Sanità

Sempre più giovani svizzeri studiano medicina nell'Europa dell'Est

Il Parlamento è contro il numerus clausus, che in Svizzera limita l'accesso alle facoltà di medicina – L'ammissione degli studenti deve essere basata in primo luogo sui criteri della competenza e della qualità dei candidati – Il Governo è incaricato di adottare le misure del caso insieme ai Cantoni e di provvedere a una migliore offerta di posti di studio
© KEYSTONE/Gaetan Bally
Giovanni Galli
24.09.2024 06:00

All’Università Iuliu Hatieganu di Cluj-Napoca, Romania, Facoltà di medicina, studiano 122 svizzeri. L’anno scorso erano 111. Stando ai giornali del gruppo CH Media, dei 62 giovani elvetici che quest’anno hanno presentato la domanda di ammissione, 24 hanno appena iniziato i corsi. L’ateneo offre loro (e ad altri studenti europei) la possibilità di seguire lezioni in francese e in inglese. Il numero di studenti svizzeri intenzionati a diventare medico cresce anche in altri Paesi dell’Est. All’Università Semmelweiss, in Ungheria, gli iscritti che seguono i corsi in tedesco sono 21. In comune questi giovani hanno tutti una cosa: la fuga dal numerus clausus che in Svizzera limita l’accesso alle facoltà di medicina. Quest’anno si sono iscritti all’esame attitudinale, dopo la maturità, 4 mila giovani. Solo 1.145 lo hanno superato e potranno andare a studiare nelle università di Zurigo, Basilea, Berna, Friburgo, Politecnico di Zurigo e, più in avanti, in Ticino. Le università di Ginevra, Losanna e Neuchâtel non richiedono questo test ma operano una forte selezione dopo il primo anno di studi. Circa due terzi degli studenti non supera la prima serie di esami. 

Il tema della forte selezione per gli studi in medicina è approdato ieri al Consiglio degli Stati, che ha esaminato una mozione del consigliere nazionale Benjamin Roduit (Centro) per fare in modo che si formino più medici, invece di reclutarli all’estero. Dopo avere ottenuto il sostegno del Nazionale, il deputato vallesano ha incassato anche quello della Camera dei Cantoni, secondo cui, diversamente da oggi, l’ammissione degli studenti di medicina deve essere basata in primo luogo sui criteri della qualità e della competenza. Con 32 voti contro 9, i «senatori» hanno incaricato il Governo di adottare nuove misure d’intesa con i Cantoni (che gestiscono le università) e anche provvedere a una migliore offerta di posti di studio e di stage negli ospedali, in particolare nei settori delle cure di base e delle cure ambulatoriali.

In Svizzera, in effetti, c’è penuria di medici indigeni. Sui 41 mila camici bianchi attivi, il 40% ha concluso gli studi all’estero. Nel 2023, Berna ha riconosciuto i diplomi di 3.364 stranieri (3.053 nel 2022), a fronte dei 1.200 svizzeri formati annualmente.  

Secondo Roduit, molti studenti si trovano esclusi da una formazione a causa di un processo di selezione non basato su criteri qualitativi. Molti studenti, inoltre, lamentano una concorrenza spietata. Altri prendono la via dell’estero per conseguire il loro master. Le contromisure adottate finora non bastano. Stando al rapporto Obsan 04/2022, il «programma speciale medicina umana (2016-2025)» lanciato dalla Confederazione per aumentare in questa disciplina il numero di lauree rilasciate dalle università svizzere da 850 nel 2014 ad almeno 1.350 nel 2025, non sarà in grado, da solo, di ridurre la dipendenza dall’estero. Questo programma è sostenuto dalla Confederazione con un contributo di 100 milioni di franchi all’anno.

Il Consiglio federale, pur concordando sull’importanza di formare un numero sufficiente di medici, si è opposto alle richieste di Roduit. L’attuazione del programma di medicina umana «sta procedendo come previsto». Inoltre, sia la selezione tramite il test attitudinale sia quella di selezionare gli studenti al termine del primo anno «sono basati in ampia misure su criteri di competenza e qualità». Nel 2017, la Conferenza svizzera delle scuole universitarie aveva confermato che il test di idoneità agli studi di medicina è uno strumento di selezione adeguato. Secondo la Commissione della scienza, pure lei contraria, la motivazione dei candidati è un criterio preponderante, così come la selezione di persone che abbiano competenze idonee all’esercizio della professione medica. Una modifica della suddivisione delle competenze tra la Confederazione e i Cantoni e un cambiamento all’interno del sistema di selezione non apporterebbe necessariamente un miglioramento della situazione e necessiterebbe contributi finanziari supplementari.

Non così, invece, per la maggioranza della Camera, che ritiene inaccettabile lo scarico di responsabilità tra Confederazione e Cantoni e che considera sia giunto il momento di dare un chiaro segnale d’azione nel campo della formazione dei medici in Svizzera.