«Sì alla donazione di ovociti per trattare le coppie alla pari»
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La votazione sul matrimonio per tutti e l’accesso alla donazione di sperma per le coppie lesbiche sposate si è tenuta solo a fine settembre, ma in Parlamento il dibattito attorno alla medicina riproduttiva sta già affrontando un nuovo capitolo. La Commissione della scienza, dell’educazione e della cultura ha infatti depositato una mozione che chiede al Consiglio federale di elaborare le basi legali e fissare «le relative condizioni quadro» per consentire «alle coppie coniugate con sterilità constatata nella donna di ricorrere alla donazione di ovociti». Il Governo è anche incaricato di definire «una roadmap che tematizzi tutte le problematiche aperte in tale materia», informando regolarmente sull'avanzamento dei lavori. «Vogliamo che la sterilità femminile sia trattata come quella maschile. Si tratta di evitare discriminazioni», ci dice il relatore commissionale Brunner Thomas (PVL/SG). L'attuale divieto della donazione di ovociti comporta una disparità di trattamento «inaccettabile» per la Commissione.
«L'attuale normativa – cita la mozione - costringe le donne sterili domiciliate in Svizzera a recarsi all'estero per poter esaudire il loro desiderio di avere figli. Le coppie nelle quali l'uomo risulta sterile possono invece ricorrere alla donazione di sperma in Svizzera. A differenza del trattamento all'estero, la donazione di sperma in Svizzera è rimborsata dalle casse malati. È ormai tempo di abbandonare la vigente normativa obsoleta per passare a una soluzione moderna, anche perché solo un Paese europeo (la Germania) applica il divieto della donazione di ovociti».
A questo, afferma ancora Brunner, si aggiunge il fatto che «la donazione di sperma è concretamente meno complicata di quella di ovuli. In pratica si può ottenere una donazione di liquido seminale senza dover richiedere un intervento medico, tramite l’aiuto di un conoscente, ad esempio. Con gli ovuli è impossibile. Per questa ragione va sottolineato che per le donne che vogliono accedere alla donazione di ovuli, la situazione attuale, ovvero il fatto di dover andare all’estero per avervi accesso, non è ideale». Di sicuro, afferma il deputato verde liberale, «non rende migliore la qualità dei trattamenti».
Romano: «Manca un ampio discorso»
«Il Consiglio federale ha ora tempo fino alla prossima sessione, che si terrà a marzo, per prendere posizione. Mi interessa molto vedere quale sarà, anche in relazione al dibattito che c’è stato attorno alla donazione di sperma per le coppie lesbiche per la votazione di settembre», afferma Marco Romano, che in vista della votazione si era battuto in prima linea contro il matrimonio per tutti (accettato, lo ricordiamo, dal popolo svizzero con il 64% dei voti). Il ticinese si dice «preoccupato dall’approccio del tipo: “Lo si fa all’estero, allora bisogna farlo anche in Svizzera”». Oltre ad argomenti per il trattamento paritario di uomini e donne che soffrono per non essere in grado di avere figli, ci sono anche «interessi miliardari», sottolinea il consigliere nazionale, disturbato dal fatto che «per tutta la campagna ci è stato detto che non si stava usando la tattica del salame. Neanche un mese e mezzo dopo la votazione si arriva con una mozione».
Quello che per il deputato dell’Alleanza del centro andrebbe fatto, invece di procedere verso nuove aperture in ambito di procreazione assistita, è «una discussione sulla medicina riproduttiva». Dalla Commissione Marco Romano si aspetta «che vengano fatte audizioni, che sia sentita la Commissione nazionale d’etica in materia di medicina umana, le parti interessate e la voce della scienza, e non solo, mozione dopo mozione, passi avanti verso una liberalizzazione del mercato della riproduzione».
Bisogno di «know how»
A Berna, ad ogni modo, si parla da tempo del tema. L’attuale discussione in Commissione è nata da un’iniziativa parlamentare della deputata del PVL Katja Christ (BS). Atto parlamentare che la Commissione, replica Brunner, «conscia del fatto che altre iniziative parlamentari non sono state accettate» ha proposto di mutare in mozione. Questo per «coinvolgere l’Amministrazione federale», che lavora con e per il Consiglio federale, di modo che questa elabori, sulla base delle sue competenze in materia e il suo «know how», la base legale «per mettere fine alla differenza di trattamento verso i due sessi in caso di infertilità».
Prima però l’atto deve ovviamente passare dal Parlamento. Se il plenum dovesse dare il suo via libera alla legalizzazione della donazione di ovociti, un referendum è probabile. Le cerchie più conservatrici sono contrarie.