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Quando la Svizzera finisce al centro della disinformazione

Complice forse il fatto che ospita le sedi di varie organizzazioni ed enti presi di mira dalle fake news, come l’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) e il World Economic Forum (WEF), il nostro Paese è spesso tirato in ballo come espediente per diffondere false notizie su svariate tematiche
© ALESSANDRO CRINARI
Facta.News
01.05.2024 06:00

Alcuni contenuti disinformativi pubblicati sui social sono legati da un filo comune inaspettato: la Svizzera. Complice forse il fatto che il Paese ospita le sedi di varie organizzazioni ed enti presi di mira dalla disinformazione, come l’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) e il World Economic Forum (WEF), la Svizzera è spesso tirata in ballo come espediente per diffondere false notizie su svariate tematiche. 

Le bufale sul lockdown in Svizzera

Su Facebook da aprile 2024 circola un messaggio secondo cui in Svizzera, dove c’è «il quartier generale dell’OMS» non ci sarebbe stato «neanche un solo minuto di lockdown». 

Se è vero che l’OMS, cioè l’agenzia delle Nazioni Unite che si occupa delle questioni sanitarie, ha la sede principale a Ginevra, è tuttavia errato affermare che in Svizzera non siano mai stati decisi blocchi, chiusure e misure di restrizioni alla libera circolazione delle persone (i cosiddetti «lockdown») per contrastare la diffusione del nuovo coronavirus Sars-CoV-2. 

A partire dai primi casi registrati di Sars-CoV-2, il governo svizzero aveva avviato una serie di blocchi. A marzo 2020 erano state chiuse le scuole, i negozi (ad eccezione di quelli alimentari e le strutture sanitarie), bar e ristoranti, nonché le strutture ricreative e per il tempo libero. Il governo aveva anche vietato gli assembramenti di oltre 5 persone e introdotto nuovi controlli anche alle frontiere con i Paesi dove la situazione sanitaria era più grave. Inoltre, ai cittadini era stato raccomandato di uscire soltanto per recarsi al lavoro o per necessità. Dalla fine di aprile 2020 erano poi cominciate le prime graduali riaperture nel Paese. 

La foto del cartello dei prezzi del carburante

A febbraio 2024 è stata pubblicata su Facebook la foto di un cartello dei prezzi del carburante esposto in un distributore «al confine tra Italia e Svizzera», dove la benzina costerebbe 1,098 euro al litro, ovvero il 50% in meno rispetto all’Italia secondo chi ha condiviso l’immagine.

Questa notizia è presente online almeno dal 2013, e il cartello fa riferimento a una stazione di rifornimento Agip di via Rasia a Livigno, nella provincia di Sondrio, a pochi chilometri dal confine con la Svizzera. Livigno è zona extradoganale e per questo motivo gode di particolari sgravi fiscali e facilitazioni, ad esempio l’esenzione dell’IVA. È possibile quindi acquistare a prezzi vantaggiosi diversi prodotti, tra cui la benzina. 

A febbraio 2024, stando all’osservatorio prezzi del carburante del ministero delle Imprese del Made in Italy, in quel distributore la benzina costava 1,360 euro al litro. In altri distributori che si trovano al confine con la Svizzera, il prezzo della benzina corrispondeva invece al prezzo medio della benzina in Italia, ovvero 1,83 euro al litro.

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