L'incontro

Roma-Berna, asse di pace

In occasione del Forum per il dialogo tra Svizzera e Italia, i due ministri degli Esteri Cassis e Tajani hanno discusso delle relazioni bilaterali tra i due Paesi, ma hanno anche rivolto uno sguardo alla guerra in Ucraina
©GIUSEPPE LAMI
Andrea Albertini
29.11.2024 00:30

Tra Svizzera e Italia c’è pieno accordo. «Una seconda conferenza di pace deve essere fatta e deve essere fatta in presenza della Russia, senza la quale non sarebbe possibile. Ma non solo, ci vuole anche un grosso sostegno da parte di tutte le potenze del Sud globale altrimenti non si riuscirebbe ad arrivare allo scopo finale. Anche su questo abbiamo una comunione di intenti molto chiara». Lo hanno affermato il consigliere federale Ignazio Cassis e il vicepresidente del Consiglio e ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani a Roma. Davanti all’escalation militare che rende il bilancio quotidiano della guerra russa contro l’Ucraina sempre più drammatico, i due ministri hanno ribadito l’urgenza di rilanciare l’azione della diplomazia. Hanno insistito, in particolare, sull’impegno a sostegno di Kiev. Ignazio Cassis ha spiegato che «lo statuto neutrale» dà alla Svizzera «una responsabilità ancora maggiore: non possiamo partecipare ad azioni militari, ma dobbiamo al contrario impegnarci in iniziative e sforzi per trovare soluzioni politiche e diplomatiche». Da qui la necessità di chiamare in causa anche Mosca, oltre che di dare un seguito alla conferenza sulla pace tenutasi sul Bürgenstock nello scorso mese di giugno. Tutto ciò non potrà avvenire, però, se prima non sarà raggiunto un «cessate il fuoco». L’obiettivo, definito in realtà come «una speranza» da Cassis, è che si possa raggiungere questo traguardo tra oggi e un’altra conferenza, quella per la ricostruzione dell’Ucraina, che potrebbe e dovrebbe essere ospitata - secondo la premier italiana Giorgia Meloni - da Roma il prossimo mese di luglio. Si tratterebbe, in questo caso, di una nuova edizione dell’appuntamento organizzato a Lugano nell’estate del 2022 (più precisamente il 4 e il 5 luglio successivi all’inizio del conflitto). Il consigliere federale ticinese ha già annunciato, in prospettiva, la propria presenza e ha parlato di «una ricostruzione che assomigli a un nuovo piano Marshall». Dal canto suo, interrogato dai giornalisti sul dibattito nel Parlamento europeo che chiede ai Paesi membri dell’UE di rimuovere le restrizioni all’Ucraina sull’uso delle armi, Tajani ha confermato che questa scelta «è bilaterale, non europea». E ha aggiunto: «Noi abbiamo sempre indicato, a Kiev, di usare le nostre armi solo sul territorio ucraino, non in Russia, perché non siamo in guerra con la Russia. La nostra posizione è comunque immutata, la Russia è l’aggressore».

Verso un accordo

La visita di Ignazio Cassis a Roma, avvenuta nell’ambito del Forum di dialogo tra Svizzera e Italia - svoltosi con la partecipazione di un centinaio di personalità svizzere, italiane e internazionali, compresa una delegazione ticinese guidata dal presidente del Consiglio di Stato Christian Vitta -, ha consentito anche un esame delle questioni bilaterali. Gli scambi commerciali tra Italia e Svizzera superano i 57 miliardi di franchi l’anno: l’Italia è il terzo partner commerciale della Svizzera e il suo terzo mercato di esportazione. Le intese economiche sono definite «in crescita» e, come ha affermato il ministro Tajani, i settori in cui poter rafforzare i rapporti sono tanti, visto che «sono oltre mille le imprese italiane attive in Svizzera e 1.500 quelle svizzere in Italia». Tajani ha poi attirato l’attenzione di Cassis sul problema del traforo del Monte Bianco, che per anni dovrà essere parzialmente chiuso per lavori; e questo crea problemi non soltanto all’Italia ma anche alla Svizzera, dato che il traffico - di auto e TIR - dovrà essere dirottato verso altri valichi. La soluzione sarebbe la realizzazione di una seconda canna del tunnel e in questo senso sono giunti «segnali positivi anche dal Canton Ginevra». L’appoggio svizzero potrebbe aiutare a convincere anche la Francia, finora contraria. L’Italia, dal canto suo, fa valere il sostegno che sta dando alla Svizzera nel negoziato bilaterale che Berna ha in corso con l’Unione europea, all’interno del quale c’è anche lo spinoso problema della libera circolazione. Sia Tajani sia Cassis - tra i quali c’è anche uno stretto «rapporto personale» - si sono mostrati ottimisti sulla conclusione, entro l’anno, di tale negoziato.