni alla salute causati dalle radiazioni della comunicazione mobile. A questo proposito, Andrea Galeazzi di Swisscom ha ricordato come la legge federale imponga valori limite di emissione molto restrittivi: «La Svizzera ha deciso di ridurre i valori limite di dieci volte rispetto a quelli imposti a livello internazionale». Una rassicurazione supplementare che si aggiunge ai controlli estremamente puntali eseguiti, in maniera indipendente e senza alcun preavviso, dal cantone su ogni antenna, ha ricordato ancora Daniela Dorici. Santinelli ha poi ricordato la necessità di aprire un dialogo con le autorità, in particolare quelle comunali, «per accelerare i processi amministrativi e per evadere i ricorsi che troppo spesso rallentano la trasformazione della rete». Ma cosa dicono i sondaggi al riguardo? La popolazione è favorevole al 5G?Santinelli ha ricordato l’esito di uno studio di Comparis.ch: «I contrari sono circa il 40% degli interpellati. Altri studi, invece, riducono questa fetta al 20%. Tutti i sondaggi, però, evidenziano un dato: la popolazione over 50 è tendenzialmente più contraria rispetto alla popolazione under 20». In questa fascia di età oltre il 40 % impiega già la tecnologia 5G. «Il problema, dunque, è soprattutto generazionale», ha concluso Santinelli.

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