Svizzera

Perché la NATO ha aperto un ufficio a Ginevra

«Il fatto che non fossimo qui era un'anomalia», ha dichiarato il suo responsabile, Joaquin Molina – Il suo incarico non viola la «neutralità»
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Ats
24.10.2024 14:51

Con l'apertura un mese fa di un ufficio a Ginevra, la NATO ripara «una sorta di anomalia». È quanto afferma in un'intervista all'agenzia Keystone-ATS il suo responsabile, Joaquin Molina, cogliendo l'occasione per precisare che non si occupa delle relazioni con la Svizzera e che il suo incarico non viola la «neutralità» del Paese ospitante. «Ginevra è un centro mondiale per la diplomazia», sottolinea Molina, aggiungendo che «non c'è nessun'altra città al mondo che abbia questo potere federatore».

La NATO aveva già uffici di collegamento in altri centri multilaterali come New York e Vienna. «Il fatto che non fossimo qui era un'anomalia», insiste Molina, ritenendo che questo arrivo possa rendere la Ginevra internazionale «più completa».

Questa analisi è condivisa da molte persone con cui ha parlato nell'ultimo mese. Ma l'Alleanza atlantica ha sempre lavorato con le organizzazioni internazionali presenti a Ginevra, molto prima dell'apertura del suo ufficio.

Più in generale, «la sicurezza internazionale è sempre più importante nel paesaggio con il quale siamo confrontati», spiega Molina, sottolineando che la NATO sostiene un ordine internazionale basato sullo stato di diritto.

Vuole anche dimostrare di non essere solo un'alleanza militare difensiva. Ora segue un approccio molto ampio della sicurezza, che va dalle minacce informatiche ai migranti, dai cambiamenti climatici e alla lotta contro il terrorismo.

L'Alleanza è interessata a partecipare al dialogo su questioni come gli aiuti umanitari e il disarmo, afferma Molina, che per ora è l'unico rappresentante in questo ufficio di Ginevra. «Siamo preoccupati per la situazione attuale», ammette.

Dalla settimana prossima parteciperà alla Conferenza internazionale della Croce Rossa e della Mezzaluna Rossa (CICR), con un impegno concreto che sarà sostenuto da un sotto-segretario aggiunto.

Il recente vertice della NATO tenutosi a Washington ha dato ampio spazio al diritto internazionale umanitario. Il fatto che le Convenzioni di Ginevra e l'Alleanza atlantica siano state lanciate nello stesso anno «non è una vera e propria coincidenza», secondo lo spagnolo, per il quale «il mondo ha risposto a un approccio presente dopo la Seconda guerra mondiale».

Il diritto internazionale umanitario fa parte della NATO, e quest'ultima lo ha vissuto in diversi conflitti. La decisione di intervenire nei Balcani negli anni '90 è stata presa proprio «in risposta alle violazioni» di questo diritto e dei diritti umani, afferma Molina. Non tutti i problemi sono stati risolti, aggiunge, «ma non è colpa della NATO. Noi eravamo parte della soluzione».

Anche per quanto riguarda gli aiuti all'Ucraina, «abbiamo fatto quello che dovevamo fare, anche se alcuni pensano che avremmo dovuto fare di più», prosegue lo spagnolo. «Continuiamo a sostenere fermamente l'Ucraina», aggiunge, senza tuttavia poter commentare se questo Paese si unirà presto all'Alleanza.

Oltre ai partner abituali a Ginevra, come i tre centri sulla sicurezza finanziati dalla Confederazione e dalle Nazioni Unite, la NATO vuole aggiungerne altri e trasmettere «ciò che ha da dire», senza necessariamente cercare di contrastare quello che attori come la Russia o la Cina vogliono portare avanti nell'ecosistema multilaterale. «Abbiamo un dialogo ufficiale più ampio con la Cina», ma «attualmente non parliamo con la Russia», spiega Molina.

La decisione di aprire un ufficio è stata approvata per consenso nel 2023 dai capi di Stato e di governo dei Paesi membri. Le autorità elvetiche sono state «di grande aiuto» in quanto Stato ospitante, spiega Molina. Anche se l'ufficio non riguarda la Svizzera.

Un anno fa, poche settimane prima delle elezioni federali, diversi consiglieri nazionali avevano strumentalizzato quello che allora era il possibile arrivo della NATO a Ginevra, lasciando intendere il contrario. «Il mio ruolo qui è quello di lavorare sulla Ginevra internazionale» con le organizzazioni internazionali e le ong, insiste lo spagnolo.

«Il mio ufficio non ha nulla a che fare con gli affari bilaterali. È una questione che viene risolta tra Bruxelles (sede della NATO) e Berna», aggiunge. «La presenza dell'ufficio di collegamento qui non influisce in alcun modo sulla neutralità della Svizzera», né sulle discussioni tra la Confederazione e l'Alleanza Atlantica, assicura Molina.

A riprova di ciò, egli non commenta il recente rapporto della commissione di studio per la politica di sicurezza commissionato dalla Presidente della Confederazione, Viola Amherd. Il documento raccomandava legami più stretti tra la Svizzera e la NATO.