Pensioni

Su IVA e contributi salariali per finanziare la 13. AVS

La Commissione della sicurezza sociale degli Stati propone un piano globale per pagare la nuova mensilità e l'eventuale soppressione del tetto massimo delle rendite dei coniugi – Gli aumenti sono previsti in due fasi
©Gabriele Putzu
Giovanni Galli
04.04.2025 23:07

Un piano di finanziamento unico per la 13. AVS, che sarà versata per la prima volta nel mese di dicembre del 2026, e per l’abolizione del tetto massimo della rendita per i coniugi, prevista da un’iniziativa popolare del Centro. Secondo la Commissione della sicurezza sociale degli Stati, per l’ampliamento delle prestazioni del primo pilastro (ndr una sicura, l’altra ancora da sottoporre al popolo) serve una soluzione coordinata, che preveda sia un aumento dei contributi salariali sia dell’IVA. Questo piano è pensato in due fasi: la prima per pagare la nuova mensilità, la seconda in caso di approvazione dell’iniziativa (si voterebbe nel 2026 o nel 2027). Lo scopo è di garantire la stabilità finanziaria dell’AVS fino alla prossima grande riforma, che dovrebbe essere presentata dal Governo entro la fine del 2026. Il piano è stato accolto con 9 voti contro 4. In giugno si andrà in aula. 

Come funziona

Cambia tutto rispetto alla proposta del Governo, che prevede un aumento dell’IVA di 0,7 punti solo per la 13. AVS. La commissione vuole aumentare i contributi salariali di 0,4 punti percentuali a partire dal 1. gennaio 2028, con una contemporanea riduzione dei contributi all’assicurazione contro la disoccupazione di 0,2 punti. L’aumento effettivo netto sarà quindi di 0,2 punti: 0,1 per i datori di lavoro e 0,1 per i dipendenti. Oggi il contributo AVS totale pagato da datori di lavoro e dipendenti è dell’8,7%. Parallelamente, si propone un aumento dell’IVA (che andrà sottoposto al voto popolare) di massimo un punto percentuale in due fasi. Un primo aumento immediato di 0,5 punti servirà a finanziare la 13. AVS, mentre un secondo aumento è previsto per finanziare un’eventuale soppressione o aumento del tetto massimo delle rendite per i coniugi. Nel contempo, la Commissione propone di prevedere nella legge che il fondo di compensazione dell’AVS non dovrebbe in linea di principio scendere al di sotto dell’80 % delle uscite annue, rispetto all’attuale 100%. Se il fondo si avvicinasse a questa soglia critica, il Consiglio federale dovrebbe presentare rapidamente al Parlamento misure di stabilizzazione. E se il fondo scendesse effettivamente sotto l’80%, il Consiglio federale dovrebbe attuare un secondo aumento dei contributi salariali, fino a un massimo di 0,4 punti. In totale, se tutti i provvedimenti fossero attuati, affluirebbero nelle casse dell’AVS (stando alla NZZ) almeno 7,5 miliardi di franchi, suddivisi fra consumatori (quindi anche i beneficiari di rendite), datori di lavoro e dipendenti. La 13. AVS costerà all’inizio 4,2 miliardi di franchi all’anno, mentre l’abolizione del tetto massimo per i coniugi, se accolta, avrebbe un impatto iniziale di 3,8 miliardi. La Commissione parla di soluzione di finanziamento «equilibrata e sostenibile». Il vantaggio, dice, è che i fondi necessari per finanziare un eventuale aumento o soppressione del tetto massimo per le rendite dei coniugi sarebbero già iscritti nella legge. Decisamente contraria, invece, l’USAM, che non usa mezzi termini per opporsi all’aumento del costo del lavoro: «Questo approccio è irresponsabile ed economicamente assurdo», dice. Si chiedono più contributi nonostante il fatto che l’AVS non poggi su solide basi finanziarie. «In altre parole, il buco viene scavato invece che riempito». IL PLR, da parte sua, parla di «razzia sui salari» e di «indebolimento delle PMI». Favorevoli per contro il PS, per il «modello orientato al futuro», e l’Unione sindacale svizzera, secondo cui si tratta di un primo passo per un finanziamento solido (e anche solidale) della 13. AVS.  

Coppie sposate

Che cosa prevede l’iniziativa sui coniugi? Oggi la somma delle rendite individuali dei coniugi non può superare il 150% della rendita massima prevista per le persone sole. La rendita massima è pari al doppio della rendita minima (1.260 franchi), vale a dire 2.520 franchi al mese per una persona sola e 3.780 franchi per una coppia di coniugi. Dal canto loro, i conviventi percepiscono due rendite intere. Il Centro ritiene che il vincolo per le coppie sposate sia discriminatorio e ne chiede l’abolizione. In caso di approvazione alle urne, la rendita massima per i coniugi passerebbe a 5.040 franchi. La proposta deve ancora fare il suo corso. Il Consiglio federale si è detto contrario, perché ritiene giustificata la limitazione delle rendite per i coniugi (i quali possono beneficiare di prestazioni e misure specifiche a cui i singoli non hanno diritto). Secondo il Governo, un ulteriore onere per il primo pilastro in aggiunta ai costi della tredicesima mensilità e dell’evoluzione demografica peggiorerebbe le difficoltà finanziarie dell’assicurazione. Un sì popolare non è inverosimile, visto che la proposta è guardata con simpatia anche dal PS e dagli stessi vertici dell’UDC. Il presidente Marcel Dettling si era detto d’accordo di portare il tetto massimo al 175% (una volta e tre quarti la rendita singola) in cambio della prevista riforma delle pensioni delle vedove, che il Governo intende limitare per parità di trattamento verso gli uomini (e per risparmiare).