Sentenza CEDU, «una vittoria storica per le anziane per il clima»
Una vittoria storica quella riportata davanti alla Corte di Strasburgo dall'associazione svizzera, anziane per il clima, e in particolare da quattro sue componenti. L'ONG conta più di 2000 associate, tutte donne che vivono nella Confederazione e la cui età media è di 73 anni. Le quattro ricorrenti sono nate tra il 1931 e il 1942, ma solo tre sono riuscite a gustare la vittoria conseguita oggi: la più anziana è deceduta mentre era ancora in corso la battaglia legale davanti alla CEDU.
A differenza degli altri due ricorsi respinti oggi dalla Corte, quello presentato dalle anziane svizzere era l'unico che avesse già tentato di percorrere le vie legali nel Paese di appartenenza, cioè la Svizzera. Ma senza successo. Nel maggio 2020, il Tribunale federale aveva invece respinto il ricorso presentato dall'associazione. In particolare, aveva stabilito che le donne in là con gli anni non sono più colpite dalle conseguenze del cambiamento climatico rispetto ad altri gruppi di popolazione.
A far causa invece al Portogallo e altri 31 paesi, tra cui l'Italia, sono stati invece sei giovani nati tra il 1999 e il 2008. Tre di loro vivono a Merinhas, comune di Pombal, altri due vivono a Leiria, nella provincia di Beira Litorale, nel Portogallo centrale, mentre gli ultimi due vivono a Sobreda, parte del comune di Almada, che fa parte dell'area metropolitana di Lisbona.
Il terzo ricorso è stato invece presentato dall'ex sindaco di Grande-Synthe un comune situato nel dipartimento del Nord nella regione dell'Alta Francia. Nel rigettare la sua azione legale la Corte ha evidenziato il fatto che l'uomo, Damien Carême, europarlamentare dal 2019, non vive più nel comune, in cui tra l'altro non possiede alcun immobile, e con cui l'unico legame resta il fatto che suo fratello vi risiede.
«Questa sentenza non è solo una vittoria per la nostra associazione. È una vittoria per tutte le generazioni». Così Rosmarie Wydler-Wälti, co-presidente dell'associazione Anziane per il clima Svizzera, ha commentato la decisione odierna della Corte europea per i diritti umani (CEDU), che ha condannato la Confederazione per le mancate misure sul clima.
Secondo Greenpeace, che ha collaborato al ricorso, per la prima volta un tribunale transnazionale specializzato in diritti umani sostiene esplicitamente il diritto alla protezione del clima. Nella sua sentenza, la Cedu stabilisce i requisiti specifici che gli Stati membri devono soddisfare per rispettare i loro obblighi in materia di diritti umani.