Quando un’immagine fa discutere più dei fatti

La guerra in Ucraina si sviluppa essenzialmente su due livelli: quello militare, certo, ma anche quello delle immagini. Mai prima d’ora, infatti, un conflitto era stato vissuto in diretta, minuto per minuto. I social sono intasati di foto, video, commenti, legati all’invasione russa. Tanto che il confine fra propaganda e realtà è diventato sottilissimo, a tratti addirittura invisibile. Di conseguenza, ogni immagine attribuita a questa guerra rischia di assumere un significato imprevisto. O di diventare lo strumento per raggiungere lo scopo di persone interessate. Di fare, in sostanza, il gioco dell’una o dell’altra parte.
Anche Ignazio Cassis è rimasto vittima di una trappola. Impegnato ai lavori dell’Assemblea generale dell’ONU a New York, il ministro degli Esteri svizzero è stato ritratto assieme al suo omologo russo Sergei Lavrov. I due si stringono la mano, mentre Cassis abbozza (secondo i più critici) un sorriso. Apriti cielo. La polemica è stata servita. È stata una gaffe? Una grave caduta di stile? Un’imperdonabile ingenuità? In tanti hanno provato a dare una lettura all’immagine. Ma ciò che più conta – al di là delle polemiche e delle strumentalizzazioni che subito hanno preso piede nel nostro Paese, sui social ma anche a Palazzo federale – è capire il contesto in cui la fotografia è stata scattata. Soprattutto, è necessario risalire a chi l’ha diffusa: il Ministero degli Esteri russo. Provocare danni (o divisioni) in un Paese occidentale, che ha aderito a tutte le sanzioni dettate da Bruxelles, era forse un’occasione imperdibile.
Come ha spiegato la NZZ, all’interno dell’edificio delle Nazioni Unite i fotografi della stampa possono muoversi piuttosto liberamente. La foto che ritrae Cassis e Lavrov è quindi frutto del caso, e non di una «messinscena diplomatica». Di più: il foglio zurighese sottolinea come Cassis sia stato uno dei pochi politici di alto livello a sedersi al tavolo dei negoziati con Lavrov. «Il fatto che il nostro ministro degli Esteri sia in cattiva compagnia è quindi inevitabile. Ciò che conta però è la posizione ufficiale e i possibili risultati». Fin dall’inizio dell’invasione russa, il 24 febbraio scorso, la Confederazione ha condannato l’aggressione, cercando comunque di porsi quale mediatrice fra le parti. E anche a New York Cassis ha portato avanti quel ruolo: su richiesta dell’Ucraina, Berna ha infatti redatto un mandato di protezione per i cittadini ucraini in Russia e lo ha consegnato ai russi. Il ticinese, durante il colloquio, ha quindi chiesto conto a Lavrov dello stato di quel dossier. Di più: la posizione svizzera nei confronti dei referendum sull’annessione dei territori occupati in Ucraina è netta. «Sono illegali e non saranno riconosciuti dalla Svizzera», ha detto Cassis. «Questa guerra si concluderà solo con una soluzione diplomatica. I canali di comunicazione e i contatti diplomatici sono importanti per evitare un’impasse. La Svizzera è uno dei Paesi che non spingono per estromettere i russi dagli organismi multilaterali perché siamo convinti che il dialogo sia necessario».
La sostanza, i risultati e le posizioni chiare ci sono. Eccome. Anche se alla richiesta svizzera Mosca ha risposto freddamente, chiedendo genericamente a Berna di tornare alla «politica della neutralità». Eppure, l’immagine è potente. E fa discutere più delle parole. «Se da una parte è importante continuare i colloqui con la Russia - ha ad esempio detto il consigliere nazionale Fabian Molina (PS/ZH) al Blick - la forza delle immagini in una guerra di propaganda è estremamente importante. Proprio per questo una foto piena di sorrisi è particolarmente infelice». Anche altri suoi colleghi hanno ritenuto inopportuna l’espressione mostrata da Cassis nella foto. Di tutt’altro avviso il presidente del PLR Thierry Burkart. A suo dire se si offrono buoni uffici, allora bisogna parlare con Lavrov e una stretta di mano fa parte del gioco. Una foto del gesto è infelice, ma a volte è impossibile da evitare». Ancora più tranciante l’ex consigliere federale Pascal Couchepin, che ha difeso totalmente Cassis e bolla le critiche come ridicole. Ai microfoni della SRF ha dichiarato che una simile foto di rito non si può evitare e il sorriso di circostanza è normale. Più importante è il fatto che Cassis abbia parlato in modo chiaro.