Per i vecchi francobolli ci sarà un mese di tolleranza

Dal 1. gennaio spedire una lettera in formato standard costerà qualche centesimo in più: l’invio per Posta B passerà dagli attuali 85 a 90 centesimi, mentre quello per Posta A subirà un rincaro di 10 centesimi e costerà 1,10 franchi. Già preannunciato nel 2018, poi rinviato a causa del coronavirus, l’aumento era stato ufficializzato a fine agosto. Non si tratta quindi di una sorpresa, ma è possibile che molte persone abbiano ancora a domicilio francobolli destinati a finire presto «fuori corso». Nessun problema: i francobolli con la vecchia affrancatura potranno continuare a essere utilizzati, integrandoli con i nuovi francobolli complementari da 5, 10 e 20 centesimi (su ciascuno è raffigurata una moneta del valore corrispondente). Al pari dei nuovi francobolli da 0.90 e 1.10 franchi, questi «pezzi» possono essere ordinati online nel Postshop oppure acquistati nelle filiali della Posta, incluse quelle in partenariato. Per il mese di gennaio, comunque, il gigante giallo chiuderà un occhio con chi dovesse usare i vecchi francobolli senza pagare la differenza. «Se, per errore, vengono ancora inviate lettere con la vecchia affrancatura, nel primo mese saremo flessibili», dice il portavoce della Posta Oliver Flüeler, confermando un’informazione apparsa ieri sulla Tribune de Genève. «Dopo questo periodo transitorio, l’importo mancante sarà addebitato al mittente. Se il mittente è sconosciuto, addebiteremo l’importo mancante al destinatario della lettera».
Paesaggi fluviali
Questa fase di tolleranza di un mese viene giustificata con la volontà di dare a tutti il tempo necessario per abituarsi alle nuove tariffe, un po’ come nel caso del contrassegno autostradale. In ogni caso, tiene a sottolineare la Posta, non è un invito a non pagare i nuovi prezzi per i primi trenta giorni. Quanto ai nuovi francobolli per la Posta A e B, raffigurano paesaggi fluviali: su quello da 90 centesimi c’è un’immagine della Verzasca, mentre su quello da 1.10 franchi uno scorcio del fiume Aar. «Dal lancio delle vendite online, il 13 dicembre, fino all’inizio della settimana scorsa, abbiamo venduto più di un milione di francobolli di valore complementare e più di 1,5 milioni di francobolli ordinari con la nuova tariffa», spiega Flüeler.
Beninteso, restano possibili le affrancature tramite codice trasmesso via SMS o WebStamp. «Dal lancio nel 2013, il francobollo SMS è stato utilizzato dai nostri clienti per più di 6,7 milioni di articoli. Il WebStamp è stato utilizzato per 360 milioni di invii dal suo lancio nel 2007».
Quello che entrerà in vigore sabato è il primo rincaro dal 2004 a questa parte. Per un’economia domestica, aveva detto il direttore della Posta Roberto Cirillo, equivale sull’arco di un anno al costo di un caffè. «In questi anni i costi strutturali per il servizio postale universale, e quindi anche per l’elaborazione di un numero sempre più ridotto di lettere, hanno subito un aumento marcato. Questo è dovuto da un lato al rincaro generale, dall’altro all’aumento delle economie domestiche e di conseguenza delle cassette delle lettere in Svizzera», aveva spiegato l’ex regia.
Invii in calo
In effetti dal 2000 gli invii di lettere hanno subito un calo costante (-42%), mentre il numero di economie domestiche è cresciuto del 23%. Il doppio binario (A e B) era stato introdotto all’inizio degli anni Novanta, quando spedire una lettera per posta A costava 80 centesimi e per posta B 60.
L’ex regia aveva chiesto di più per fare fronte ai cambiamenti. «L’aumento è la metà di quello richiesto» aveva precisato il sorvegliante dei prezzi Peter Meierhans, che si era accordato con la Posta su una serie di misure tariffali. L’accordo con il sorvegliante dei prezzi prevede comunque anche vantaggi tariffali per la clientela. I prezzi dei pacchi resteranno invariati. I privati potranno beneficiare di uno sconto del 15% affrancando i pacchi online (esclusi i pacchi PostPac Priority da 2 a 10 kg). Inoltre, sono previste misure a favore delle PMI.