Quanto sono pericolosi i fulmini?
I fulmini sono un fenomeno ammaliante ed elettrizzante, ma non bisogna sottovalutarli. Lo conferma il tragico incidente di Alberto Balocco, re dell’industria dolciaria italiana, colpito venerdì durante un’escursione sulle montagne piemontesi nella zona dell’Assietta. La triste vicenda del CEO dell’omonima azienda ha lasciato attoniti. Ma lui e il suo amico Davide Vigo, anch’egli deceduto nella stessa occasione, non sono stati gli unici a subire questo genere di disgrazia. Sabato scorso, infatti, tre ragazzi sono stati colpiti sul massiccio del Gran Sasso, e uno di loro si è trovato in grave pericolo di vita. Quale il nesso fra le due circostanze? Secondo Luca Nisi di MeteoSvizzera la risposta è evidente: «Entrambi gli incidenti sono avvenuti in alte montagne italiane».
Hot-spot europei e cambiamento climatico, c’è una relazione?
Secondo le informazioni di Météorage, l’Italia, accompagnata da Francia e Svizzera, è uno dei tre Paesi con il maggior impatto di fulmini in Europa Occidentale negli ultimi dieci anni. «I monti presentano le condizioni ideali d’innesco per le cellule temporalesche - spiega Nisi -. Questo perché temporali e fulmini si verificano specialmente dove è presente un'orografia complessa e vi è disponibilità di umidità».
Non è dunque difficile immaginare il cambiamento climatico, con l’annesso aumento delle temperature e dell’umidità, come un fattore in grado di accrescere questo fenomeno. Ma è davvero così? Il blog di MeteoSvizzera diretto da Luca Nisi offre una prospettiva in proposito: «Un dato di fatto è che con l'aumento della temperatura c'è più umidità nell'atmosfera e, quindi, maggiore energia. Per questo è facile ipotizzare che ad aumentare è anche il numero dei temporali. Ma questi dipendono anche molto dalla struttura dell’atmosfera e soprattutto dall’andamento della temperatura alzandosi di quota. L’abbiamo appena vissuto: durante la recente intensa ondata di caldo che fatica creare un temporale! Non c’è una risposta semplice e diretta. Questo tipo di questione sui cambiamenti climatici è ancora molto aperta ed è importante anche per la regione alpina».
Quindi, anche se non è ancora possibile definire cosa accadrà in futuro, attualmente la zona Alpina europea è sede di numerose cellule temporalesche. «Gli hot-spot più forti sono nelle zone prealpine, a nord e a sud delle Alpi. Questo perché per registrare una frequenza elevata di fulmini dobbiamo avere sì delle montagne, ma non troppo alte. Pensando alla regione alpina i punti più "caldi" li troviamo nelle Prealpi È una fascia che tocca anche il Luganese». In Svizzera le tre aree maggiormente colpite sono per l’appunto il Malcantone, la regione dell’Entlebuch di Lucerna e la fascia giurassiana. «La maggiore intensità, si verifica però nelle zone di pianura, come quelle della Francia, della Germania o della Pianura Padana - continua il meteorologo - A livello globale le massime sono sull’equatore a causa della presenza della convergenza tropicale». Nei bassi strati sono, infatti, le convergenze fra vento e umidità a causare il continuo sviluppo di temporali.
Le probabilità
I numeri in Svizzera, infatti, risultano abbastanza elevati. Meteonews, la notte dello scorso 4 luglio, ha rilevato oltre 9.000 fulmini sul suolo elvetico. «È un numero importante. Capita al massimo un paio di volte l’anno, ma non è da record» spiega il meteorologo. Ma a quanto corrisponde esattamente la probabilità che un fulmine colpisca la Terra? «L’80% di quelli registrati rimane in aria, non tocca il terreno. Significa che i fulmini potrebbero restare all’interno della stessa nuvola temporalesca, oppure fra due cumulonembi. In questo caso non c'è pericolo, in quanto i fulmini non riversano nessuna carica sul terreno». A essere un rischio, in particolare per gli escursionisti, è quindi il 20% restante. «Il 95% di questo 20% colpisce l’area al di sotto del temporale, corrispondente a poche decine di chilometri. Il 5% rimanente, invece, può scaricarsi addirittura a grandi distanze». L’eventualità di essere colpiti da un fulmine risulta essere quindi molto bassa, ma non irrilevante: «Un matematico aveva calcolato che la probabilità, se vi trovate all’esterno in una zona esposta durante un temporale, è sei volte più alta rispetto a quella di azzeccare i sei numeri del lotto svizzero». Un’affermazione che lascia non del tutto indifferenti.
Ma come proteggersi?
Esistono però delle accortezze che possono proteggere anche da questa probabilità. «Un escursionista che si trova ad alta quota, deve saper osservare il cielo, o comunque tenere a portata di mano il bollettino meteo – suggerisce Nisi –. Quando il meteo è incerto, il mio consiglio è quello di avere delle vie di fuga. Questo non significa che non appena scoppia un temporale bisogna cominciare a correre, ma che si dovrebbe avere in mente un luogo nelle vicinanze dove rifugiarsi». Corrispondono alla descrizione di "riparo", tutti gli edifici e le automobili con porte e finestre chiuse o altre strutture completamente isolate. «Nel caso queste non ci fossero, l’ideale sarebbe trovare una conca, o una caverna, nella quale accovacciarsi, mantenendo i piedi paralleli e cercando di non toccare le pareti».
Un altro elemento al quale prestare attenzione è l’altitudine a cui ci si trova, non solo per via delle condizioni atmosferiche ad alta probabilità di generazioni elettriche, ma anche perché i fulmini colpiscono i punti più alti. «Non aprire l’ombrello», dunque, non è solo un luogo comune. «Quando ci si trova in alta quota, infatti, potrebbe rappresentare il punto più alto della zona e, di conseguenza, l’antenna attrattiva per il fulmine» spiega Nisi. Inoltre, essendo composto anche da parti metalliche, il rischio di essere colpiti aumenta. «Infatti, l’elettricità cerca un canale rapido. Ciò non significa necessariamente che si scarica nel punto più in alto, ma nel punto più in alto in grado di trasportare al meglio la carica. È per questo che un oggetto metallico ad alta quota, come potrebbe essere un ombrello, potrebbe essere pericoloso».
Se colpiti da un fulmine
Nella maggior parte dei casi, chi viene colpito da un fulmine non sopravvive. Rimane però l’eventualità di restare in vita, soprattutto nel caso in cui si viene colpiti in modo indiretto. «Se non abbiamo i piedi paralleli, la corrente può transitare all’interno del nostro corpo entrando da una gamba e uscendo dall’altra – conclude Luca Nisi –. Le conseguenze? Gravi ustioni, anche interne, che possono essere curate solamente in ospedale. È necessario quindi agire tempestivamente contattando immediatamente degli specialisti».