Processo Blatter-Platini: la difesa ribadisce l'innocenza degli imputati

Durante il processo d'appello in corso a Muttenz (BL), nella loro arringa, oggi gli avvocati di Joseph «Sepp» Blatter e Michel Platini hanno ribadito l'innocenza dei due imputati ed hanno chiesto di confermare la loro assoluzione emessa in prima istanza. A loro avviso, il Ministero pubblico della Confederazione (MPC) «non è in grado di motivare le incriminazioni» per il pagamento di 2 milioni di franchi versati dalla FIFA a Platini nel 2011.
«Qualsiasi decisione diversa dall'assoluzione non è accettabile, neppure in questa procedura d'appello», ha dichiarato in mattinata l'avvocato di Blatter, Lorenz Erni. È al limite della «malafede» insinuare che il suo cliente abbia semplicemente trasferito due milioni «come se niente fosse», ha aggiunto.
«L'unico motivo di questo procedimento penale era quello di impedire a Platini di diventare presidente della FIFA», ha dichiarato dal canto suo Dominic Nellen, l'avvocato dell'ex stella del calcio francese. «L'obiettivo è stato raggiunto», ha affermato il legale, accusando la FIFA e il suo presidente Gianni Infantino di aver fatto di tutto per garantire che l'MPC «togliesse di mezzo Platini» come potenziale nuovo dirigente della Federazione internazionale di calcio (FIFA).
«Michel Platini ha sempre dato prova di totale trasparenza e ha agito in buona fede», ha proseguito Nellen. Nel corso del terzo giorno di processo, la difesa ha nuovamente affrontato la questione legata ai presunti servizi di consulenza forniti all'organizzazione del calcio mondiale da Platini che sarebbero alla base del versamento di due milioni di franchi in questione
L'MPC contesta la legalità di tale transazione milionaria, basata solo su un accordo orale e per compensare retroattivamente un lavoro svolto diversi anni prima (negli anni dal 1998 al 2002, secondo l'atto d'accusa).
Stando a Nellen, però, non vi è nulla di illegale in un simile contratto verbale e rientra nella natura di tale accordo, che unicamente le due parti - anche solo per stretta di mano, come nel caso del «gentlemen's agreement» - siano le sole direttamente coinvolte nella conclusione.
L'avvocato ha inoltre affermato che la difesa non è tenuta a dimostrare l'esistenza di un accordo orale, ma è piuttosto l'MPC che deve provarne l'eventuale assenza. Infine, secondo Nellen, un gran numero di testimoni ha potuto confermare la stipulazione tra i due ex dirigenti.
Il difensore di Platini ha poi sollevato in aula la questione del movente che avrebbe spinto il suo cliente ad infrangere la legge. «Quanto è astrusa l'idea che i due abbiano voluto ingannare e danneggiare la FIFA senza alcuna ragione riconoscibile, solo per arricchire Platini con una somma per lui irrilevante?», ha chiesto Nellen. Per la difesa, una stella del calcio di fama mondiale del calibro di Platini avrebbe potuto assumersi anche altri mandati ben più lucrativi.
Erni, dal canto suo, ha ammesso che un contratto scritto per il versamento in questione sarebbe stato utile. «Si fidavano l'uno dell'altro e questo è il fattore decisivo», ha detto l'avvocato. «Se un simile accordo viene solitamente stipulato per iscritto, ciò non prova che non ci sia stato un accordo verbale», ha aggiunto. «Per il mio cliente non c'è mai stato alcun dubbio che il contratto orale non fosse vincolante», ha concluso Erni.
Per il trasferimento dei due milioni, nella primavera del 2011, Blatter e Platini sono incriminati, tra le altre cose, per truffa. Dopo che i due sono stati assolti dal Tribunale penale federale di Bellinzona nel 2022, l'MPC ha inoltrato il ricorso all'origine del processo di questi giorni a Muttenz (BL).
Il dibattimento proseguirà domani. Il verdetto invece è atteso per il 25 marzo.