La giornata

Simone Gianini, che sorpresa

I liberali radicali recuperano terreno rispetto a quattro anni fa attestandosi al 21,15% – Speziali: «Non avremmo raggiunto questo risultato con una congiunzione»
© CdT/Gabriele Putzu
Valentina Coda
22.10.2023 22:30

Quello dei liberali radicali è stato un appuntamento elettorale a due velocità e caratterizzato, per certi istanti, da non poca tensione. Il partito ha rischiato più di una volta di perdere un seggio al Nazionale in una serrata battaglia fatta di sorpassi e controsorpassi con il Centro che ha fatto temere il peggio. Alla fine, però, la situazione si è stabilizzata dando ragione ai pronostici e la missione del PLR è stata parzialmente portata a termine, visto che il round decisivo si giocherà al ballottaggio. Il partito è riuscito a difendere i due seggi alla Camera bassa grazie alle votazioni del candidato di punta, Alex Farinelli, e della sorpresa del giorno, Simone Gianini. Al terzo posto, a oltre mille voti di distanza dal municipale bellinzonese, Alessandra Gianella, che potrebbe staccare un biglietto per Berna il 19 novembre qualora dovessero cambiare le carte in tavola nella corsa agli Stati e Farinelli (attualmente al terzo posto dietro Fabio Regazzi, ndr) dovesse recuperare la tanto sognata poltrona persa nel 2019. Sospiro di sollievo, a risultati definitivi, per quanto riguarda la conta dei voti. Il partito, rispetto alla tornata elettorale di quattro anni fa, ha recuperato terreno attestandosi al 21,15%, (+1), mentre per quanto riguarda i voti di scheda ha registrato una flessione di 3 punti percentuali, dal 19,4% al 16,96%.

Più turisti che candidati

La giornata dei liberali radicali si è svolta in tonalità chiaro-scuro. Al ristorante Olimpia in piazza Riforma a Lugano, scelto dal partito come base per attendere i risultati, è stato un pomeriggio fiacco, perché il clima che si respirava aveva poco a che vedere con un appuntamento elettorale. Perlomeno fino alle 17, quando la terrazza esterna dell’esercizio pubblico ha iniziato a riempirsi di simpatizzanti. Prima, invece, le uniche persone che hanno popolato il ristorante del centro città erano turisti e ticinesi che hanno scelto le rive del Ceresio per una passeggiata domenicale. E di liberali radicali neppure l’ombra, né i vertici del partito né i candidati principali. Il primo ad «aprire le danze» è stato il luganese Paolo Morel, poi il presidente Alessandro Speziali. Il candidato di punta, Alex Farinelli, è stato accolto da uno scroscio di applausi al suo arrivo. La giornata, per alcuni momenti, è stata caratterizzata da colpi di scena. Il più eclatante si è verificato intorno alle 15 e si è protratto per il resto del pomeriggio, quando Simone Gianini e Alessandra Gianella si sono contesi il secondo gradino del podio per una manciata di voti. Comune dopo Comune scrutano, però, il divario si è fatto più ampio e, contro ogni pronostico, a staccare il biglietto per Berna è stato il municipale bellinzonese.

Tra preoccupazione e sollievo

«Il pomeriggio si è aperto in maniera abbastanza preoccupante – ammette Speziali –. Poi, quando sono arrivati i Comuni più grandi, il trend si è consolidato e abbiamo superato la nostra soglia psicologica del 20%». La posizione del partito, rispetto a quattro anni fa, come visto si è rafforzata. Un «sollievo» per il presidente, perché «uno degli obiettivi, oltre agli Stati, era anche quello di mantenere due deputati al Nazionale. Non sono tempi facili, soprattutto per un partito come il nostro, ma nei prossimi anni continueremo a lavorare sul nostro profilo senza cedere alla tentazione di gonfiare i problemi o soffiare sulla demagogia». Il «segno più» registrato a livello percentuale è visto con parecchia soddisfazione dai vertici del partito. Un risultato elettorale, questo, che «non avremmo raggiunto se avessimo fatto una congiunzione», precisa Speziali, che aggiunge: «Sul territorio sentivamo che i tempi non erano ancora maturi. Nei prossimi mesi e prossimi anni lavoreremo sulla collaborazione e su qualsiasi tipo di ragionamento, certo, ma attualmente i tempi non sono quelli di una congiunzione, che l’elettorato non avrebbe capito e ci avrebbe sicuramente penalizzato». Ma torniamo per un momento alla grande sorpresa della giornata, ovvero gli oltre 20.000 voti portati a casa da Gianini che gli hanno regalato un posto sotto la cupola di Palazzo federale. «Da una parte Simone, che ha fatto una bella elezione e una bella campagna, dall’altra Alessandra, che è la nostra capogruppo, svolge un lavoro complicatissimo e lo fa in maniera egregia. Gianini è municipale di una grande città, attivo professionalmente nel Sopra e Sottoceneri, ed è sempre riuscito a essere molto capillare. Penso che la sua elezione venga anche da lontano, da un lavoro che fa molto bene a Bellinzona e che ha fatto in altre campagne elettorali. E in un partito della meritocrazia, questa volta si è imposto». L’obiettivo principe, per il PLR, è noto: riconquistare il seggio perso nel 2019, quando Giovanni Merlini puntò il carico da novanta sulla corsa alla Camera alta senza il paracadute del Nazionale, finendo per mancare la riconferma del seggio del senatore uscente Fabio Abate. «Con Alex Farinelli vogliamo riprendere il seggio anche per portare avanti una politica dove il Ticino riesce a tessere relazioni anche con altri Cantoni e ottenere dei risultati. Non nascondiamoci, il federalismo, ora, è una lotta tra Cantoni, e penso che Alex sia una persona trasversale che porta risultati e riesce a costruire ponti».

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