Profughi ucraini in Svizzera, Berna cerca una soluzione
La guerra lascia indietro delle persone. La Svizzera lo sa bene. Il Consiglio federale intende attivare lo statuto di protezione S per chi è costretto a fuggire dall’Ucraina, aderendo alla soluzione adottata ieri dalla maggioranza degli Stati membri dell’UE. Questo statuto conferisce un diritto di soggiorno in Svizzera senza espletare una procedura d’asilo ordinaria. Prima di decidere in via definitiva, comunque, il Consiglio federale consulterà i Cantoni e le organizzazioni partner entro metà della settimana prossima.
In seguito all’aggressione russa, ben oltre un milione di persone hanno lasciato l’Ucraina in direzione dello spazio Schengen, e il loro numero potrebbe aumentare ulteriormente nella scia degli eventi. Il Consiglio federale prevede quindi un crescente afflusso di cittadini ucraini che cercheranno rifugio in Svizzera, dove possono entrare senza visto e soggiornare liberamente per 90 giorni come in tutto lo spazio Schengen. Il Consiglio federale sta cercando il modo di offrire loro protezione anche allo scadere dei 90 giorni, senza troppe lungaggini burocratiche. «Aiutare fa parte del ruolo della Svizzera - ha detto oggi in Conferenza stampa la consigliera federale Simonetta Sommaruga -. Sono quindi molto lieta della grande solidarietà mostrata dalla popolazione nei confronti dell’Ucraina.
Lo statuto di protezione S, un po’ modificato
Il diritto svizzero dispone di vari strumenti adatti allo scopo; il Consiglio federale li ha esaminati, optando per l’introduzione dello statuto di protezione S, previsto dalla legge sull’asilo: è possibile accordare provvisoriamente protezione a persone esposte a un pericolo generale grave, in particolare durante una guerra. Si tratta di uno strumento nato negli anni Novanta dalle esperienze maturate alla luce delle guerre nell’ex-Jugoslavia allo scopo di sgravare il sistema d’asilo. Grazie allo statuto di protezione, i profughi ucraini riceverebbero il permesso S, con un diritto di soggiorno di un anno, prorogabile, e la possibilità di chiedere il ricongiungimento familiare. Questo dispositivo consente anche la scolarizzazione dei bambini. Questo statuto sgrava il sistema d’asilo, in quanto garantisce l’operatività consueta e consente di continuare a destinare risorse sufficienti alle procedure ordinarie di richiedenti provenienti da altri Paesi. Inoltre, equivale per molti versi allo statuto adottato dalla maggioranza degli Stati membri dell’UE.
Il Consiglio federale propone qualche ritocco dello statuto S, ad esempio riguardo alla libertà di viaggiare o all’attività lucrativa, per renderlo equivalente a quello conferito ai profughi ucraini dagli Stati membri dell’UE. Questo permetterebbe alle persone protette di viaggiare nello spazio Schengen anche una volta trascorsi 90 giorni e di esercitare un’attività lucrativa dopo appena un mese. Chi riceve lo statuto di protezione sarà alloggiato direttamente nei Cantoni, anche in abitazioni private. I Cantoni riceveranno dalla Confederazione una somma forfettaria a copertura delle spese per l’alloggio, l’assicurazione malattia obbligatoria e l’assistenza diretta.
Se il Consiglio federale non sospende la protezione temporanea entro cinque anni, i titolari dello statuto S otterranno un permesso B.
Come previsto dalla legge, il Consiglio federale consulterà ora i Cantoni, le istituzioni di soccorso, nonché l’ACNUR.
Le decisioni dell’UE
Il 3 marzo 2022 i ministri europei degli interni e della giustizia hanno deciso di conferire la protezione temporanea ai profughi ucraini, attivando per la prima volta l’apposita direttiva TPD (Temporary Protection Directive), introdotta nel 2001 e applicabile a tutti gli Stati membri dell’UE. La Svizzera non è soggetta alla direttiva, ma lo statuto S offre una protezione analoga.
Karin Keller-Sutter, a capo del Dipartimento federale di giustizia e polizia DFGP, ha chiarito che lo statuto di protezione S non è mai stato utilizzato nella pratica, quindi la Svizzera non ha esperienza in merito. Si tratta di uno statuto temporaneo, nella speranza che gli ucraini possano tornare a casa, una volta che la guerra sarà finita. «Quasi un milione di ucraini ha dovuto lasciare il proprio Paese in pochi giorni. È importante essere in grado di aiutare queste persone senza troppa burocrazia».
Al momento non è possibile applicare lo statuto di protezione S anche a cittadini di altri Paesi. Ma «le persone provenienti dall’Ucraina, con una nazionalità diversa, hanno l’opportunità di presentare una regolare domanda d’asilo».
Non ci sono ancora dati sugli ucraini che arriveranno in Svizzera. Sono 320 finora le persone registrate nei centri federali d’asilo dopo aver lasciato l’Ucraina: 200 sono rimaste in queste strutture, le altre hanno raggiunto dei parenti, ha da parte sua precisato la segretaria di Stato della migrazione Christine Schraner Burgener. La maggior parte dei circa 7 mila ucraini che già vivevano in Svizzera risiede tra Zurigo, Berna, Argovia e Vaud.
«La solidarietà nella popolazione è grande», ha rilevato Keller-Sutter. Se qualcuno volesse mettersi a disposizione per ospitare rifugiati, può contattare la Segreteria di Stato della migrazione (SEM), che sarà responsabile della gestione degli arrivi e dell’assegnazione degli alloggi. «La guerra della Russia contro l’Ucraina concerne l’Europa e la Svizzera fa parte dell’Europa. È da decenni che non conoscevamo un movimento di popolazione così massiccio e rapido e per questo dobbiamo coordinarci».