Suicidio assistito, sospese le richieste per l'utilizzo della capsula Sarco
The Last Resort rompe il silenzio. L'associazione di aiuto al suicidio (letteralmente, «l’ultima risorsa») dice la sua sul primo utilizzo della capsula Sarco – lo scorso 23 settembre in un rifugio forestale a Merishausen –, che ha portato all'arresto di «diverse persone» da parte della Polizia cantonale sciaffusana e all'apertura da parte della Procura cantonale di un procedimento penale per istigazione e aiuto al suicidio (art. 115 Codice penale).
Com'è andata
Il 23 settembre 2024, si legge in una nota pubblicata sul sito dell'associazione, la capsula Sarco stampata in 3D è stata utilizzata in un rifugio forestale privato nel canton Sciaffusa, in Svizzera. L'utente – «che chiameremo Ann» – era una donna di 64 anni, gravemente malata, proveniente dal Midwest (USA). La sua morte è stata causata da ipossia da azoto. «Ann ha agito volontariamente. Aveva spiegato e confermato in precedenza che desiderava morire da molto tempo e che avrebbe agito volontariamente per porre fine alla sua vita nella Sarco. È entrata nella capsula volontariamente e senza aiuto. Ann ha premuto il pulsante che ha attivato l'azoto volontariamente e senza aiuto».
Sarco, lo ricordiamo, funziona con un pulsante attivato dalla persona che desidera morire. L’azoto liquido presente in un contenitore viene istantaneamente evaporato e immesso nel dispositivo. In questo modo, il livello di ossigeno scende sotto il 5% in meno di un minuto (nell’aria il tenore del gas vitale è del 21%). Il decesso interviene dunque per asfissia da azoto: dopo pochi respiri, la persona perde i sensi e la morte sopraggiunge nel giro di circa cinque minuti.
«Ann è entrata nella Sarco alle 15.53 circa. Ha premuto il pulsante alle 15.54:45».
La persona tuttora dietro le sbarre
The Last Resort chiarisce pure che alla morte della donna di 64 «l'unica persona presente era il dottor Florian Willet», presidente dell'associazione. È tedesco di nascita, residente a Zurigo, avvocato ed economista comportamentale di professione, come viene spiegato sul sito. Prima di entrare a far parte di The Last Resort, è stato per tre anni portavoce di Dignitas in Germania.
Willet è stato arrestato sul posto e si trova tuttora in detenzione preventiva nel canton Sciaffusa.
La tempistica
Il caso della capsula Sarco ha fatto il giro del mondo. E alimentato ampie polemiche in Svizzera. Anche perché lo stesso giorno del primo utilizzo, il 23 settembre, Elisabeth Baume- Schneider l'ha dichiarata «non conforme alla legge» durante la tradizionale «Ora delle domande» al Consiglio nazionale. «La consigliera federale ne ha parlato all'incirca alla stessa ora in cui Ann stava morendo», scrive The Last Resort. «Solo dopo l'uso della Sarco si è saputo che Baume-Schneider aveva affrontato la questione. La tempistica è stata una pura coincidenza e non una nostra intenzione».
Già ricevute 371 richieste
Che cosa sta succedendo, dunque, ora? The Last Resort – che si definisce un'associazione no-profit per i diritti umani e il fine vita con sede in Svizzera – spiega di avere sospeso le richieste per l'utilizzo della capsula Sarco subito, il 24 settembre. In quel momento erano ben 371 le persone che si stavano iscrivendo per il processo di suicidio assistito (stato delle domande al 23 settembre). «Il processo rimarrà sospeso fino alla conclusione dell'indagine penale sull'uso della Sarco in Svizzera».
«Non è stata violata alcuna legge»
The Last Resort e Exit International «sostengono che non è stata violata alcuna legge e che il primo utilizzo della Sarco è stato legittimo»: «Ann aveva la capacità mentale, ha agito volontariamente e ha compiuto da sola l'azione che l'ha portata alla morte. Non ci sono stati motivi egoistici (non sono stati richiesti compensi, nessuno ha ottenuto un beneficio personale, eccetera)». Di tutto questo, viene ancora precisato, «esistono prove». Prima dell'utilizzo della capsula Sarco, inoltre, l'associazione «ha ricevuto ampie consulenze legali per un periodo di più anni».
«Siamo fiduciosi che l'indagine penale si concluderà senza che qualcuno sia giudicato colpevole di aver commesso un crimine», conclude The Last Resort. «Il dottor Philip Nitschke – inventore della capsula Sarco, fondatore e direttore di Exit International, ndr. – e la dottoressa Fiona Stewart – membra del comitato scientifico – hanno informato per iscritto la Procura di Sciaffusa di essere a disposizione» per ulteriori chiarimenti.