Il caso

«Quelle agende sono pro-Palestina»: sale la tensione all'Università di Ginevra

È scontro fra il rettorato dell'istituto e la Conferenza Universitaria delle Associazioni degli Studenti
Matteo Galasso
28.09.2024 19:15

Le prime settimane di rientro universitario a Ginevra sono state segnate da forti tensioni a causa di una disputa tra il rettorato dell’Università, guidato dallo scorso aprile dalla professoressa Audrey Leuba, e la Conferenza Universitaria delle Associazioni degli Studenti (CUAE).

Il sindacato studentesco, spesso criticato per posizioni ritenute di sinistra radicale, ha infatti sospeso la distribuzione delle agende-guide, fornite gratuitamente agli studenti da oltre vent'anni, dopo una controversia causata da alcuni contenuti della pubblicazione, realizzata in 5.500 copie con una sovvenzione di 30.000 franchi della Commissione di gestione delle tasse fisse (CGTF), ente indipendente dal rettorato, che gestisce la porzione di tasse universitarie destinati alla vita associativa.

Le agende contese contengono, infatti, oltre a pagine di informazioni pratiche, spiegazioni sulla vita associativa e sui diritti dello studente, alcuni elementi che hanno innescato un acceso dibattito. Tra questi, un disegno animato che, raffigurando la scalinata di accesso a Uni-Mail, cambiando di pagina in pagina, culmina con la comparsa di striscioni «Free Palestine» e la frase «From the River to the Sea». Inoltre, una data evidenziata – il 6 settembre 2025 – commemora il 55. anniversario del dirottamento di quattro aerei da parte del Fronte Popolare di Liberazione della Palestina, occasione in cui il gruppo armato palestinese ha preso in ostaggio centinaia di passeggeri per ottenere la liberazione di tre membri dell’organizzazione.

La CUAE, riconosciuta dal rettorato come sindacato ufficiale e associazione cappello, dispone di un ufficio a Uni-Mail e impiega al 40% tre segretari permanenti, retribuiti dalla CGTF. Tuttavia, le sue posizioni politiche hanno spesso sollevato critiche, non solo interne alla comunità universitaria, ma anche esterne. «Ogni anno iniziamo a marzo a progettare il contenuto delle agende», spiega Elisabetta Marchesini, una delle segretarie permanenti del sindacato e studentessa di diritto. «La CGTF ha valutato lo scopo dell’agenda, non il contenuto, concedendoci una sovvenzione straordinaria». Le agende includono riferimenti a eventi del panorama politico ginevrino e globale. «Due anni fa – continua Marchesini – abbiamo ricordato l’occupazione di una mensa universitaria, che portò a ottenere un pasto a 5 franchi per gli studenti. Quest’anno abbiamo incluso l’occupazione pro-Palestina di Uni-Mail, organizzata a maggio insieme al Comitato degli Studenti per la Palestina (CEP) e conclusasi una settimana dopo con l’intervento delle forze dell’ordine».

Uno dei contenuti al centro del caso.
Uno dei contenuti al centro del caso.

Lo scorso 11 settembre, dopo l'inizio della distribuzione delle agende, il CICAD (Coordinamento intercomunitario contro l'antisemitismo e la diffamazione) ha emesso un comunicato stampa accusando la CUAE di promuovere «propaganda pericolosa». Il rettorato ha reagito rapidamente, distanziandosi dai contenuti dei diari e condannandoli per essere in contrasto con i valori di rispetto, diversità e inclusione promossi dall’Università. Secondo il rettorato, le agende violerebbero la «Carta di etica e di deontologia» che regola le attività associative.

Di conseguenza il sindacato è stato convocato dal rettorato per discutere della situazione. «Abbiamo spiegato che la frase contestata rappresenta per noi un richiamo al rispetto del diritto internazionale e all’uguaglianza dei diritti. Avevamo anche proposto di aggiungere un allegato esplicativo per chiarire il contesto della frase e della commemorazione del dirottamento», precisa Marchesini. Tuttavia, il rettorato ha sottolineato che le agende, distribuite all'interno degli edifici universitari potrebbero essere scambiate per materiale ufficiale e confondere i messaggi istituzionali con quelli del sindacato. Si sarebbe, quindi, potuto pensare che l'Università sostenesse direttamente quei messaggi.

Di fronte al divieto di distribuzione all'interno dell'ateneo, la CUAE ha deciso di continuare la distribuzione delle agende all’esterno ma sempre nei pressi dell’Università. Tuttavia, lo scorso 17 settembre, il rettorato ha emesso un ultimatum: dieci giorni per interrompere la distribuzione delle pubblicazioni o si potrebbe avviare una procedura per sospendere o sciogliere lo stesso sindacato, accusato di non rispettare lo statuto universitario che impone il rispetto della «Carta di etica e di deontologia».

Per evitare la sua dissoluzione, il sindacato ha infine scelto di sospendere la distribuzione delle agende anche all’esterno degli edifici universitari annunciandone pubblicamente la decisione il 26. Il giorno successivo il rettorato ha così richiesto di presentare una proposta di agenda conforme alle regole etiche dell'Università. «Al momento non sappiamo cosa faremo», conclude Marchesini. «Ci riuniremo il prossimo lunedì sera per decidere come procedere». Le agende restano attualmente nei magazzini della CUAE, in attesa di un'eventuale soluzione che possa salvaguardare l’esistenza del sindacato studentesco.